Paraurti e portiere sono le parti più coinvolte negli incidenti stradali

Un’indagine Carglass ha fotografato i cambiamenti e le aspirazioni dei professionisti dell’autoriparazione.

fanale-paraurti

La professione del carrozziere negli ultimi 10 anni è profondamente cambiata.
È quanto emerge da una recente indagine condotta da Carglass su 200 carrozzerie affiliate al marchio.
Ben l’87% degli intervistati ha dichiarato, infatti, la convinzione di un profondo mutamento nell’ultimo decennio con un livello di sofisticazione degli interventi che è aumentato rispetto al passato per il 67% di chi ha risposto all’indagine.

Stando ai professionisti della carrozzeria, la gestione delle pratiche assicurative legate ai sinistri e al relativo iter che si conclude con la liquidazione sono un elemento rilevante per il 74% degli intervistati, seguita dal primo contatto con il cliente, la presa visione dell’auto (58%) e la comunicazione agente/assicurazione e perito/authority (51%).

Alla domanda relativa alle tre aree sulle quali investire ed impegnarsi nel prossimo futuro vengono riportate nell’ordine: la comunicazione con agente assicurativo (17%); il primo contatto con il cliente (14%) e la gestione pratica assicurativa (13%).

Spostando il focus sulle fasi della riparazione, gli intervistati considerano l’elettronica (98%) in cima alla classifica delle fasi di lavoro più complesse rispetto al passato, seguita dalla meccanica (91%), dal montaggio (65%) e smontaggio (60%) dei vari componenti.
Di contro, sono stati semplificati processi più tradizionali/artigianali come la preparazione (74%), la finitura (66%) e la lattoneria (57%).

Stando ai dati dell’indagine, i paraurti (anteriore e posteriore, rispettivamente con il 30% e 24%) sono quelli maggiormente coinvolti negli incidenti stradali e quindi, i più riparati, seguiti dalle portiere (15%).
Queste parti dell’auto, insieme alla fanaleria anteriore (13%) e alle parti strutturali come le traverse e i rinforzi (13%), sono proprio quelle che hanno registrato una sempre maggiore complessità di intervento, legata all’evoluzione tecnologica e ai cambiamenti del design stesso dell’auto.

Ieri come oggi, le conoscenze tecniche e quelle gestionali sono un punto fermo e gli strumenti tecnologici considerati più importanti sono i diagnostici (96%), seguiti a pari merito dal tintometro computerizzato e dai sistemi gestionali specifici per la carrozzeria (93%).

Sempre più determinante risulta la componente relazionale.
Il 46% degli affiliati dichiara che i clienti (per lo più uomini, 66%) si presentano di persona in officina mentre il 45% preferisce prendere contatto telefonicamente.

La passione per una professione emerge anche dagli aneddoti o episodi curiosi riportati dagli intervistati, come un’auto incidentata e riparata in 30 ore per consentire la partecipazione ad una edizione della Targa Florio, la consegna di una MG A del 1961 dopo circa 2 anni complessivi di restauro totale o ancora gli interventi su auto di lusso o inedite e vintage (Fiat 500 Topolino Sport Siata, Fiat 124, Iso Rivolta e Morgan e Mercedes degli anni 50, solo per citarne alcune).
La Ferrari è considerata l’auto più bella da riparare dal 35% degli intervistati, seguita da Lamborghini con il 10% e Maserati con l’8%.


Condividi con:

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *