Cyclus, il sistema già pronto per la nuova circolarità dei veicoli
Mentre l’Europa definisce il nuovo Regolamento ELV, Cyclus mostra come la transizione sia già possibile.
In Europa la mobilità sta entrando in una nuova fase: più sostenibile, più trasparente e sempre più orientata alla circolarità dei veicoli.
Mentre il Parlamento Europeo e il Consiglio UE discutono gli ultimi dettagli del futuro Regolamento sui veicoli fuori uso (ELV), c’è chi questa transizione la sta già vivendo sul campo.
Haiki Cobat — divisione del gruppo Haiki+ – impegnata nello sviluppo di soluzioni per l’economia circolare — ha già costruito Cyclus, un modello operativo che anticipa di fatto gli obiettivi della futura normativa europea: collegare in modo diretto case automobilistiche, demolitori e impianti di trattamento, garantendo tracciabilità e trasparenza.
La piattaforma che unisce produttori e demolitori
Cyclus nasce per rispondere a una sfida concreta: trasformare la gestione del veicolo a fine vita in un processo integrato, efficiente e sostenibile.
Attraverso una piattaforma digitale avanzata, Cyclus connette le case automobilistiche con la rete autorizzata di autodemolitori, creando un flusso di informazioni continuo e certificato che accompagna ogni veicolo dalla presa in carico fino al completo recupero dei materiali.
Ogni fase — dalla raccolta alla demolizione, dal trattamento alla valorizzazione dei componenti — è tracciata e verificata. I dati vengono condivisi in tempo reale tra i soggetti coinvolti, permettendo al costruttore di avere una visione precisa del ciclo di vita del proprio prodotto e al demolitore di operare all’interno di una rete qualificata e riconosciuta.
Questo approccio consente di ottenere ciò che la normativa europea sta cercando di rendere obbligatorio: la chiusura del cerchio.
Non solo un obbligo ambientale, ma una nuova forma di efficienza industriale, dove la gestione del fine vita diventa un valore aggiunto per la filiera e non un costo da sopportare.
Un modello già allineato ai principi europei
Il lavoro svolto da Cyclus negli ultimi anni anticipa in modo concreto la direzione verso cui si sta muovendo la legislazione europea.
Il Parlamento Europeo, lo scorso settembre, ha approvato la sua posizione sulla bozza del Regolamento ELV, introducendo obiettivi ambiziosi per l’uso di materiali riciclati — almeno 20% di plastica riciclata entro sei anni e 25% entro dieci — e un rafforzamento delle responsabilità dei produttori nella fase di fine vita del veicolo.
Il Consiglio dell’Unione Europea, dal canto suo, ha ampliato il campo di applicazione anche a veicoli pesanti, motocicli e quadricicli, e ha previsto una responsabilità economica estesa per i costruttori, includendo i costi di raccolta e trasporto verso impianti autorizzati.
In attesa che il trilogo tra Parlamento, Consiglio e Commissione definisca il testo finale, è già chiaro che il futuro dell’automotive europeo sarà regolato da criteri di trasparenza, tracciabilità e responsabilità condivisa. Ed è esattamente su questi tre principi che Cyclus ha costruito il proprio sistema.
Dati, tracciabilità e valore circolare
L’infrastruttura digitale di Cyclus non si limita a garantire il rispetto normativo: è uno strumento di governance ambientale e industriale.
Ogni veicolo che entra nel circuito Cyclus è identificato, registrato e seguito digitalmente, con dati aggiornati sullo stato di recupero dei materiali, la gestione dei rifiuti pericolosi, la quantità di componenti reimmessi nel mercato e la riduzione complessiva dell’impatto ambientale.
Questo modello permette alle case automobilistiche di dimostrare in modo documentato la propria conformità ai principi dell’economia circolare e agli obiettivi del futuro Regolamento ELV.
Allo stesso tempo, consente agli autodemolitori di accedere a una rete qualificata, in cui la collaborazione con i produttori è strutturata e valorizzata.
In un contesto dove la nuova normativa imporrà livelli sempre più elevati di controllo e rendicontazione, Cyclus rappresenta una soluzione già pronta, capace di tradurre le esigenze regolatorie in processi fluidi, digitali e verificabili.
Oltre la compliance: una filiera che crea valore
La sfida che si apre con la nuova normativa europea non riguarda solo la conformità, ma anche la competitività.
Essere pronti alla circolarità significa ridurre sprechi, ottimizzare risorse, fidelizzare clienti e costruire una reputazione industriale solida.
Cyclus accompagna i partner in questo percorso, non solo come gestore tecnico, ma come abilitatore di un nuovo modello industriale, dove il rifiuto diventa risorsa e il dato diventa valore.
Con la sua piattaforma integrata, Cyclus consente di rispondere in modo immediato agli obblighi che emergeranno dal Regolamento ELV: tracciabilità dei flussi, certificazione digitale, collaborazione produttore-demolitore, e gestione intelligente del recupero dei materiali.
È un ecosistema che mette in relazione le competenze e le responsabilità di tutta la catena del valore, trasformando la gestione del fine vita in un pilastro della competitività sostenibile del settore automotive.
Cyclus, l’interlocutore per la nuova mobilità circolare
L’evoluzione normativa europea rappresenta una cornice che renderà obbligatorio ciò che Cyclus ha già reso possibile: un sistema efficiente, trasparente e realmente circolare.
Nel prossimo scenario regolatorio, case automobilistiche e autodemolitori dovranno dialogare più che mai; Cyclus è il ponte operativo che rende questo dialogo immediato, concreto e vantaggioso per entrambi.
In un momento in cui la transizione verso l’economia circolare si sta trasformando da visione a obbligo, Cyclus è già un passo avanti: un partner strategico per accompagnare la filiera nel cambiamento e un interlocutore di fiducia per chi vuole costruire oggi la mobilità sostenibile di domani.
Cyclus e Haiki Cobat vi attendono a Ecomondo presso lo stand Haiki+ [Pad B3 stand 201-300]