Quale futuro per il motore a combustione?

Secondo un articolo dell’Agenzia Reuters apparso su Automotive News Europe, l’affermarsi delle norme sulle emissioni e l’elettrificazione stimoleranno il consolidamento del comparto motori.

blocco motore a combustione

Nel settore automobilistico sta crescendo la consapevolezza circa il valore della tecnologia dei motori a combustione in grado di soddisfare i nuovi requisiti di minori emissioni, ma questo, sostengono i dirigenti del settore e gli investitori, rischia di alimentare un’ondata di consolidamento nei prossimi 2 anni.

É quanto sostengono Arno Schuetze, Edward Taylor e Ben Klayman in un loro articolo dell’Agenzia Reuters, pubblicato in data 10 luglio sul sito Automotive News Europe.

Gli autori ricordano che le fusioni e le acquisizioni fra produttori sono state bloccate da quando il gruppo tedesco Volksvaghen è finito nell’occhio del ciclone per le manomissioni sui test emissivi nel 2015; un fatto grave di per sé che ha innescato un inasprimento globale delle regole sulle emissioni e che ha depresso il valore delle tecnologie benzina e diesel.

Tuttavia, gli esperiti analisti del settore affermano che il mercato globale sta già attuando un proprio meccanismo di difesa iniziando a separare quelle aziende in grado di soddisfare i nuovi standard emissivi e che quindi potrebbero colmare il divario nelle aspettative sui prezzi tra compratori e venditori nei prossimi 12-24 mesi, da quelle che dimostrano difficoltà ad allinearsi.

Allo stesso tempo, l’industria automobilistica ha quasi smesso di sviluppare motori a combustione di nuova generazione, spostando le limitate risorse disponibili alla costruzione di auto elettriche e auto a guida autonoma che, tuttavia, risultano ancora un prodotto di nicchia costituendo solo l’1,5% degli 86 milioni di auto vendute globalmente nel 2018.

Le proiezioni degli analisti per il futuro, poi, indicano che solo alla metà del prossimo decennio si arriverà al superamento delle varianti del motore a combustione da parte delle auto elettriche.

Tutto questo si traduce nella convinzione che la domanda di motori a combustione conformi alle emissioni proseguirà ancora e che tanto i produttori di auto, quanto i fornitori di tecnologia vedranno un recupero delle loro valutazioni.

Secondo gli investitori, dunque, stante la riduzione della capacità produttiva dei motori tradizionali dovrebbe aumentare l’impulso per le fusioni tra i fornitori; non a caso Volksvaghen ha annunciato che svilupperà la sua ultima generazione di motori a combustione entro il 2026, mentre da Ford, in giugno, hanno fatto sapere che presto chiuderanno due fabbriche di motori in Europa.

Così mentre i profitti delle aziende con tecnologia legata ai motori a combustione tradizionali si riducono, aumentano le richieste di soluzioni tecnologiche per affrontare la futura produzione di massa di veicoli elettrici.

La Casa di Wolfburg sta già trasformando 16 stabilimenti per costruire veicoli elettrici e prevede di iniziare a produrre 33 diverse auto elettriche con i marchi Skoda, Audi, VW e Seat entro la metà del 2023, trasformando la catena di fornitura del settore.

L’evoluzione del mercato, si intuisce dall’articolo, non riguarda solo la necessità di rimodulare le produzioni e i prodotti finiti, dal momento che c’è tutta una catena tecnologica saldamente ancorata al motore a combustione.

Secondo la società di consulenza AlixPartners, ci sono oltre 120 impianti che producono componenti per motori a combustione in Europa e uno studio dell’Associazione dell’industria automobilistica tedesca VDA afferma che in Germania solo 436.000 posti di lavoro sono legati ai motori di costruzione.

E tuttavia, ricordano gli autori dell’articolo, il futuro declino dei motori a combustione è ancora distante: James Kamsickas, CEO del fornitore di drivetrain statunitense Dana, ritiene che la domanda di motori a combustione interna (ICE) possa persistere per molti anni. “Le persone stanno esagerando un po ‘su quando il motore a combustione interna scomparirà”, ha affermato Kamsickas alla Reuters. “Ritengo – ha proseguito il CEO – che l’ibridazione sarà la soluzione per i prossimi 15 anni e questo richiede ancora la presenza di motori a combustione“.

Più volte abbiamo avuto modo di trattare le problematiche connesse ad una rivoluzione totalmente green per quanto concerne la mobilità di merci e di persone, così come le difficoltà di una massiccia riconversione elettrica del parco auto circolante.
Ci auguriamo che, nel cammino verso un prossimo futuro più sostenibile per tutti, Ricerca e Sviluppo e tecnologia consentano la produzione di motori sempre più performanti dal punto di vista dei consumi e delle emissioni.

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