Nuovo regolamento ELV: sfide ed opportunità per gli autodemolitori
Il nuovo Regolamento ELV che sarà emanato dall’Unione Europea è destinato a cambiare l’operatività di un intero settore che si sta preparando a vivere una nuova svolta.
La responsabilità del recupero dei produttori e il raggiungimento degli obiettivi per i singoli impianti di trattamento sono le sfide del settore del fine vita dei veicoli. Un momento cruciale che richiede una sinergia crescente tra case automobilistiche e autodemolitori.
Se ne è discusso a Roma nel corso dell’evento “A che punto siamo con il nuovo regolamento End Life Vehicle?”, promosso dall’ADA, Associazione Demolitori di Autoveicoli.
A seguito di una revisione, a luglio 2023 la Commissione ha proposto un nuovo regolamento sui veicoli fuori uso, in linea con il Green Deal europeo e con il Piano d’azione per l’economia circolare.
Il nuovo regolamento sui veicoli fuori uso sostituirà le due direttive esistenti: la Direttiva 2000/53/CE sui veicoli fuori uso e la Direttiva 2005/64/CE relativa all’omologazione dei veicoli a motore in relazione alla loro riutilizzabilità, riciclabilità e recuperabilità.
Nel suo video intervento Paulius Saudargas, Relatore della proposta di Regolamento ELV del Parlamento Europeo, ha spiegato le ragioni di un nuovo regolamento per i veicoli fuori uso.
“Obiettivo del Regolamento è sostenere la transizione dell’Europa verso un’economia pulita e circolare entro il 2050. – ha affermato Saudargas – Uno dei target centrali è preservare le materie prime critiche di cui l’Europa è povera e rafforzare la nostra industria del riciclaggio. Il Regolamento dovrebbe contestualmente contrastare il cambiamento climatico e sostenere la competitività del nostro settore dell’auto. In particolare, la progettazione dei veicoli dovrà tenere contro degli obiettivi relativi al successivo riciclo attraverso l’ecodesign che dovrà rendere più semplice disassemblare i veicoli e avviarli a recupero. Gli eventuali contributi versati dal produttore dovranno coprire i costi sostenuti dagli operatori della gestione rifiuti per la raccolta e il trattamento nella misura i cui non siano già coperti dai ricavi provenienti dalla rivendita dei pezzi di ricambio usati o dalle materie prime secondarie riciclate. Il nuovo Regolamento porrà attenzione anche ai fenomeni dell’esportazione e dello smantellamento illegale dei veicoli e al mercato nero dei pezzi di ricambio”.
Le nuove norme proposte infatti coprono tutti gli aspetti di un veicolo, dalla progettazione all’immissione sul mercato fino al trattamento finale a fine vita:
– migliorare la progettazione circolare dei veicoli per facilitare la rimozione di materiali, parti e componenti per il riutilizzo e il riciclaggio;
garantire che almeno il 25% della plastica utilizzata per costruire un veicolo provenga dal riciclaggio (di cui il 25% da veicoli fuori uso riciclati);
– recuperare più materie prime e di migliore qualità, tra cui CRM, plastica, acciaio e alluminio;
– garantire che i produttori siano resi finanziariamente responsabili dei veicoli quando diventano rifiuti, per garantire un finanziamento – adeguato alle operazioni obbligatorie di trattamento dei veicoli fuori uso e incentivare i riciclatori a migliorare la qualità;
– porre fine alla “scomparsa” dei veicoli, attraverso più ispezioni, l’interoperabilità dei sistemi nazionali di immatricolazione dei veicoli, una – migliore distinzione tra veicoli usati e veicoli fuori uso e il divieto di esportare veicoli usati non idonei alla circolazione;
– coprire più veicoli ed estendere gradualmente le norme UE per includere nuove categorie quali motocicli, camion e autobus, garantendo un corretto trattamento di fine vita.
Matteo Mussini, Direttore di MUST & Partners, ha evidenziato i 5 punti fondamentali della nuova cornice regolatoria su cui si sono focalizzati maggiori sforzi dell’Associazione:
– definire chiaramente il concetto di “impianto autorizzato”, al fine di evitare ambiguità interpretative;
– evitare asimmetrie di potere tra gli impianti di trattamento (ATF) e i produttori;
– garantire una rappresentanza adeguata degli ATF negli organi di governance e controllo;
– distinguere adeguatamente il ruolo degli ATF rispetto a quello dei punti di raccolta, evitando sovrapposizioni o interferenze;
– limitare l’obbligo di rimozione delle parti, per un’applicazione proporzionata della norma.
Forte attenzione per le preoccupazioni delle piccole e medie imprese del settore della demolizione è arrivata dal Parlamento Europeo con gli interventi dei Deputati Pierfrancesco Maran e Stefano Cavedagna.
“Nel confronto con i relatori del Regolamento siamo riusciti a far riconoscere l’attività dei demolitori di auto come un anello centrale dell’economia circolare. – ha spiegato l’On. Maran – Nell’analisi del provvedimento abbiamo dato massima attenzione ai 3 milioni di veicoli a fine vita che ogni anno in Europa spariscono nel nulla. Oggi siamo arrivati a una stesura della norma più che attenta a frenare l’esportazione dei veicoli al di fuori dei confini europei e a ridurre anche le esportazioni al di là dei confini nazionali”.
“Abbiamo lavorato in sede europea per tutelare le piccole e medie imprese del settore della demolizione, talvolta anche micro-imprese a carattere familiare. – ha assicurato l’On. Cavedagna – Per questo abbiamo evitato un ulteriore rafforzamento della burocrazia che avrebbe messo fuori mercato proprio queste aziende. Tra i principali risultati raggiunti nel dibattito europeo va rimarcato il riconoscimento della differenza tra demolitore e frantumatore, inizialmente non previsto”.
Anche da parte dei costruttori, nell’intervento di Xavier Kaufman, Vice Presidente di “The future is neutral” – Renault, sono arrivati spunti concreti sul ruolo delle case automobilistiche nella gestione sostenibile del fine vita dei veicoli e sulle prospettive aperte dalla nuova proposta di Regolamento ELV e sulla collaborazione con gli impianti di demolizione dei veicoli.
Secondo l’ADA, il settore è oggi davanti a un passaggio importante, in primis perché la normativa richiede ad ogni impianto di raggiungere tra 5 anni la quota dell’85% di recupero del veicolo demolito. Solo chi raggiungerà questo target potrà restare sul mercato.
“Il testo del nuovo Regolamento tiene conto delle osservazioni sollevate dalla nostra Associazione nel corso del dibattito, molto però resta ancora da fare. – ha osservato Anselmo Calò, Presidente ADA – È importante, in particolare, che sia garantita la presenza di tutti i componenti della filiera nell’autorità di monitoraggio dell’attuazione dell’EPR. Guardando al prossimo futuro è fondamentale promuovere una maggiore collaborazione con le Case automobilistiche, che si basi su un dialogo leale e su un efficace partenariato”.
Di A.M.