ACI-ISTAT: ancora troppi incidenti sulle strade italiane

Il numero delle vittime è rimasto pressoché stabile rispetto al 2023, mentre si registra un aumento degli incidenti e dei feriti.

Nel 2024 si è consolidato definitivamente il ritorno a una mobilità su livelli analoghi a quelli pre-pandemia, con un aumento degli spostamenti per motivi di lavoro, studio e turismo.
Nel 2024, secondo quanto riportato nei dati pubblicati da ISTAT e ACI, si sono verificati 173.364 incidenti stradali con lesioni a persone in Italia, un incremento del 4,1% rispetto ai 166.525 dell’anno precedente e dello 0,7% rispetto al 2019, in cui si contavano 172.183 episodi. Mediamente, ogni giorno si sono registrati 475 incidenti con 8,3 morti e 641 feriti.

Le vittime di incidenti stradali sono state 3.030 nel 2024: 2.427 uomini (80,1%) e 603 donne (19,1%). I conducenti deceduti ammontano a 2.175 (1.939 uomini e 236 donne), i passeggeri a 385 (197 uomini e 188 donne) e i pedoni a 470 (291 uomini e 179 donne).

Guardando la distribuzione per età, il numero di vittime risulta più elevato nella classe di età 20-24 anni, sebbene tra le donne le classi più numerose siano quelle delle over70. Rispetto al 2023 gli aumenti più consistenti si registrano proprio tra i più giovani: per le classi di età 20-24 e 25-29 anni l’aumento è del +23,9% nel complesso, e tra i 15-17enni il numero delle vittime passa da 51 a 80.

Aumenti marcati caratterizzano tuttavia anche le classi di età 40-44 (+14,7%), 50-54 (+14,1%) e 60-64 anni (+14,6%). Ancora preoccupante, sebbene in diminuzione nel 2024, la quota di bambini da 0 a 14 anni deceduti in incidente stradale (entro il 30esimo giorno): sono 29 nel 2024, erano 41 nel 2023.

Anche per effetto dell’invecchiamento della popolazione, il confronto tra la struttura per età e genere dei deceduti nel 2024 e nel 2010 mostra come la quota delle vittime in età adulta e anziana, rispetto al totale per genere, sia cresciuta nel tempoLa distribuzione dei tassi di mortalità stradale per età, calcolati sulla popolazione residente, conferma lo svantaggio di giovani e anziani: il tasso specifico di mortalità più elevato è nella classe 85-89 anni (103,8 ogni milione di abitanti) seguita da quella 20-24 anni (84,7 ogni milione di abitanti).


Tra il 2023 e il 2024, gli incidenti e i feriti aumentano su tutte le tipologie di strade, soprattutto sulle autostrade (+6,9% incidenti, +7,0% feriti). Anche il numero delle vittime aumenta in maniera marcata sulle autostrade (+7,1%), a fronte della diminuzione sulle strade urbane (-2,1%) e del leggero aumento su quelle extraurbane (+0,1%). Gli incidenti su autostrade e strade extraurbane aumentano anche nel confronto con il 2019 (+4,0% e +2,7% rispettivamente).

Con l’abbandono delle lezioni online e il ridimensionamento dello smart working la distribuzione temporale dell’incidentalità stradale torna a ricalcare i modelli osservati prima della pandemia. Analizzando i dati relativi al 2024, si nota come nei giorni feriali gli incidenti tendano a concentrarsi in tre fasce orarie ben precise: intorno alle 8 del mattino, tra le 13 e le 14, con un picco particolarmente marcato alle 18, in corrispondenza dell’uscita dal lavoro.

Va inoltre evidenziato un fenomeno che si è consolidato a partire dal 2020: l’intensificazione del traffico legato al trasporto merci e alla logistica, effetto diretto della forte crescita dell’e-commerce. A questo si aggiunge una parziale modifica nei ritmi e negli orari di spostamento, influenzata dall’adozione di modelli lavorativi più flessibili.

Nei giorni festivi, invece, il profilo orario dell’incidentalità presenta caratteristiche diverse rispetto a quelli feriali. In particolare, gli incidenti tendono a concentrarsi maggiormente nelle ore notturne, tra le 12 e le 13 e nuovamente intorno alle 18, suggerendo comportamenti di mobilità legati al tempo libero e alla socialità.

A livello provinciale, confrontando il 2024 con il 2019, anno di riferimento per l’obiettivo del dimezzamento delle vittime e dei feriti gravi entro il 2030, in 44 province su 107 si è osservato un aumento del numero di decessi, mentre in 55 province i numeri sono diminuiti; infine, in 8 province i dati sono rimasti invariati.

Complessivamente, la riduzione delle vittime a livello nazionale rispetto al 2019 è ancora contenuta e si attesta al 4,5%. Tre province – Verbano-Cusio-Ossola, Campobasso e Gorizia – hanno raggiunto l’obiettivo di ridurre del 50% le vittime rispetto al 2019. Al contrario, le province di Avellino, Sassari e Oristano hanno mostrato un incremento percentuale dei decessi, allontanandosi dal target europeo.

A livello regionale, le maggiori riduzioni dei decessi rispetto al 2023 sono state osservate in Veneto (-40), Lazio (-27) e Marche (-17). Al contrario, gli incrementi più rilevanti si sono registrati in Campania (+41), Umbria e Friuli Venezia Giulia (+17 ciascuna).

Per quanto riguarda la mobilità dolce nel 2024, i decessi tra i conducenti di biciclette elettriche sono aumentati del 66,7%, così come quelli dei monopattinisti (+9,5%), mentre si è registrata una diminuzione tra i ciclisti tradizionali (-19,1%) e i pedoni (-3,1%). Complessivamente sono deceduti 470 pedoni (-3,1%), 185 ciclisti (-12,7%, tra cui 20 su bici elettrica) e 23 conducenti di monopattino.

I comportamenti errati alla guida più frequenti si confermano essere la distrazione, il mancato rispetto della precedenza e la velocità troppo elevataInsieme, costituiscono il 37,8% delle cause (85.339 casi), valore stabile nel tempo.

Di A. M.

 

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