Sicurezza stradale: fino al 40% delle vittime in Europa sono legate al tragitto casa lavoro

La Svizzera è il Paese più attento alla sicurezza stradale ed ha appena ricevuto a Brussels il Premio ETSC Road Safety Index Performance 2017.

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Come dimostrano i nuovi dati sulle vittime della strada, in tre anni nell’Unione europea i decessi non sono diminuiti.

I numeri sono drammatici: nel 2016 sulle strade europee sono morte 25.671 persone e gran parte di loro stava andando a lavorare.
Il numero esatto non è noto, ma, sulla base di un’analisi dettagliata dei dati provenienti da tutta Europa, è stato stimato che quasi il 40% di tutti i decessi per incidenti stradali sono legati al lavoro.

Sono questi i dati che emergono da un report di ETSC, l’European Transport Safety Council che invita i datori di lavoro, i governi nazionali e l’Unione europea ad aumentare gli sforzi per affrontare il problema dei decessi stradali nel tragitto casa lavoro.

“Mentre ci sono alcuni ottimi esempi di grandi e piccole organizzazioni in tutta Europa che iniziano a prendere sul serio la sicurezza stradale, – ha dichiarato Antonio Avenoso, direttore esecutivo di ETSC – ce ne sono migliaia che chiudono un occhio sui rischi che i propri dipendenti devono affrontare ogni giorno sulle strade.
Molte aziende, anche a torto, considerano la gestione del rischio come un peso piuttosto che un’opportunità. Tuttavia, la riduzione dei rischi, attraverso la gestione del viaggio, la formazione mirata e l’acquisto di veicoli più sicuri, possono tagliare i costi delle assicurazioni, ridurre le assenze e promuovere l’immagine di un’azienda. I datori di lavoro devono fare di più, ma il nostro rapporto mostra anche che hanno bisogno di aiuto e sostegno da parte dei governi nazionali e dell’UE per farlo”.

Il miglioramento della raccolta dei dati è un primo passo fondamentale per affrontare i decessi legati al tragitto casa lavoro.
Attualmente le forze di polizia nella maggior parte dei paesi dell’UE non segnalano lo scopo del viaggio quando registrano i dettagli degli incidenti stradali.
Inoltre, non esiste una definizione standard europea per le morti su strada legate al lavoro.

Questo porta ad una sottostima della dimensione del problema, poiché molti decessi potrebbero essere classificati come tali ma di fatto non vengono registrati.

Gli autori del report sostengono che il governo e gli enti pubblici dovrebbero dare l’esempio e adottare programmi di gestione della sicurezza stradale legata al lavoro per i propri dipendenti e aggiornare i requisiti degli appalti pubblici includendo la sicurezza dei veicoli del proprio parco mezzi.

La Svizzera ha vinto il Premio ETSC Road Safety Index Performance 2017, che ogni anno premia gli sforzi a lungo termine per ridurre le morti e i feriti gravi sulle strade europee.
Jürg Röthlisberger, direttore del Fedro, l’ufficio federale della viabilità elvetico, ha appena ritirato il prestigioso premio, in quanto la Svizzera ha registrato un calo del 15% dei decessi stradali nel 2016, diminuiti del 34% rispetto al 2010 e del 60% dal 2001.

Il paese, che ha scalato 5 posizioni in classifica di ETSC nel corso degli ultimi 5 anni, possiede attualmente il più basso tasso di mortalità stradale (26 morti per milione di abitanti) in Europa, insieme alla Norvegia (vincitore dello scorso anno).

“La Svizzera merita un riconoscimento internazionale, – ha commentato Avenosoperché, nonostante la sua buona annotazione sulla sicurezza stradale, il paese si è rifiutato di dormire sugli allori. Dal 2013, il programma Via sicura ha annunciato l’introduzione di 20 nuove misure. La Svizzera pratica la tolleranza zero sulla guida in stato di ebrezza per neo-patentati e autotrasportatori, sta migliorando la sicurezza delle infrastrutture e sta elaborando una legislazione per ridurre i rischi tra i conducenti giovani e inesperti. Speriamo che la vittoria della Svizzera possa inviare un messaggio positivo agli altri leader storici della sicurezza stradale, come i Paesi Bassi, la Svezia e il Regno Unito che negli ultimi anni hanno purtroppo ‘abbandonato la palla’”.


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