Veicoli fuori uso: per ADA nel Regolamento europeo la vendita dei ricambi deve restare fuori dalla responsabilità estesa del produttore

ADA ha partecipato alla stesura del documento inviato dall’Associazione europea dei demolitori alla Commissione Europea, chiarendo quali costi debbano essere coperti dai produttori nel rispetto degli obblighi di trattamento.

ADA, l’Associazione Demolitori Autoveicoli, ha partecipato attivamente alla stesura del documento che ll’Associazione europea dei demolitori, EGARA – European Group of Automotive Recycling Associations ha inviato alla Commissione Europea: un contributo decisivo alla definizione del quadro economico dell’EPR (responsabilità estesa del produttore) per i veicoli fuori uso, previsto dal nuovo Regolamento europeo, definendo con chiarezza quali costi debbano essere coperti dai produttori nel rispetto degli obblighi di trattamento.

Nel testo inviato alla Commissione, ADA ha evidenziato un principio cardine: la responsabilità dei produttori deve coprire tutti i costi di trattamento obbligatorio, inclusa la rimozione di materiali non redditizi.

Le parti di ricambio, pertanto, non dovrebbero essere considerate un elemento compensativo dal momento che il loro valore è eventuale e non certo e per questo non possono essere un parametro EPR.

ADA ha evidenziato quattro ragioni strutturali che supportano tale logica:

– non tutti i veicoli possono produrre pezzi di ricambio e lo stesso pezzo di ricambio può avere un prezzo diverso in differenti contesti geografici/economici;
– anche se i pezzi di ricambio venissero smontati, immagazzinati e messi in vendita, non ci sarebbe mai la certezza della loro vendita, che rimane subordinata; dopo un certo periodo di tempo, tali materiali vengono avviati al riciclo;
– la preparazione dei pezzi di ricambio per la vendita comporta un costo, che viene sostenuto anche se il pezzo di ricambio non viene mai venduto;
– contabilizzare il valore dei pezzi di ricambio venduti sarebbe molto difficile e quindi impreciso.

Tramite EGARA” – ha sottolineato Anselmo Calò, Presidente ADAabbiamo chiarito che qualsiasi pagamento dei produttori deve basarsi sul costo effettivo del trattamento, meno il valore dei materiali contenuti nel veicolo, come se di fatto non esistessero parti vendibili. La vendita dei ricambi rappresenta un mercato separato e non può essere utilizzata come parametro per ridurre la copertura EPR”. 

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