Stangata 2017: aumentano carburanti, autostrade e RC auto

Gli automobilisti italiani dovranno fare i conti con una raffica di rincari.

rincari

A partire dal 1° gennaio spostarsi in auto o in moto costa di più.
L’Opec ha deciso di limitare la produzione di petrolio greggio e le quotazioni petrolifere al rialzo, con il greggio Wti salito fino a 55 dollari al barile e il Brent che ha superato quota 58,37 dollari hanno determinato la fine del trend del calo dei prezzi di benzina e gasolio auto.

Secondo il Centro Studi Promotor, già a novembre scorso gli automobilisti e le imprese italiane hanno speso 19 milioni in più per gli acquisti alla pompa.
Nei prossimi mesi i costi saranno ancora più elevati e la dinamica ascendente dei prezzi non sarà affatto di breve durata.

Dopo il livello massimo nel 2012 i prezzi dei carburanti in Italia erano iniziati a scendere, con notevoli risparmi negli acquisti alla pompa.
Solo nel 2015 il risparmio, nonostante i consumi fossero aumentati dello 0,9%, fu di ben 7 miliardi e anche da gennaio ad ottobre del 2016 il risparmio è stato notevole: ben 4,8 miliardi.
Tuttavia, i consumi nei primi 11 mesi del 2016 hanno fatto registrare un calo dello 0,5% rispetto allo stesso periodo del 2015, mentre la spesa corrispondente è calata del 9,3%, scendendo da 50,9 miliardi a 46,2 a causa di una contrazione particolarmente forte per la componente industriale (-19,6%).
Cala del 3,1% anche il gettito per l’Erario, che nei primi 11 mesi dell’anno è stato infatti di 30,9 miliardi rispetto ai 31,9 miliardi del 2015.

Secondo la BCE, entro la fine del 2017 i prezzi alla pompa potrebbero aumentare fino al 25%: “una stangata da 130 milioni di euro sugli italiani” per il Codacons secondo il quale “oggi per un pieno di benzina si spendono circa 4,45 euro in più rispetto allo stesso periodo dello scorso anno; per un pieno di diesel addirittura l’aggravio di spesa raggiunge +6,2 euro.
Questo perché i distributori di carburanti hanno applicato consistenti aumenti dei listini alla pompa: la verde costa mediamente il 6,1% in più rispetto al 23 dicembre 2015; per il gasolio i rincari sfiorano il +10%”.

Il Governo, in questo caso, dovrebbe ridurre la folle tassazione sui carburanti che pesa oramai per il 70% su ogni litro di benzina e gasolio acquistato dagli automobilisti.

Aumentano anche i pedaggi in autostrada, che subiscono un rincaro generale dello 0,77% e che determineranno nel 2017 una maggiore spesa compresa tra i 30 e i 35 euro su base annua a famiglia.

Gli automobilisti di Lombardia e Piemonte saranno i più colpiti dai rincari dei pedaggi, – ha denunciato il presidente Codacons, Carlo Rienzi e pagheranno aumenti più salati rispetto agli altri utenti delle autostrade”.
Gli incrementi tariffari più elevati riguardano proprio i tratti autostradali delle due regioni, con le tariffe della Brebemi che saliranno del +7,88%, TEEM +1,90%, Brescia-Padova S.p.A. +1,62%; Milano Serravalle Milano Tangenziali S.p.A. +1,50%; SATAP S.p.A. Tronco A4 +4,60%; SATAP S.p.A Tronco A21. +0,85%; Torino – Savona S.p.A. +2,46%.

Infine, dopo 4 anni di cali, anche l’RC auto potrebbe subire dei rincari.
Secondo l’agenzia di rating, Fitch la forte concorrenza tra le compagnie assicurative e i sistemi telematici, che permettono un controllo strumentale sul comportamento alla guida, hanno favorito l’abbassamento delle tariffe.
Tuttavia, i bassi rendimenti degli investimenti e una concorrenza più forte e trasparente porteranno le compagnie a rifarsi sugli utili dell’assicurazione auto.
Secondo l’Ivass, l’Istituto per la vigilanza sulle assicurazioni, il costo della polizza aumenterà nel 2017 di una decina di euro.

Fortemente preoccupate le associazioni dei consumatori.
Per Federconsumatori e Adusbef, questo andamento è insostenibile per le famiglie che, oltre a fare i conti con le ricadute della crisi economica, dovranno sostenere le ripercussioni che tali aumenti avranno su tutti i prezzi e le tariffe.

“Proprio per questo – hanno sottolineato Rosario Trefiletti ed Elio Lannutti, presidenti di Federconsumatori e Adusbef è necessario intervenire con grande determinazione sul fronte dell’eccessiva tassazione sui carburanti, quindi su accise e Iva.
Inoltre, in merito all’Iva, è da scongiurare nella maniera più assoluta un aumento dovuto alle clausole di salvaguardia, che la porterebbe sino al 25,5%, con pesantissime ricadute sui prezzi e sulle tasche dei cittadini”.


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