Mercato auto Italia, ancora giù a luglio: -5,1%

Si conferma il trend negativo mentre preoccupano le previsioni per il resto del 2025.

Mercato auto nazionale in affanno anche nel mese di luglio.
Secondo i dati diramati venerdì scorso dal Ministero delle infrastrutture e dei trasporti, nel mese di luglio state immatricolate 118.493 autovetture a fronte delle 124.871 iscrizioni registrate nello stesso mese dell’anno precedente, pari ad una diminuzione del 5,11%.

Nel contempo, i trasferimenti di proprietà sono aumentati del 6,35%, passando dai 480.488 passaggi registrati al settimo mese 2024 ai 510.989 del mese scorso.

In virtù di questo risultato, il volume globale delle vendite mensili, pari a 629.482 unità, ha interessato solo per il 18,82% le vetture nuove, mentre l’81,18% ha riguardato auto usate.

Uno sguardo complessivo ai risultati dei primi sette mesi dell’anno non è meno preoccupante: da gennaio a luglio sono state immatricolate 973.396 unità quando ne erano state registrate 1.011.338 nello stesso intervallo di tempo del 2024; una differenza di 37.942 unità pari ad un calo del -3,8%.

Ma è il confronto con l’ultimo anno prima della pandemia a rivelare in tutta la sua drammaticità la situazione del mercato auto italiano (non che quello europeo sia in salute migliore, va detto): -22,7% rispetto a luglio 2019 e -21,3% rispetto a gennaio-luglio 2019!

Con questi dati, le previsioni per il risultato del 2025 non sono per nulla buone. Secondo le stime del Centro Studi Promotor il volume di immatricolazioni di quest’anno potrebbe chiudersi a 1.456.070 unità; in contrazione del 6,6% rispetto al 2024 e del 24% rispetto al livello ante-crisi.

Il “paziente Italia”, in questo caso, starebbe decisamente peggio rispetto alla media europea, considerando che la contrazione del mercato Ue nel primo semestre di quest’anno è stata del 19,1% rispetto al 2019.

Il mercato italiano dell’auto continua a mostrare segnali di sofferenza evidenti”, così Roberto Pietrantonio, Presidente UNRAE.
Nel contesto dell’Unione Europea dove l’Italia nel 2024 è quintultima per penetrazione delle auto elettriche, il rischio concreto è che il nostro Paese diventi sempre meno attrattivo per investimenti e offerta. È il momento di agire: occorrono incentivi stabili, semplici e pianificati, che orientino i consumatori e restituiscano fiducia nel cambiamento, così come è urgente una riforma fiscale per le auto aziendali, leva essenziale per favorire una transizione reale. Senza queste misure, non solo il mercato resterà debole, ma saranno i cittadini e il sistema-Paese a pagarne il prezzo”.

Sulla stessa lunghezza d’onda il Presidente di ANFIA, Roberto Vavassori che, a partire dal risultato del mercato auto di luglio, nel comunicato di commento al risultato di luglio, rimarca come questo: “non può lasciare indifferente la politica italiana e tantomeno quella europea”.

In particolare – ha rimarcato – l’assenza, ad oggi, di una data certa e di un’agenda precisa per la revisione del regolamento CO2 per i veicoli leggeri pesa come un macigno sul mercato, alimentando incertezza e perplessità nei possibili acquirenti che, ancora per la gran parte, non propendono per la scelta di un veicolo nuovo solamente elettrico”.

Ribadita, dunque, la necessità di: “urgenti misure concrete nella direzione della vera neutralità tecnologica dei vettori energetici, e che tutte le tecnologie oggi disponibili debbono essere previste e concorrere attivamente alla decarbonizzazione del parco auto europeo. Quest’ultimo, con i suoi 250 milioni di unità, sta inesorabilmente invecchiando e non adottando le tecnologie già oggi disponibili in grado di garantire un taglio di oltre la metà dei livelli di emissioni di CO2”.

Sul fronte delle alimentazioni il mercato auto italiano di luglio ha visto la perdita di quota di tutto il segmento degli endotermici, benzina e diesel (peraltro in sofferenza anche nell’intero periodo gennaio-luglio), a fronte della crescita registrata nei segmenti delle ibride (sia full che mild), delle ibride plug-in e delle elettriche a batteria.

Va detto, tuttavia, che mentre le prime rappresentano più del 44% del mercato di luglio, le elettriche pure, benché in crescita, sfiorano appena il 5% (4,9% per l’esattezza) del totale evidenziando, ancora una volta, la posizione di ritardo del nostro Paese che, nella classifica europea relativa alla penetrazione delle auto elettriche si colloca in quinta posizione.

Nel frattempo si tenta di affrontare la situazione con nuovi incentivi all’acquisto.
Nel rispondere ad un question time alla Camera, in data 30 luglio, il ministro dell’ambiente e della sicurezza energetica, Gilberto Pichetto, ha annunciato che si sta lavorando ad una nuova campagna di incentivi per l’acquisto di veicoli elettrici che dovrebbe partire a settembre e che si pone l’obiettivo di conseguire l’acquisto di: “almeno 39 mila veicoli a zero emissioni entro giugno 2026” grazie ad una apposita piattaforma informatica e a una dotazione di risorse di 600 milioni di € anche provenienti dal PNRR.

Previsti, secondo l’intervento del ministro: contributi fino a 11.000 € per i privati con ISEE fino a 30.000 € e fino a 9.000 mila € per chi ha un ISEE compreso tra 30.000 e 40.000 €. Per le microimprese è prevista una copertura fino al 30% del prezzo di acquisto, con un massimale di 20.000 euro per veicolo nuovo.

Verrà inoltre allestita una piattaforma informatica – ha aggiunto il Ministro – con cui da un lato i soggetti beneficiari potranno accedere direttamente agli incentivi, e dall’altro gli operatori economici potranno offrire veicoli elettrici nuovi in modo semplice e trasparente”.

Non ci resta che attendere.

di A. P.

Condividi con:

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *