Carenza di semiconduttori: a rischio la produzione automobilista europea?
Produttori automobilistici e fornitori del settore lanciano l’allarme per la mancanza di semiconduttori e la riduzione delle scorte che potrebbe comportare uno stop della produzione auto.
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È un allarme a più voci quello lanciato da CLEPA e ACEA per quanto concerne la carenza di semiconduttori che potrebbe causare, a breve, una interruzione della produzione europea di veicoli a motore.
CLEPA, l’Associazione europea dei fornitori del settore automobilistico che rappresenta oltre 3.000 aziende del settore delle forniture automobilistiche e promuove soluzioni di mobilità sostenibili, innovative e competitive, già il 23 ottobre aveva ricordato che, a fine settembre, il governo olandese ha assunto il controllo di un importante produttore mondiale di semiconduttori, per motivi di sicurezza nazionale, citando il potenziale trasferimento di tecnologie sensibili alla sua casa madre cinese.
In conseguenza di ciò, si legge nel comunicato diffuso da CLEPA, la Cina ha ora vietato a questo produttore di esportare prodotti fabbricati in Cina, aumentando il rischio di diffuse interruzioni della catena di approvvigionamento per l’industria automobilistica europea.
“Si tratta di una questione estremamente delicata”, ha dichiarato Benjamin Krieger , Segretario Generale del CLEPA. “Esortiamo tutte le parti a gestirla con integrità e cautela. Abbiamo una catena di fornitura profondamente interconnessa e la trasformazione della mobilità in Europa dipende da un ecosistema di semiconduttori stabile”, ha aggiunto.
“I fornitori del settore automobilistico stanno subendo gravi danni in quanto produttori intermedi, operando tra le fabbriche di componenti critici e i produttori di veicoli. Esortiamo tutte le parti interessate a impegnarsi in modo costruttivo e ad agire rapidamente per trovare soluzioni praticabili e immediate che possano prevenire interruzioni della produzione lungo tutta la catena del valore del settore automobilistico“.
I chip, ricordano dalla sede dell’Associazione a Etterbeek, in Belgio, sono oggi più che mai fondamentali per la complessa architettura elettronica dei veicoli e per altri 700 componenti critici.
In questo quadro è più che comprensibile immaginare come i fornitori sono i primi e più duramente colpiti dalle interruzioni nelle consegne di semiconduttori e l’attuale interruzione rappresenta una seria minaccia per le capacità produttive, con potenziali ripercussioni sulla produzione nel giro di pochi giorni.
Giusto per capire, a titolo di esempio, i soli sensori radar dei veicoli consumano circa un milione di chip alla settimana.
Occorre, dunque, agire per diversificare i siti di approvvigionamento e produzione tenendo presente che, scrivono dall’Associazione: “Le decisioni prese nel corso degli anni hanno lasciato l’Europa priva di una capacità di confezionamento dei semiconduttori sufficiente, e oggi ne stiamo vedendo le conseguenze. Questa situazione è un chiaro monito della necessità strategica di rafforzare le capacità locali”.
Intanto anche i produttori automobilistici europei hanno fatto sentire la loro voce.
Giusto ieri, l’Associazione europea dei costruttori di automobili (ACEA) che rappresenta i 16 principali produttori europei di automobili, furgoni, camion e autobus, ha diramato la propria allerta.
“Mentre la disputa politica che ha portato al divieto di esportazione dei chip Nexperia dalla Cina rimane irrisolta – hanno scritto da Bruxelles – la situazione diventa ogni giorno più critica per l’industria automobilistica globale. La conseguente carenza di forniture del tipo di chip semplici utilizzati nelle centraline dei sistemi elettrici dei veicoli sta colpendo duramente le case automobilistiche di tutto il mondo, anche in Europa”.
La situazione attuale vede l’industria automobilistica ad un passo dall’esaurimento delle scorte e, da un sondaggio condotto tra i propri membri, alcuni prevedono già a breve il fermo delle linee di assemblaggio.
É vero, ammettono i produttori, che esistono diversi fornitori alternativi, tuttavia il tempo gioca a sfavore, perché, in caso, servirebbero “molti mesi per creare la capacità aggiuntiva necessaria a far fronte alla carenza di offerta”. E, comprensibilmente, l’industria delle auto non ha molto tempo per scongiurare gli effetti pratici di questa carenza.
“Sappiamo che tutte le parti coinvolte in questa controversia stanno lavorando duramente per trovare una soluzione diplomatica. Allo stesso tempo, i nostri membri ci stanno segnalando che le forniture di componenti sono già state interrotte a causa della carenza”, ha dichiarato il Direttore Generale dell’ACEA, Sigrid de Vries.
“Questo significa che le fermate delle linee di assemblaggio potrebbero essere a pochi giorni di distanza. Esortiamo tutte le parti coinvolte a raddoppiare gli sforzi per trovare una via d’uscita diplomatica da questa situazione critica”.









