Auto elettriche: dicembre in calo in Italia.

La fotografia scattata da Motus-E vede un mercato nazionale in controtendenza rispetto agli altri mercati europei. Occorre sostenere la domanda, risolvere le disomogeneità del Paese, favorire flotte aziendali a zero e basse emissioni e puntare sull’implementazione dei punti di ricarica privati.

Il mercato delle auto elettriche in Italia, a dicembre, ha chiuso con il segno “meno”, in evidente controtendenza rispetto agli altri principali mercati dell’Unione (Francia, Germania e Spagna) che con il nostro rappresentano più dei 2/3 delle immatricolazioni complessive di autovetture in area Euro.

Infatti, secondo un’analisi di mercato pubblicata a inizio mese da Motus-E (prima associazione italiana costituita a partire dall’input dei principali operatori industriali, del mondo accademico e dell’associazionismo ambientale e d’opinione per favorire la transizione green nel settore dei trasporti promuovendo l’e-mobility e la circuitazione delle informazioni relative), nell’ultimo mese dell’anno le auto elettriche pure circolanti in Italia sono risultate poco più di 171.000, con 4.526 immatricolazioni di BEV (Battery Electric Vehicles)nel mese, in calo del 26,6% sul 2021 (a dicembre 2021 erano 6.167 unità).

Anche a livello annuale i veicoli full electric hanno segnato una flessione, passando da 67.264 a 49.058 unità (-27,1%); mentre il 2022, per il nostro Paese si segnala anche per la leggera frenata della quota di mercato dei veicoli elettrici passati dal 4,6% dello scorso anno al 3,7%. A livello mensile il dato è stato ancor più pesante: 4,3% dal 7% di dicembre 2021.

Insomma, mentre il resto dei maggiori mercati automobilistici europei è riuscito ad aumentare le proprie performance nello specifico dei veicoli a zero e a basse emissioni, nonostante le contrazioni importanti cui pur si assiste dal 2020, l’Italia non è riuscita ad ottimizzare del tutto la campagna di misure di incentivazione a favore dell’auto elettrica e delle auto ibride e, in questo quadro, alimentazioni benzina e diesel continuano ad assorbire la quasi totalità della domanda interna accanto ad una larga quota di vetture mild hybrid.

Quello rappresentato dai privati costituisce il canale di mercato principale per questa tipologia di alimentazione nonostante la flessione registrata nell’ultimo mese dell’anno (-15,2%, pari a 1.721 unità quando ne erano state vendute 2.030 a dicembre ’21).

Al secondo posto in termini numerici è il canale rappresentato dal noleggio a lungo termine, che tuttavia ha scontato una variazione negativa di 533 unità in meno rispetto a dicembre di due anni fa; quindi il canale dei rivenditori, quello delle flotte aziendali (in diminuzione anch’essi) e quello rappresentato dal noleggio a breve termine, unico canale ad aver registrato una timida crescita: +18 unità nel confronto con l’ultimo mese del 2021.

La “fotografia” della distribuzione geografica su base regionale delle immatricolazioni BEV italiane 2022 vede al primo posto il Trentino-Alto Adige, che, con 8.331 unità rappresenta il 16,9% del totale); a seguire la Lombardia (8.223; 16,7% del totale) e il Lazio (5.698; 11,6% del totale). Da sole queste tre regioni hanno rappresentato circa il 45,3% del mercato delle full electric a livello nazionale.

L’analisi per macroterritori vede in testa le regioni del Nord Est (grazie anche alla buona performance del Veneto che con 3.838 unità immatricolate ha rappresentato il 7,8% del totale nazionale); seguito dalle regioni del Nord Ovest (13.361 unità), mentre le regioni del Centro si piazzano in terza posizione grazie ai numeri di Lazio (vedi sopra) e Toscana (5.415 unità, pari all’ 11% del totale nazionale).
Fanalino di coda, le regioni del Sud (4.091) e le Isole (2.196), insieme non hanno superato il risultato di Trentino-Alto Adige e Lombardia.

In crescita il trend delle installazioni dei punti di ricarica, saliti a 32.776 in 16.700 infrastrutture di ricarica (stazioni o colonnine), presenti in 13.225 location; migliora anche la potenza dei punti di ricarica, tuttavia, si conferma, ancora una volta, la disomogeneità della loro distribuzione sul territorio, con il Nord Italia che detiene il 57% dei punti di ricarica nazionali, seguito dal Centro (23%); mentre Sud e Isole, complessivamente, detengono solo il 20% di questi.

Da non sottovalutare, poi, che più di 1/3 (32%) del totale dei punti di ricarica è disponibile nei capoluoghi di provincia ed il restante negli altri comuni del territorio. D’altro canto, poi, i numeri dei punti di ricarica nelle strade extraurbane ad alto scorrimento (autostrade), nonostante una crescita di 250 unità avvenuta durante l’anno, continuano ad essere troppo bassi per una domanda che si vorrebbe in crescita.

Per riallineare il Paese ai partner europei, secondo Motus-E, occorre ripartire dal supporto alla domanda, a cominciare dagli incentivi al noleggio che dovrebbero essere equiparati a quelli per i veicoli privati senza rottamazione; ma anche agendo sull’allineamento tra il cap di prezzo per le auto elettriche incentivabili a quello per le ibride plug-in.

Inoltre, spiegano dall’Associazione, occorrerebbe agire su trattamento fiscale delle flotte aziendali per favorire le auto a zero e a basse emissioni; così come ampliando la platea dei fondi per le ricariche private.

La palla passa dunque al Legislatore che, ci auguriamo, sappia cogliere queste opportunità per ridare, da un lato, respiro ad un mercato importante per l’economia nazionale; dall’altro, un segnale concreto per l’innovazione del settore trasporti nel Paese con notevoli ricadute sull’ambiente.

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