Relay attack: l’evoluzione dei furti auto

Organizzazioni criminali o bande ben strutturate utilizzano dispositivi tecnologici di ultima generazione per aprire e mettere in moto in 30 secondi sia le vetture di elevato valore sia le utilitarie.

ladroauto

Il recente “Dossier annuale sui Furti d’Auto”, elaborato da LoJack Italia, dimostra che il fenomeno dei furti auto è in costante evoluzione e i ladri sono diventati sempre più tecnologici.

Raccogliendo e analizzando i dati forniti dal Ministero dell’Interno e integrandoli con quelli provenienti da elaborazioni e report nazionali e internazionali, si è scoperto che i topi d’auto si adattano rapidamente alle nuove tendenze del mercato automotive.

Si tratta di organizzazioni criminali o di bande ben strutturate che utilizzano dispositivi tecnologici di ultima generazione per aprire e mettere in moto sia le vetture di elevato valore sia le utilitarie.

Bastano 30 secondi per rubare un auto, anche quando il proprietario ritiene di essere al sicuro.
Secondo le stime LoJack, elaborate anche sulla base degli strumenti di ritrasmissione recuperati dalla Polizia nelle attività congiunte di recupero, oggi in Italia un furto su 4 di veicoli dotati di chiave contactless per l’apertura/chiusura del veicolo a breve distanza, viene compiuto in brevissimo tempo anche grazie all’utilizzo di dispositivi tecnologici.

I “topi d’auto” che operano in Italia utilizzano principalmente due modalità hi-tech ben definite:
1. la ri-programmazione della chiave attraverso la presa di diagnostica;
2. la duplicazione del segnale della smart key: il relay attack.

La connessione fisica alla presa di diagnostica di bordo OBD per riprogrammare la chiave è un fenomeno in graduale crescita da 5 anni, anche grazie all’ampia disponibilità in rete di strumenti di sabotaggio e al fatto che finora le contromisure messe in campo dalle Case auto risultano inefficaci.
La dinamica è semplice: il ladro entra nell’abitacolo forzando la portiera in modo tradizionale, collega il suo dispositivo alla porte OBD , ha accesso alle informazioni riservate del transponder e nel giro di pochi secondi ottiene facilmente una chiave nuova.

Uno degli ultimi espedienti dei ladri d’auto dotate di smart key è il relay attack.
In questo caso si usano dei ripetitori in radiofrequenza, con i quali il ladro (a distanza di alcuni metri e anche dall’esterno dell’abitazione) capta il segnale della chiave in possesso del proprietario e lo fa “rimbalzare” fino a quello del suo complice che è posizionato vicino l’auto da rubare.
In questo modo il veicolo viene “ingannato” e azzera tutti i sistemi di protezione.

Questo avviene perché oggi le intelligent key permettono di aprire la vettura senza dover toccare prima la chiave.

Attraverso un generatore di onde radio a bassa frequenza, l’auto infatti “avverte” la presenza del proprietario nelle vicinanze e sblocca le portiere, oppure le chiude una volta che si allontana.
Il momento in cui è possibile rilevare un codice identificativo è proprio quando il telecomando è abbastanza vicino all’auto e un ricevitore all’interno del veicolo riconosce il codice.

Con l’evoluzione delle tecnologie, ormai è possibile farlo anche quando la chiave non è vicina alla vettura, attivando la trasmissione del codice attraverso strumenti specifici utilizzati per il sabotaggio, come nel caso del relay attack.

 

 

 


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