Mercato auto Europa: maggio positivo sul 2020, ma perde il 25% sul 2019

Malgrado i dati dell’ultimo mese e del consuntivo 2021 siano apparentemente molto positivi, la ripresa del mercato auto è ancora lenta ed incerta.

Nel mese di maggio il mercato auto europeo ha segnato ancora un risultato positivo, ovviamente, rispetto allo scorso anno, ma la crescita a due cifre che ha superato il 50% nell’Unione e il 73% nell’intera Ue + Paesi EFTA + Regno Unito, non deve far dimenticare che, rispetto al 2019 sono tante le unità perse.
L’analisi emerge dai dati pubblicati stamani da ACEA, l’Associazione che raccoglie tutti i produttori automobilistici europei.

Guardando alla fonte, le unità immatricolate nell’UE nel mese di maggio sono state 891.6645 (+53,4%), ovvero 310.479 in più rispetto all’analogo mese dello scorso anno; una differenza positiva che sale al 73,7% (1.083.795 attuali contro le appena 623.836 di allora) se si considera il totale UE + EFTA + UK.
Tuttavia, il risultato apparentemente positivo è ben lontano dagli 1,2 milioni di autovetture vendute a maggio 2019 (-25%).

Tutti i mercati dell’Unione hanno reagito positivamente con rialzi anche a tre cifre e, fra i major markets si segnala la Spagna che, malgrado i volumi minori, ha registrato l’aumento maggiore (+ 177,8%). Buone le performance di Francia (+ 46,4%), Italia (+ 43%) e Germania (+ 37,2%).

Se si considera il consuntivo dei primi cinque mesi dell’anno la variazione in area UE è stata positiva con un aumento delle immatricolazioni del 29,5% (pari a 4.314.264 unità contro le precedenti 3.331.840 del periodo gennaio-maggio 2020); mentre in tutta l’Europa occidentale la foto scattata da ACEA mostra una variazione percentuale del + 31,1% pari a 5.204.398 unità contro le precedenti 3.969.841 dello scorso anno.

Anche in questo caso è stato generale il contributo di tutti i mercati dell’area (tranne la Romania e l’Olanda che, rispettivamente, hanno registrato diminuzioni del -9,1% e del – 2,4%.).
Rialzi a due cifre in tutti i mercati-chiave con l’Italia in testa (+ 62,8%), seguita da Francia (+ 50,1%), e Germania (+ 12,8%).

Ma la realtà, come anticipato poc’anzi e come facilmente intuibile visto il confronto “impossibile” con le eccezionalmente scarse prestazioni dello scorso anno, è di tutt’altra sostanza.

Anche a maggio il mercato auto europeo, pur mostrando un altro segno positivo, non riesce a compensare del tutto le perdite registrate nello stesso mese del 2020, che, a causa delle ripercussioni legate alla gestione della crisi sanitaria, aveva chiuso in flessione del 57%, perdendo 820.000 unità rispetto a maggio 2019. Il quinto mese del 2021 è quindi in ribasso del 25% rispetto maggio 2019, pur registrando 460.000 unità in più rispetto a maggio 2020” – ha affermato Paolo Scudieri, Presidente di ANFIA nel commentare i dati europei.

Non solo, da UNRAE sottolineano l’Italia a causa del graduale esaurimento degli effetti positivi degli incentivi nella fascia 61/135 g/Km di CO2 sia scesa di una posizione arrivando al terzo posto dopo Germania e UK nella classifica dei maggiori mercati per volumi di immatricolazioni.

Il rallentamento dell’Italia rispetto ai major markets europei, sia nel numero complessivo delle immatricolazioni sia nella quota delle auto ibride (HEV) – ha commentato Andrea Cardinali, Direttore Generale dell’UNRAE – è indice dell’esaurirsi degli incentivi della fascia 61-135 g/Km, il cui ruolo è stato determinante per il rinnovo del parco circolante, fra i più vecchi d’Europa”.

E del resto, ha proseguito è: “Grazie anche agli incentivi a questa fascia di vetture che nel primo trimestre dell’anno il nostro Paese ha ridotto di 11,3 g/Km le emissioni di CO2 sulle nuove immatricolazioni, un successo che per il 70% è da attribuire proprio alle auto della fascia 61-135 g/Km, che oltretutto hanno sostituito altrettante vetture obsolete”.

Un ragionamento fatto anche dalla filiera automobilistica nazionale, non a caso il Presidente ANFIA ha voluto rimarcare che: “questa specifica misura ha fatto registrare, nei primi due mesi dell’anno in corso, volumi addizionali di vendita di autovetture a basse emissioni pari a 40.000 unità, vale a dire il 28% in più rispetto al primo bimestre dello scorso anno, non ancora toccato dalla pandemia, con più di un quinto (21%) delle 166.282 auto incentivate prodotto negli stabilimenti italiani”.

La necessità di prorogare le misure di sostegno alla domanda è ancora, quindi, secondo le due Associazioni, l’unica strada per svecchiare il parco auto circolante nazionale e dare così un contributo in termini di riduzione delle emissioni in linea con gli obiettivi comunitari di decarbonizzazione che l’Ue s’è data.

 

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