Dal Covid alla mobilità del futuro: come cambieranno le abitudini degli italiani.

Una ricerca di BVA-Doxa per Groupama Assicurazioni “fotografa” il prossimo futuro della mobilità per gli italiani.

Quello della mobilità in tempo di Covid è stato, ed è tutt’ora, un aspetto interessante della risposta umana alla limitazione della circolazione delle persone e alla riduzione e distanziamento dei rapporti interpersonali.

Se da un lato, soprattutto nella fase più critica della pandemia per limitare il diffondersi della stessa in molte parti del pianeta si è dovuti intervenire con misure di blocco totale che hanno avuto effetti evidenti sulla mobilità delle persone e delle merci, con altrettanto evidenti ricadute sul traffico veicolare nei centri urbani e non solo; dall’altro, e lo si è osservato nelle fasi meno acute e nelle riaperture, si è assistito ad una immediata ripresa delle abitudini legate all’uso dell’auto privata, uso favorito, peraltro, dalla necessità di limitare, ove possibile, l’utilizzo dei mezzi pubblici e di quelli in condivisione, ragionevolmente ritenuti luoghi di maggior contagio.

Ma cosa accadrà nel prossimo futuro, dal momento che, comunque, prima del Covid s’era già diffuso, anche nel nostro Paese, un approccio diverso alla mobilità urbana?
Esiste un effetto-Covid e quale peso avrà sulla mobilità degli italiani nel prossimo decennio?

A queste domande ha cercato di rispondere una ricerca di BVA-Doxa per l’OsservatorioChange Lab, Italia 2030” realizzato da Groupama Assicurazioni, filiale italiana del gruppo francese tra i principali player del settore assicurativo, che ha voluto indagare – per meglio rispondere alle sollecitazioni del mercato – come cambieranno le abitudini degli italiani alla guida entro il 2030 proprio a partire dall’osservazione dell’impatto che l’evento pandemico ha avuto sulla mobilità nel nostro Paese.
E i risultati, come si legge in un Comunicato diramato in data 10 maggio, sono molto interessanti: nei prossimi 10 anni, più di 1 Italiano su 2 (53%) si dice pronto a rivedere sostanzialmente le proprie abitudini in termini di mobilità.

Vediamo insieme i risultati principali della ricerca.
Innanzi tutto, l’auto privata, continua (e continuerà anche se con percentuali minori), ad essere il mezzo preferito dagli italiani per la mobilità privata, anche se aumenterà il ricorso ai mezzi condivisi, ancor meglio se ecologici.

Attualmente, illustra la ricerca, 9 Italiani su 10 non possono fare a meno della propria auto: solo una minima parte (il 7%) ritiene possibile rinunciarvi, mentre il 97% degli intervistati dichiara di avere almeno un’automobile in famiglia da usare per spostamenti quotidiani e svago.
Ma tra dieci anni 2 Italiani su 10 (18%) prevedono di non avere a disposizione un unico mezzo di trasporto principale, bensì un ampio ventaglio di opportunità da valutare per le diverse esigenze. L’auto rimarrà comunque il mezzo più utilizzato (76%), cui seguiranno i pedali (23%) e i mezzi pubblici (15%) e le fasce d’età più adattabili saranno quelle dei giovanissimi tra i 18 e i 25 anni (66%).

Oggi solo 3 Italiani su 10 (che rappresentano il 29%) hanno dichiarato di far ricorso ai servizi di mobilità in condivisione-car sharing e di questi, la maggioranza, ne apprezza le opportunità in termini di risparmio di tempo (54%), denaro (47%) e minore impatto ambientale (34%); meno apprezzati, in genere, i servizi di scooter e bike sharing.
Tuttavia, il ricorso a tali forme di condivisione dei mezzi di trasporto aumenterà e la ricerca rivela che il 62% del campione intervistato è convinto che nel prossimo decennio ne farà più largo uso, con la percentuale che sale al 50% per la scelta del bike sharing.

La componente ambientale già oggi fa sentire il suo peso in termini di maggior propensione alla mobilità più sostenibile e dolce: biciclette tradizionali, a pedalata assistita, e-bike, monopattini e scooter elettrici sono sempre più presenti nel panorama della viabilità cittadina e nonostante la forte presenza di auto di proprietà, il 50% del campione intervistato conferma di possedere anche una bici e/o un monopattino, tradizionali o elettrici (seppur con una diffusione molto disomogenea nelle varie zone del Paese).

Il prossimo futuro, tuttavia, appare molto più green con il 35% degli intervistati che si dichiara favorevole alla massima limitazione o all’abolizione dell’uso di mezzi inquinanti in città; il 36% che vorrebbe solo l’utilizzo di mezzi di trasporto ecologici e il 29% che propende per un ambiente più pulito grazie al ricorso alla mobilità multimodale (e condivisa) per gli spostamenti favorendo comunque mezzi meno inquinanti.

Anche il “panorama” delle città dovrà subire cambiamenti sostanziali secondo l’indagine effettuata: aumento delle piste ciclabili, maggiore disponibilità di trasporto pubblico, riduzione del traffico veicolare per favorire un abbattimento degli inquinanti atmosferici.
Muta decisamente la preferenza verso le alimentazioni più green e l’adozione di carburanti “verdi”;  la quasi totalità del campione si aspetta l’adozione di carburanti 100% ecologici (89%) e automobili completamente elettriche (81%).

In questo scenario di mutazione progressiva delle modalità di mobilità del Paese, è ovvio che cambieranno anche le esigenze dei consumatori relativamente alle opportunità di assicurazione che si prospettano sempre più flessibili e rispondenti al nuovo concetto di mobilità multimodale; non a caso la ricerca commissionata da Groupama ha evidenziato che: “il 31% del campione intervistato vorrebbe un’assicurazione più legata alla persona che non solo ai singoli mezzi di proprietà; una polizza in grado di coprire tutti gli spostamenti, compresi quelli realizzati attraverso i servizi di sharing”.

 “L’idea che ha ispirato il nostro Osservatorio è semplice: tutto cambia, anche il modo di percepire i mutamenti e di affrontarli nella propria vita quotidiana”, ha commentato Pierre Cordier, Amministratore Delegato e Direttore Generale di Groupama Assicurazioni.
Dietro ogni cambiamento ci sono rischi – che il mercato assicurativo può mitigare – e opportunità. Una cosa è certa: chi si ferma, ha già perso”.

 

Infografica Osservatorio Groupama Assicurazioni – “Change Lab Italia 2030”; Fonte: Groupama Assicurazioni

 

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