FISSATO IL CONTRIBUTO PFU PER IL 2012
Riclassificati anche i veicoli della categoria A.
Pur con qualche mese di ritardo sul comparto dei pneumatici da ricambio, con un Decreto Direttoriale del Ministero dell’Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare del 26 aprile 2012, è stato completato il quadro di finanziamento del sistema per la gestione dei PFU introdotto dal D.Lgs. 152/2006 (“Codice ambientale”) e dal Dm 82/2011 (“Regolamento PFU”). Pubblicato sul Sito web del Ministero dell’Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare, con il Decreto Direttoriale n°3271 del 26 aprile 2012, emanato in ottemperanza dell’articolo 7, comma 5, del D.M. n. 82/2011 (“PFU derivanti da demolizione di veicoli a fine vita”), è stata fissata, per ogni tipologia di veicolo, la misura del Contributo PFU – valevole per l’anno 2012 – per la gestione degli pneumatici fuori uso derivanti da demolizione di veicoli.
Con tale provvedimento viene stabilito l’ammontare, suddiviso in 4 classi (dimensioni) di pneumatici, del contributo da riscuotere da parte del venditore all’atto della vendita di ogni nuovo mezzo e da versare, su apposito conto corrente gestito dall’Automobile Club d’Italia, a titolo di corrispettivo per la gestione dei PFU derivanti dai veicoli rottamati. La Direzione Generale per la Tutela del Territorio e delle Risorse Idriche del Ministero dell’Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare ha inoltre precisato che l’obbligo di copertuta dei costi di raccolta e gestione degli PFU montati sui veicoli destinati alla demolizione, decorre dalla data di inizio della riscossione del contributo PFU, ossia dal 11 maggio 2012.
Pertanto, da quella data, i rivenditori sono tenuti alla riscossione del contributo dal cliente finale, che serve a finanziare la gestione dei pneumatici fuori uso (PFU) provenienti dai veicoli a fine vita, ed a evidenziarne in fattura l’importo che è dovuto a veicolo calcolato sul peso medio degli pneumatici del veicolo venduto. Con riferimento al contributo PFU gestito dall’ACI, il Ministero dell’Ambiente, in data 11 maggio 2012, ha emanato anche un Decreto di Integrazione del precedente Decreto Direttoriale. A seguito del recepimento della direttiva 2002/24/CE, è stato precisato che le categorie di veicoli L1, L2, L3, L4, L5 , O1, sono riclassificate rispettivamente nelle categorie L1e, L2e, L3e, L4e, L5e, L6e, L7e e O1 relativamente alla categoria di pneumatici di cui alla lettera A.
Il processo di trattamento dei PFU: una risorsa valorizzabile al 100% In Italia sono circa 30.000 i punti in cui si effettua la sostituzione dei pneumatici e ove quindi si generano PFU: gommisti, stazioni di servizio, officine e sedi di flotte su tutto il territorio nazionale, compresi i siti di demolizione di veicoli. Da ognuno di questi punti i PFU devono essere raccolti, smistati, stoccati e trasportati agli impianti che si occuperanno del loro trattamento e recupero.
Il recupero dei PFU può essere sia di materiale, sia di energia. Per il recupero di materiale, attraverso le varie fasi del processo di granulazione, i PFU vengono ridotti in frammenti sempre più picoli, fino ad arrivare a dimensioni inferiori al millimetro, ottenendo il polverino di gomma.
Nel secondo caso (recupero di energia) possono beneficiare del potere calorifico del PFU, pari a quello del carbone, cementifici e aziende che producono vapore ed energia elettrica. Le proprietà del PFU lo rendono molto apprezzato come sostitutivo dei combustibili solidi fossili, per il favorevole rapporto potere calorifico-emissioni.
Il contributo ambientale per la corretta gestione dei PFU Con la nuova normativa il costo del riciclo del pneumatico viene reso trasparente all’atto dell’acquisto, per evitare distorsioni commerciali e consentire una consapevole informazione al consumatore. Il contributo ambientale, esplicitato in fattura o sullo scontrino fiscale al momento dell’acquisto di un nuovo pneumatico, viene gestito dai produttori e dagli importatori di pneumatici. I contributi ambientali raccolti vengono utilizzati esclusivamente per sostenere i costi di recupero. La certezza della corretta gestione dei Pneumatici Fuori Uso viene assicurata dal Ministero dell’Ambiente, che controlla periodicamente che ogni produttore raccolga e invii a recupero il 100% della propria quota di responsabilità. Sono previste infatti pesanti sanzioni per i produttori in caso di inadempienza.
Impianti Aperti Ecopneus
Si tratta dell’iniziativa nazionale di informazione sul trattamento e recupero degli Pneumatici Fuori Uso voluta e realizzata da Ecopneus, la società che si occupa del rintracciamento, raccolta, trattamento e destinazione finale degli Pneumatici Fuori Uso. L’obiettivo è informare e sensibilizzare le istituzioni, il mondo industriale, gli operatori del settore, gli organi di controllo e la cittadinanza sulle finalità di un efficiente sistema di raccolta e valorizzazione dei Pneumatici Fuori Uso, che rappresenta un segmento molto importante del ciclo dei rifiuti. A partire dal 7 settembre 2011, data in cui è diventato pienamente operativo il nuovo sistema di gestione dei PFU, ad oggi, infatti, sono stati avviati a corretto trattamento oltre 160.000 tonnellate di PFU, di cui è stato evitato l’abbandono indiscriminato in discariche abusive o ai lati della strada.
Per avere un’idea basti pensare che se tutta la gomma contenuta nelle 160.000 tonnellate di PFU recuperate da Ecopneus venisse usata per produrre asfalti modificati, sarebbe possibile pavimentare 8.000 km di strade! Di queste 160.000 tonnellate , 10.500 tonnellate, il 6,5% del totale, sono state raccolte e avviate al corretto trattamento e recupero solo in Puglia, regione dove il fenomeno dell’abbandono è particolarmente forte. Delle oltre dieci mila tonnellate di PFU raccolte in Puglia, il 33% proviene dalla provincia di Bari, pari a 3.500 tonnellate. Seguono Lecce con 1.800 tonnellate (17,1%), Foggia con 1.700 tonnellate (16,2%), Taranto con 1.600 tonnellate 15,2%), Brindisi con 1.000 tonnellate (9,6%) e Barletta-Andria-Trani con 900 tonnellate (8,6%). Proprio la Puglia è stata la prima tappa di Impianti Aperti Ecopneus, con l’azienda Corgom Retreading & Recycling di Corato (BA), che rappresenta una realtà di eccellenza, non solo a livello regionale, nella raccolta, trattamento e recupero dei Pneumatici Fuori Uso e nella ricostruzione dei pneumatici usati.