In G. U. il Decreto End of Waste per la gomma da pneumatici fuori uso

Obiettivo: favorire un utilizzo sempre maggiore della gomma vulcanizzata granulare in svariate applicazioni garantendo sicurezza e qualità, favorendo i controlli e contrastando gli illeciti ambientali.

Decreto End of Waste gomma vulcanizzata PFU

Finalmente in Gazzetta Ufficiale (Serie Generale n. 182 del 21 luglio 2020) il Decreto 31 marzo 2020, n. 78: “Regolamento recante disciplina della cessazione della qualifica di rifiuto della gomma vulcanizzata derivante da pneumatici fuori uso, ai sensi dell’articolo 184-ter del decreto legislativo 3 aprile 2006, n. 152. (20G00094) precedentemente firmato il 1° aprile.

Con la pubblicazione del “Decreto End of Waste” e con la successiva entrata in vigore, prevista al prossimo 5 agosto, si apre, di fatto, una nuova fase per il settore del riciclo della gomma derivante da PFU e per il più vasto approccio all’economia circolare nel Paese.

Entusiastica, in questo senso, la razione di Ecopneus: “Siamo molto soddisfatti della pubblicazione di questo Decreto che attendevamo da tempo e dell’impegno del Ministero, al quale abbiamo dato sempre il nostro pieno supporto e con il quale abbiamo stabilito un dialogo e un confronto costante“, ha dichiarato Giovanni Corbetta, Direttore Generale del principale operatore della gestione dei Pneumatici Fuori Uso in Italia con circa 200.000 tonnellate di PFU raccolte e recuperate ogni anno.
Oggi – ha proseguito – abbiamo tutti gli strumenti anche normativi per contribuire ad incrementare quantità e qualità dei materiali riciclati dai PFU e guardare ai prossimi anni con rinnovato slancio. È la dimostrazione che il Green Deal italiano passa anche dal riciclo dei PFU“.

Sono circa 400.000 le tonnellate di PFU che ogni anno vengono generate nel mercato del ricambio e della demolizione dei veicoli, interessate dal decreto“, aveva ricordato il Ministro dell’Ambiente Sergio Costa durante la presentazione del Decreto in pieno lockdown 3 mesi fa, senza contare le molteplici aziende che producono granulo da utilizzare dagli asfalti stradali all’impiantistica sportiva; dall’edilizia all’arredo urbano.

Una filiera virtuosa del riciclo – ricordavano allora dal Ministero – che genera economia e occupazione (oltre 100 imprese coinvolte per circa 1.000 addetti), nel rispetto dell’ambiente, dal momento che consente la riduzione delle emissioni climalteranti, diminuisce il ricorso a materie prime, riduce il consumo di acqua e favorisce gli investimenti delle aziende della green economy.

Un sistema, sottolinea oggi Ecopneus, che nel suo complesso garantisce già la raccolta e il recupero del 100% dei PFU generati da pneumatici regolarmente immessi nel mercato e che “grazie al Decreto End of Waste per la gomma vulcanizzata di PFU, potrà beneficiare di un definitivo slancio verso una sempre maggiore espansione delle applicazioni della gomma riciclata“.

La cessazione della qualifica di rifiuto (EOW, appunto), andando ad inquadrare in dettaglio le corrette procedure per il riciclo dei PFU favorirà un crescente utilizzo della gomma vulcanizzata granulare (GVG) che se ne ottiene e garantirà una sua ancora più elevata qualità e sicurezza delle applicazioni, attraverso un sistema di analisi, monitoraggio e tracciamento del materiali.

Più specificatamente, all’Allegato 2 (art. 3; comma 2) il Decreto prevede che la debba essere utilizzata per i seguenti scopi specifici:
a) produzione di articoli e/o componenti di articoli in gomma, conglomerati gommosi, mescole di gomma e gomma-plastica a condizione che gli stessi siano destinati a elementi strutturali e di rifinitura per l’edilizia, industria meccanica, componenti di mezzi di trasporto esterni all’abitacolo, costruzioni e infrastrutture ferroviarie e portuali, segnaletica e viabilità, pesi e contrappesi;
b) strati inferiori di superfici ludico sportive;
c) materiale da intaso di superfici sportive;
d) materiali compositi bituminosi quali bitumi modificati, membrane bituminose, additivi per asfalti a base gomma, mastici sigillanti;
e) conglomerati bituminosi o conglomerati cementizi;
f) agenti schiumogeni per acciaieria.

Il Decreto consentirà, inoltre, di contrastare con maggior puntualità gli illeciti ambientali, facilitando i controlli da parte degli Enti preposti grazie alla definizione dettagliata dell’iter di gestione e trattamento dei materiali.

