LA LOMBARDIA SPINGE SUL METANO

Dopo gli incentivi per l’acquisto di auto a metano, l’Accordo con ENI per l’apertura di 30 nuovi impianti entro il 2012 e la sperimentazione di auto a idrometano, continua l’opera di “metanizzazione” spinta da parte della Regione.

La Lombardia spinge l’accelleratore sul carburante economico ed ecologico e raggiunge quota 100 impianti di distribuzione di metano per autotrazione. Con quello inaugurato lo scorso 30 novembre presso la stazione di servizio ENI a Rescaldina (MI), sulla strada statale 527, la Regione aggiunge un altro tassello verso lo sviluppo della rete di distribuzione di metano e si aggiudica il terzo posto nella classifica delle regioni più “metanizzate” d’Italia, preceduta solo da Veneto (111 impianti) ed Emilia Romagna (133 impianti). “Con l’inaugurazione dell’impianto di Rescaldina la rete di distribuzione di metano in Lombardia raggiunge un traguardo eccezionale – ha commentato il Presidente della Regione Lombardia Roberto Formigoni – che testimonia la concretezza dell’impegno della Regione verso una mobilità sempre più sostenibile.

Ma è anche il frutto concreto di uno sforzo comune, che ha visto impegnati, da una parte, l’istituzione regionale e, dall’altra, ENI e altre Aziende come Vin.Pe, che desidero ringraziare per la lunga ed efficace collaborazione che ci ha portato a conseguire ottimi risultati come quello di oggi”. La spinta alla metanizzazione della regione è recente e lo sviluppo della rete lombarda è stato rapidissimo: nel 2001 gli impianti di distribuzione di metano in esercizio in Lombardia erano solo 21, nel 2009 gli impianti attivi erano 29, a fine 2010 sono ben 100. Le aperture di nuovi impianti a metano hanno registrato negli ultimi anni una vera e propria impennata: da una media di 5-6 aperture all’anno si è passati a 20 aperture solo nel 2009. “Abbiamo contribuito – ha sottolineato ancora Formigoni – a creare una spirale virtuosa, che porterà alla realizzazione di una rete a metano alternativa ai carburanti tradizionali”. A scattare la fotografia del metano in Lombardia è l’Assessore al Commercio e Turismo Stefano Maullu: “In nove anni abbiamo quintuplicato il numero degli impianti. Il nostro obiettivo è garantire un distributore di metano ogni 45.000 abitanti e uno ogni 30 chilometri sulla rete autostradale. Regione Lombardia si è prodigata per lo sviluppo del settore dei veicoli a basso impatto ambientale e in particolare di quelli a metano. La normati- va vigente prevede che, fino al raggiungimento di questo obiettivo, ogni nuovo impianto di distribuzione di carburanti debba prevedere una colonnina per il metano. Cresciuta anche l’erogazione del metano in Lombardia con un +20 per cento e le immatricolazioni di autovetture a metano hanno raggiunto un +200 per cento negli ultimi 4 anni, portando il parco circolante a oltre 100.000 autovetture (equivalenti a 1/6 del totale nazionale). Siamo i terzi in Italia come numero di impianti in esercizio, mentre come crescita siamo la regione che ha fatto meglio. Il 25 per cento del consumo del metano è lombardo”. L’estensione della rete metano, che procede oggi a grandi passi, è in realtà frutto di una scelta politica anticipatrice, oltre che strategica, che punta sul carburante pulito e investe nel suo sviluppo. Se la Regione Lombardia con i suoi 100 impianti è, infatti, oggi un modello di “regione metanizzata”, il merito va ad una vera e propria politica di diffusione che si è avvalsa di un solido pacchetto di misure “pro-metano”, come la semplificazione del- le procedure amministrative per l’apertura dei nuovi impianti, la suddivisione degli impianti di distribuzione di metano nei “bacini carburanti” per rispondere in maniera piu adeguata all’utente e l’obbligatorietà per legge del metano nei nuovi impianti: tutte le future aree di servizio delle prossime autostrade come Brebemi,Tem, Cremona- Mantova e Broni-Mortara, saranno, infatti, dotate di colonnine di metano. Se dunque l’accelerazione alla “metanizzazione” della Lombardia è recentessima, la prima vera spinta alla diffusione del meta- no risale al 13 settembre 2006, grazie alla sottoscrizione da parte della Regione di un Accordo che prevede l’estensione della rete distributiva di metano. Da allora, un pacchetto di misure, incentivi, finanziamenti e accordi ha contribuito a spingere il metano in regione fino all’ambizioso traguardo dell’inaugurazione del centesimo impianto a Rescaldina. L’azione regionale ha poggiato in questi anni sugli incentivi, sia a carattere finanziario con contributi per i nuovi impianti di erogazione del metano, sia a carattere urbanistico, con la possibilità per i Comuni di offrire premialità volumetriche agli operatori che ristrutturano i propri impianti e la semplificazione e sburocratizzazione delle norme e delle procedure. Ma non solo. Nel 2009 la stessa Regione ha stanziato una cifra-record di 104 milioni di euro per finanziare bandi e incentivi per promuovere l’adozione di mezzi e tecnologie eco-compatibili e a minori emissioni a favore di una mobilità a basso impatto. La Regione Lombardia ha fatto, inoltre, ancora