Veicoli commerciali: calate del 44,4% le immatricolazioni europee in maggio
Tuttavia il risultato del mese è meno devastante rispetto ad aprile allorquando, in Europa, si era nel pieno delle chiusure.
Anche il mese di maggio è stato caratterizzato dal segno negativo per quanto concerne il consuntivo delle nuove immatricolazioni di veicoli commerciali in Europa: – 44,4% rispetto a maggio 2019, che corrisponde ad una differenza di 87.424 mezzi.
I dati sono contenuti nell’ultimo report mensile a cura di ACEA che stima, altresì, il calo della domanda nella misura del 36,7% nell’insieme dei primi cinque mesi del 2020, una percentuale che corrisponde agli attuali 583.238 mezzi immatricolati contro i precedenti 921.341 del maggio dello scorso anno.
Un calo notevole, se si guarda alla base mensile e tuttavia meno pronunciato rispetto alla debacle di aprile in conseguenza del generale allentamento delle misure di contenimento del virus Covid-19.
Tutti i segmenti dei veicoli commerciali hanno visto diminuire la domanda e tutti i Paesi dell’Unione hanno registrato pesanti cali a due cifre.
Una osservazione mirata dei quattro principali mercati di riferimento mostra Spagna e Germania che hanno subito le perdite maggiori (rispettivamente: – 59% e – 47,9%), seguite da Italia (-36,5%) e Francia (-35,0%).
Situazione leggermente diversa se si guarda ai risultati complessivi dei primi cinque mesi dell’anno; in questo caso la classifica vede la Spagna in testa con il risultato peggiore (- 49,3%), seguita da Italia (- 40,3%) e Francia (- 40,2%); mentre la Germania ha accusato il calo minore (- 28,2%).
Ma vediamo in sintesi le performance dei diverse segmenti.
Nuovi veicoli commerciali leggeri (LCV) fino a 3,5 tonnellate
La domanda di furgoni e van è diminuita in maggio del 41,3% attestandosi sulle 92.604 unità, quando erano 157.828 a maggio 2019. Tutti i Paesi dell’Unione hanno registrato cali a doppia cifra, tuttavia non si sono toccate le punte del -80% raggiunte in aprile in pieno lockdown; anzi, rispetto al consuntivo di allora, tre dei quattro mercati principali, pur nel trend negativo, hanno registrato una leggera ripresa del mercato: Spagna (-58,7%), Italia (-35,3%) e Francia (-32,9%). Viceversa, il mercato tedesco con un risultato negativo del 45,5% ha registrato un calo percentualmente superiore rispetto al mese precedente.
La variazione percentuale nell’insieme dei primi cinque mesi dell’anno ha visto il mercato dei veicoli commerciali leggeri contrarsi nella misura del 36,4% in Europa, pari a 477.939 unità quando erano 751.262 nell’analogo periodo dello scorso anno. In questo caso è la Spagna che ha subito il calo maggiore (-51,2%), seguita da Italia (-42,4%), Francia (-40,3%) e Germania (-26,6%).
Nuovi veicoli commerciali pesanti (HCV) di almeno 16 tonnellate
Più che dimezzate, in maggio, le immatricolazioni di camion pesanti che sono passate dalle 29.247 unità di maggio 2019 alle attuali 11.783 (– 59,7%). In questo caso l’andamento europeo non è stato del tutto omogeneo e se i risultati peggiori si sono registrati nei Paesi dell’Europa centrale (Estonia, – 87,4%; Lituania, – 66,3%; Bulgaria, – 81,7% e Ungheria, – 80,6%), Cipro e Grecia si sono distinti per le crescite registrate, rispettivamente: 233,3% e 57,9%.
Tutti e quattro i mercati-chiave hanno registrato risultati negativi, in particolare Spagna e Germania (-62,1% e -58,0%), seguite da Francia e Italia (- 49% e – 41,7%).
I primi cinque mesi dell’anno hanno visto calare del 41,1% rispetto al periodo analogo 2019 le immatricolazioni di camion pesanti (76.232 unità contro le precedenti 129.414). In questo caso tutti i Paesi hanno contribuito con cali a doppia cifra dai quali si è discostato solo Cipro (- 4,3%).
Osservando i quattro mercati di riferimento ACEA nota che la domanda si è contratta del 41,9% in Francia, seguita da Germania (-36,8%), Spagna (-32,1%) e Italia (-29,0%).
Nuovi veicoli commerciali medi e pesanti (MHCV) oltre 3,5 tonnellate
Anche in questo segmento merceologico la domanda si è più che dimezzata (-56,9% pari a 15.244 unità contro le precedenti 35.391 di maggio 2019), ma in questo caso specifico è l’undicesimo mese consecutivo nel quale si assiste al declino delle immatricolazioni.
Solo la Grecia ha registrato un risultato positivo (31,3%), mentre tutti gli altri mercati Ue hanno raggiunto perdite a doppia cifra. Il mercato tedesco, pur dimezzando le vendite rispetto all’anno prima (- 54,6%), risulta il leader europeo nel segmento; gli altri tre mercati-chiave mostrano risultati analogamente inferiori: Spagna (-58,9%), Francia (-47,0%) e Italia (-41,3%).
Il consuntivo dei primi cinque mesi dell’anno, rispetto ai primi cinque mesi del 2019 ha visto immatricolare in totale 95.174 nuovi camion rispetto ai precedenti 154.927, pari ad un calo del 38,6% a cui hanno contribuito tutti i mercati con risultati negativi a doppia cifra. In questo caso è la Francia (-41,0%) ad aver registrato il calo percentuale maggiore (ma non in termini assoluti ché il triste primato spetta a Cipro con -71,4%), seguita da Germania (-33,4%), Spagna (-30,9%) e Italia (-29,4%).
Nuovi autobus e pullman di medie e grandi dimensioni (MHBC) oltre 3,5 tonnellate
Lo scorso mese le immatricolazioni di autobus sono diminuite in totale del 56,5% in tutta Europa attestandosi sulle 1.583 unità rispetto alle 3.636 di maggio 2019. Andamento non omogeneo nei vari mercati (dal -100% di Irlanda e Croazia al 100% di Cipro). Anche Repubblica Ceca (62,6%), Finlandia (47,8%) e Svezia (44,8%) hanno registrato risultati positivi, mentre tutti gli altri 23 mercati, inclusi i quattro principali, hanno registrato cali a due cifre.
Nei primi cinque mesi dell’anno la domanda di autobus nell’Unione europea è diminuita del 33,2%, (10.125 nuovi veicoli immatricolati in tutta la regione contro i precedenti 15.1352 del 2019). Croazia e Romania hanno registrato i risultati peggiori (-82,1% e -81,8%), mentre la Svezia è l’unico Paese ad aver innalzato la domanda pur di un semplice 7%. Altrove si è assistito ad un generale calo delle immatricolazioni cui non si sono sottratti i quattro mercati-chiave. In Spagna le immatricolazioni sono diminuite di oltre la metà (-54,3%), mentre Francia (-21,5%), Germania (-17,0%) e Italia.(-13,6%) hanno registrato cali più modesti.