L’industria automobilistica europea si prepara al traguardo della decarbonizzazione

Tuttavia l’Associazione europea dei produttori non nasconde le preoccupazioni del settore per il 2020 che si prevede in flessione dal punto di vista delle vendite.

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L’obiettivo europeo di raggiungere la neutralità delle emissioni di CO2 al 2050 è quanto mai vicino e l’industria automobilistica europea non si sottrae alla sfida e, in questo senso, ha presentato ieri, mercoledì 22 gennaio, a Bruxelles, un Piano in 10 punti per contribuire all’attuazione del Green Deal Europeo.

Il contesto è quello di un lavoro congiunto a medio termine nel quale i costruttori europei di autoveicoli già si stanno muovendo dal momento che il settore automobilistico, con 57,4 miliardi di Euro investiti annualmente in ricerca e sviluppo è già il maggiore contribuente privato europeo all’innovazione tecnologica in chiave di sostenibilità dal momento che gran parte di questo investimento è dedicato a soluzioni di mobilità pulita.

Tuttavia, le previsioni degli analisti di mercato per l’anno appena iniziato non sono del tutto favorevoli; dopo sette anni di crescita consecutiva delle immatricolazioni (+ 5,6% nel 2014, + 9,3% nel 2015, + 6,8% nel 2016, +3,4 nel 2017, + 0,1% nel 2018 e + 1,2% nel 2019) nel 2020 appare lo spettro di una contrazione delle vendite pari al -2%.

È proprio in vista di questo risultato negativo che l’ACEA ha inteso delineare le principali sfide che il settore si troverà ad affrontare a breve, mentre corrono le lancette verso l’obiettivo della decarbonizzazione anche nel settore dei trasporti.

Uno dei principali fattori di cambiamento per il nostro settore è la necessità di affrontare le preoccupazioni ambientali – ha dichiarato Michael Manley, Presidente ACEA e CEO di Fiat Chrysler Automobiles (FCA) – La buona notizia è che il trasporto su strada privo di emissioni di carbonio è possibile e insieme – con un approccio olistico – possiamo raggiungerlo entro il 2050. Ma ciò significa anche che molto cambierà nei prossimi decenni“.

Nell’illustrare il Piano il presidente di ACEA ha spiegato le “raccomandazioni politiche” che le 16 principali Case automobilistiche hanno formulato al fine di ridurre le emissioni di CO2 dell’intero settore dei trasporti nel modo più efficiente in termini di costi, muovendo principalmente dalla necessità che l’industria debba avere certezza del diritto nel passaggio alla neutralità del carbonio nel 2050.

In questo senso, affermano in ACEA, il quadro normativo dell’UE dovrà fornire stabilità a medio e lungo termine per la pianificazione di investimenti futuri. In primo luogo i costruttori chiedono che i legislatori comunitari rimangano neutrali rispetto alle scelte tecnologiche, ovvero: “senza imporre tecnologie specifiche o vietare i veicoli che possono ancora fornire riduzioni di CO2“.

Al fine di supportare una diffusione dei veicoli a propulsione alternativa i costruttori chiedono a Bruxelles l’implementazione urgente in tutta l’UE di una fitta rete di punti di ricarica e stazioni di rifornimento di carburante adatte per auto e ugualmente per i veicoli commerciali. Questa, secondo l’industria auto, resta una delle “condizioni abilitanti più importanti” per raggiungere la neutralità delle emissioni nei trasporti.

Un capitolo a parte merita il fattore “costo” delle nuove tecnologie a basse emissioni. I costruttori sono consci dei costi e di come questi si riflettono sul mercato, anche nel prossimo futuro.

Onde evitare che prezzi elevati non inducano i consumatori a frenare gli acquisti ed il conseguente mancato rinnovo del parco circolante, ACEA chiede ai legislatori di Bruxelles: “regimi di incentivazione coerenti ed economicamente sostenibili per gli utenti di auto e veicoli commerciali“.
Soprattutto – ha chiosato Manley – crediamo che il trasporto su strada e la mobilità debbano rimanere alla portata di tutti, indipendentemente da dove vivono in Europa o dai loro mezzi finanziari. Allo stesso modo, l’accordo verde della Commissione europea dovrebbe essere utilizzato anche come mezzo per rafforzare la competitività globale della nostra industria“.

Tanto più in un arco temporale che prevede “vacche magre” dopo sei anni consecutivi di crescita; infatti, la maggior preoccupazione dell’industria automobilistica Ue è che nel momento in cui la stessa sta intensificando gli investimenti e le strategie di mercato verso veicoli a “0 emissioni”, proprio il mercato dà segnali di contrazione in tutto il mondo.
Quindi – ha concluso il presidente di ACEA – la transizione verso la decarbonizzazione deve essere gestita molto bene dai responsabili politici“.

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