Italia: parco auto troppo obsoleto secondo UNRAE

La fotografia nei toni del grigio emerge dall’ultima Sintesi Statistica fatta dall’Associazione delle Case automobilistiche estere che operano in Italia nella distribuzione e commercializzazione di autovetture.


Sintesi Statistica Auto 2019 UNRAE

Ad inizio agosto l’UNRAEUnione Nazionale Rappresentanti Veicoli Esteri ha pubblicato il rapporto: “L’Auto 2019 – il mercato italiano negli ultimi 10 anni, la transizione verso una mobilità sostenibile“, corposa sintesi statistica del mercato nazionale e mondiale che fotografa l’evoluzione e lo stato dell’arte del settore.

Il documento, disponibile sul sito dell’Associazione vede la luce in un momento particolarmente drammatico non solo per il comparto, dei veicoli a motore, ma anche per tutta la produzione industriale e per la società in generale stante l’incertezza causata dal proseguire della pandemia e dagli effetti delle varie chiusure a livello internazionale.

In più, come si ricorda nelle premesse, la batosta covid, s’è abbattuta sul contesto automotive sommando il proprio potenziale distruttivo ad una serie di complessità che da tempo agitano il settore: la mutazione della domanda, l’affermarsi dei nuovi segmenti ibridi ed elettrici, le opportunità della transizione energetica, l‘evoluzione normativa sui limiti delle emissioni dei veicoli.

Ma qual è la fotografia che emerge dal Rapporto per quanto riguarda il nostro Paese?
I toni sono soprattutto quelli del grigio, letteralmente; contorni in chiaroscuro che evidenziano un’immagine non proprio lusinghiera fatta di un parco circolante mediamente vetusto dove 6 auto su 10 hanno più di dieci anni d’età; più della metà delle auto non va oltre gli standard emissivi del 2010 e la benzina risulta la motorizzazione più richiesta a livello di nuovo.

Dal punto di vista del mercato, nel decennio 2010 – 2019 si è assistito dapprima al picco negativo del 2013 con 1.305.000 auto immatricolate (conseguenza della precedente crisi economica mondiale), cui è seguita una ripresa degli acquisti stabilizzatisi, lo scorso anno, a 1.917.000 unità che rappresentano un leggero +0,3%.

I dati scorporati per quote di mercato 2019 hanno visto il predominio della benzina (44,45%) su tutte le altre tipologie di alimentazione; continua a decrescere il diesel sul quale gravano le “campagne di demonizzazione” e i blocchi alla circolazione, ma che, purtuttavia, sfiora ancora la la quota del 40% (39,80% per l’esattezza).

GPL e metano detengono, rispettivamente, il 7,10% e il 2,2% delle quote di mercato; mentre prosegue l’ascesa delle vetture elettrificate (HEV, BEV e PHEV) che nel complesso nel 2019 hanno coperto il 6,6% delle preferenze degli italiani (5,73% le sole ibride; 0,56% le elettriche e 0,34% le plug-in).

Nella scelta della preferenza, dal punto di vista della carrozzeria, crescono a doppia cifra i SUV che si attestano al 42,5% della quota di mercato, di poco sotto le berline (46,7%) che si confermano in testa alle vendite. Aumentano anche le vendite delle city car per la spinta delle autoimmatricolazioni e per il crescente interesse dei consumatori verso le dinamiche di noleggio.

A fine 2019 il parco circolante delle autovetture ha raggiunto 38.360.000 unità; di queste la frazione rappresentata da quelle particolarmente obsolete è piuttosto alta considerando che le Euro 0 sono il 3,8% del totale; le Euro 1 il 5,2%; le Euro 2 l’8,4% e le Euro 3 il 12,7% (in totale 30,1%).
Se a queste si vanno ad aggiungere anche le unità circolanti Euro 4 si può ben vedere come più della metà (58%) del parco circolante nazionale sia poco performante dal punto di vista emissivo.
Per contro, le auto Euro 5 sono il 18,5% del totale e le Euro 6 solo il 23,9%.
Anche l’età media delle vetture è piuttosto alta, circa 11 anni e mezzo, un dato superiore alla media europea.

Sarà un caso, ma fa pensare il fatto che il grigio è il colore più diffuso per le auto italiane con una quota percentuale del 36,2%, seguito dal bianco (27,3%) e dal nero (15,2%); una triade piuttosto discreta e impersonale che con minime variazioni percentuali accomuna le scelte di entrambi i sessi.

Osservando velocemente i dati degli altri comparti si può osservare che, nel 2019 il mercato italiano dei veicoli commerciali ha segnato una leggera crescita del 4%, dopo il calo dell’anno precedente che fece piombare le cifre ai livelli del 2010. Fra i vari segmenti sono i furgoni a trainare la crescita complessiva e ad aggiudicarsi il 72% della quota.

Nel comparto dei Veicoli industriali (la cui età media, peraltro, per l’Italia, per quanto concerne i mezzi con ptt > 3,5 tonnellate, è di 13,6 anni) dopo un trend in ascesa dal 2014 al 2017, il biennio 2018-2019 si conferma in contrazione. Il mercato dei mezzi superiori alle 3,5 tonnellate ha chiuso col segno meno (-8%), mentre il mercato dei rimorchi e semirimorchi è sceso del 4% rispetto al 2018.

Non è andata meglio agli Autobus che, nel 2019 hanno visto scendere le immatricolazioni dell’8% arrivando a 3.124 unità. Tra l’altro l’età media è di poco inferiore ai 12 anni. A pagare di più, in questo caso, sono stati i settori del trasporto urbano e di linea.

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