di più. La vera svolta alla metanizzazione della regione arriva, infatti, con il Protocollo d’intesa sottoscritto lo scorso febbraio dal Presidente della Regione, Roberto Formigoni e dal Direttore generale Refining & Marketing di ENI, Angelo Caridi, per la realizzazione, entro il 2012, di 30 nuovi impianti a metano, di cui 11 sulla rete autostradale. L’intesa, che costituisce un significativo passo in avanti verso la metanizzazione della rete stradale (soprattutto autostradale) della regione, si inserisce nel programma di ammodernamento della rete di distribuzione dei carburanti, lanciato dalla Giunta regionale che fissa il numero minimo di impianti di rifornimento di metano per autotrazione da realizzare, entro il 2012, in rapporto alla popolazione: 1 impianto ogni 45 mila abitanti sulla rete ordinaria e 1 impianto ogni 30 km sulla rete autostradale. Secono la normativa vigente, infatti, fino al raggiungimento di questo obiettivo, ogni nuovo impianto di distribuzione di carburanti deve prevedere una colonnina per il metano. Sta proprio qui la novità del “modello lombardo”, la cui strategia promuove l’acquisto di auto a metano e allo stesso tempo lo sviluppo dei distributori a carburante pulito. “C’era il problema dell’uovo e della gallina, cioè come realizzare distributori se non ci sono auto a metano, ovvero come diffonde- re il metano da autotrazione se mancano i distributori – ha dichiarato il Presidente Formigoni – Così abbiamo applicato il metodo lombardo, e abbiamo fatto insieme l’uovo e la gallina: nuovi impianti di distribuzione e incentivi per l’auto a metano”. Ecco allora che il “metodo lombardo” diventa un modello, un esempio per tutte le altre regioni, italiane ed europee, che a tutt’oggi arrancano nello sviluppo della rete che si presenta ancora a macchia di leopardo, sia in Italia che in altri Paesi. Mentre il metano decolla in Lombardia, la Regione mira a tirare la volata e a far da trai- no anche per le regioni del bacino padano. Insomma, il primato di regione più “metanizzata” d’Italia, ora detenuto dall’Emilia Romagna, è destinato a passare ben presto di mano. Se, inoltre, l’Accordo ENI-Lombardia punta a coprire con il metano l’intera rete stradale lombarda, in realtà, l’intesa guarda con particolare attenzione alla rete autostradale, vero tallone d’Achille per gli automobilisti che hanno scelto il carburante più ecologico in circolazione. Ma la Regione Lombardia guarda ancora più lontano, lanciando e sostenendo la sperimentazione di combustibili innovativi come l’idrometano (miscela metano/idrogeno). Lo stesso Accordo ENI-Regione siglato lo scorso febbraio prevede, infatti, la realizzazione del “Progetto Idrometano”, volto a sperimentare l’uso dell’idrometano tramite due impianti di miscela metano-idrogeno: uno sulla tangenziale Ovest, in località Assago e uno nel distributore di metano attivo in viale delle Industrie a Monza. La miscela, che rappresenta uno step intermedio necessario verso l’utilizzo dell’idrogeno puro, offre molti vantaggi ed è in grado di garantire standard ambientali elevatissimi: l’idrogeno contenuto nella miscela utilizzato nei motori di combustione interna, contribuisce, infatti, ad un’accensione più pronta e alla combustione completa, mantenendo l’autonomia della vettura quasi inalterata rispetto all’uso del metano puro e riducendo ulteriormente il già limitato contenuto di carbonio del metano. Testare su strada la tecnologia a idrometano e verificarne la performace dal punto di vista ambientale è dunque l’obiettivo del Progetto, realizzato grazie alla collaborazione tra Regione Lombardia, Sapio, Centro Riecerche Fiat, ENI, Nuova Carrozzeria Torinese e FAST (Federazione delle Associazioni Scientifiche eTecniche). Il Progetto prevede, infatti, la messa in strada di una flotta, in dotazione in via sperimentale alla direzione regionale lombarda, di 20 Fiat Panda bifuel, metano/benzina, in grado di funzionare con la miscela metano-idrogeno. Qualora le ottime performarce ambientali ottenute nei test di laboratorio, ovvero la riduzione delle emissioni di CO2 di circa l’11% rispetto al metano e del 34% rispetto all’alimentazione a benzina, venissero confermate anche su strada, il Progetto aprirebbe la strada alla mobilità ad idrogeno facendo leva sulla tecnologia del motore a combustione interna. Per ora, nell’attesa che l’idrometano decolli, senza guardare troppo lontano, l’obiettivo a breve termine rimane la copertura capillare dei distributori di metano sul territorio. Secondo il monitoraggio di Ecomotori.net (www.ecomotori.net), portale on line dedicato alla mobilità sostenibile, entro l’anno la rete del metano sul territorio italiano raggiungerà i 780 impianti, mentre quella GPL supererà quota 2.800 punti vendita. Mentre così la Lombardia va avanti per la sua strada verso una “metanizzazione” spinta e diffusa, la speranza è che la best pratice lombarda sia da esempio alle regioni italiane, in cui a volte trovare una colonnina aperta è una vera e propria impresa e la ricerca estenuante si tramuta in fallimento.


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