Bonus/malus auto 2019: un piccolo passo verso la mobilità green

La Legge di Bilancio premia le auto elettriche e le ibride plug-in.

incentivi auto elettriche

Dopo settimane di dibattito stemperato appena dalle festività natalizie, finalmente, con l’approvazione del Maxiemendamento alla Legge di Bilancio 2019 (Legge 145/2018), si possono considerare quegli aspetti più interessanti per i consumatori, ovvero gli incentivi per l’acquisto di un’auto nuova correlati alle emissioni inquinanti.

Innanzi tutto un sospiro di sollievo: il bonus c’è (anche il malus, se è per questo, ma ne tratteremo in seguito); la parte che interessa in questo caso è contenuta nei commi dal 1031 al 1037.

I contributi a partire dal 1° marzo 2019 per l’acquisto di nuove auto a emissioni di CO2 fino a 70g./km (e fino ad un massimo di spesa di 50.000 Euro + Iva) riguardano auto elettriche e le ibride plug-in, dal momento che sono le uniche ad avere emissioni sufficientemente basse per far scattare il bonus all’acquisto.
Sono esclusi, quindi gli autoveicoli alimentati a metano e gli Euro 6.

Il bonus viene erogato mediante sconto sul prezzo di acquisto dal venditore all’acquirente, e non è cumulabile con altri incentivi di carattere nazionale. Saranno poi le imprese costruttrici o importatrici del veicolo nuovo a rimborsare al venditore l’importo del contributo, recuperando detto importo come credito d’imposta, utilizzabile esclusivamente tramite compensazione.

L’incentivo, introdotto in via sperimentale per il triennio 2019 – 2021, sarà compreso fra i 1.500 e i 6.000 Euro e per il suo calcolo occorre considerare che sono previste 2 fasce di emissioni (da 0 a 20g/Km e da 21 a 70 g/Km) così come la contestuale avvenuta o mancata rottamazione della vecchia auto.

Per capirci meglio:
nella prima fascia di emissioni (da 0 a 20g/Km) è previsto:
Bonus di 6.000 Euro con contestuale rottamazione della vecchia auto di categoria Euro 0, Euro 1, Euro 2, Euro 3 ed Euro 4;
Bonus di 4.000 Euro senza alcuna rottamazione.

Nella seconda fascia di emissioni (da 21 a 70 g/Km) è previsto:
bonus di 2. 500 euro con contestuale rottamazione della vecchia auto di categoria Euro 0, Euro 1, Euro 2, Euro 3 ed Euro 4;
bonus di 1.500 euro senza alcuna rottamazione.

Qual ora si rottamasse un’autovettura Euro 5, la cui mobilità è già ora limitata in diverse città d’Italia nei giorni di massima concentrazione di PM10, di fatto non si hanno le carte in regola per ottenere il massimo bonus previsto.

Attenzione però: il veicolo che viene consegnato per essere demolito deve essere intestato da almeno un anno alla stessa persona a cui sarà intestato il veicolo nuovo o ad uno dei familiari conviventi alla data di acquisto.
Il venditore entro 15 giorni dalla consegna della nuova auto dovrà avviare a demolizione il veicolo da rottamare e di provvedere direttamente alla richiesta di cancellazione per demolizione allo sportello telematico dell’automobilista.
Il venditore dovrà consegnare i veicoli usati ai Centri di raccolta autorizzati evitando, quindi, che tali mezzi possano essere rimessi in circolazione.

E veniamo adesso al meccanismo di disincentivazione, il cosiddetto malus.
Il maxiemendamento prevede una ecotassa ovvero un’imposta aggiuntiva sulle auto nuove di grossa cilindrata calcolata in base alla quantità di CO2 emessa mediamente per Km.
Anche per questa misura si prevede un periodo di applicazione che va dal prossimo 1° marzo 2019 al 31 dicembre 2021 ed una suddivisione in 4 fasce di emissioni:
– tra i 161 e i 175 g/km l’imposta sarà di 1.100 euro;
– tra 176 e i 200 g/km, 1.600 euro;
– tra i 201 e i 250 g/km, 2.000 euro;
– sopra 250 g/km, 2.500 euro.

Sono però escluse le auto ad alte emissioni, ma di piccola cilindrata che erano state inizialmente comprese nell’ecotassa.
L’imposta non sarà applicata ai veicoli per uso speciale come camper, veicoli blindati, ambulanze, auto funebri, veicoli con accesso per sedia a rotelle, caravan, gru mobili, carrelli dolly, rimorchi per trasporto eccezionale e altri veicoli per uso speciale che non rientrano in alcuna delle suddette definizioni.

Che dire, un piccolo passo verso la mobilità green è stato compiuto, anche in considerazione degli altri interventi per il trasporto previsti nella Legge di Bilancio (interventi a favore della micromobilità e detrazioni fiscali per l’acquisto e la posa in opera di colonnine di ricarica per veicoli elettrici), tuttavia, se si vorrà essere veramente incisivi nello svecchiamento del parco auto circolante e nella riduzione complessiva delle emissioni nocive, il lavoro da fare è parecchio di più e i vantaggi sarebbero per tutti.

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