Tra le principali novità operative introdotte dal Decreto figura, per gli impianti di trattamento, l’obbligo di dotarsi di un sistema per il lavaggio dei PFU in ingresso idoneo ad eliminare le impurità superficiali, l’istituzione di campionamenti e analisi sul materiale riciclato in uscita, la certificazione del produttore su ogni lotto di produzione del materiale riciclato.

Inoltre, un sistema di test e di tracciamento garantirà uniformemente su tutto il territorio nazionale qualità e sicurezza della gomma riciclata da PFU prodotta in Italia e delle applicazioni realizzate con granulo e polverino da parte di un numero sempre crescente di aziende specializzate.
Entrando nello specifico, il Decreto stabilisce criteri e condizioni specifiche, nel rispetto delle quali la gomma vulcanizzata derivante da PFU cessa di essere qualificata come rifiuto, indicando:
– la tipologia dei rifiuti cui il regolamento si applica;
– le modalità di ricevimento e accettazione dei conferimenti;
– alcune caratteristiche dell’impianto;
– le modalità di controllo e verifiche dell’output per lotti di produzione per il rilascio della dichiarazione di conformità;
– i vincoli di conservazione della documentazione e di tracciamento;
– gli impieghi consentiti e i limiti di utilizzo della GVG-Gomma Vulcanizzata Granulare.

Il Decreto, ora pubblicato in Gazzetta Ufficiale – hanno commentato da Ecopneus – corona un ampio e articolato percorso di confronto, verifiche ed analisi condotto dal Ministero dell’Ambiente con il Ministero dello Sviluppo Economico, il Ministero della Salute, l’Istituto Superiore di Sanità, ISPRA e l’Unione Europea; un lavoro impegnativo, che ha portato alla definizione di una normativa nazionale chiara, completa e dettagliata, a tutela dell’ambiente e della salute delle persone, che costituirà anche un modello di riferimento per prossimi provvedimenti in adozione presso altri Paesi Europei, confermando l’Italia come eccellenza internazionale nella gestione e riciclo dei PFU e nell’economia circolare“.

Un po’ più prudente l’accoglienza riservata alla pubblicazione da parte di Unirigom – Unione Nazionale delle Imprese che effettuano la frantumazione ed il trattamento degli pneumatici fuori uso e che aderisce a FISE Unicircular che ha voluto sottolineare come il nuovo positivo passo per l’industria del riciclo: “comporterà inevitabilmente difficoltà applicative ed oneri a carico delle imprese del settore, da individuare, valutare ed affrontare fin dalle prime fasi di implementazione per porre in essere opportune misure e soluzioni“.

Il Decreto, sottolineano: “presenta inoltre diverse imprecisioni e alcune limitazioni alla possibilità di generare nuovi prodotti dagli pneumatici dismessi, non sufficientemente motivate né da un punto di vista tecnico, né ambientale“.

Fra le criticità individuate dalle imprese, in primo luogo spiccano: la necessaria riorganizzazione delle modalità operative degli impianti e l’incremento dei costi che questi dovranno sostenere per rispettare quanto previsto dal nuovo Decreto, soprattutto per ciò che concerne la riorganizzazione delle aree di stoccaggio della gomma vulcanizzata, i costi per i campionamenti del materiale e quelli relativi alla dotazione del sistema di lavaggio.

Inoltre, si sottolinea negativamente come inserire tra le tipologie di PFU esclusi per la produzione di End of Waste quelli derivanti da stock storici e abbandonati o sotterrati potrebbe precludere l’utilizzo di pneumatici perfettamente utilizzabili per la produzione di GVG.
Pertanto – scrivono da Unirigom – se l’esclusione di pneumatici abbandonati a bordo strada o interrati risulta comprensibile, lo è meno quella di PFU correttamente stoccati e magari abbandonati all’interno di magazzini a seguito di un fallimento o altro evento occorso a chi era tenuto alla loro gestione“.

Nonostante le nostre numerose segnalazioni in sede di confronto con il Ministero dell’Ambiente – segnalano da Unirigom – questi nodi sono rimasti irrisolti e rappresentano, pur nel positivo quadro della pubblicazione del Decreto EoW, un freno all’ulteriore sviluppo dell’industria del riciclo della gomma vulcanizzata da PFU ed all’aumento della destinazione a riciclo di materia rispetto a quella del recupero energetico. Ci auguriamo che il Ministero voglia prendere in considerazione un rapido aggiornamento del Decreto appena pubblicato“.

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