PFU Zero sulle coste italiane: raccolte oltre 8.500 gomme

In cinque anni, Ecotyre e Marevivo hanno effettuato 40 interventi per rimuovere gli pneumatici fuori uso (PFU) dai fondali e dai litorali delle isole minori e delle coste italiane.

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Sono state oltre 8.500 le gomme portate a riva dai sub e finalmente avviate al recupero dopo essere state sommerse per anni.

È questo il bilancio dell’edizione 2018 dell’iniziativa PFU Zero sulle coste italiane, il progetto di raccolta straordinaria di pneumatici fuori uso abbandonati sulle coste italiane organizzato dal consorzio EcoTyre e dall’Associazione Marevivo, con il patrocinio del Ministero dell’Ambiente e di Federparchi-Europarc Italia e in collaborazione con la Guardia Costiera.

“Abbiamo raggiunto – commenta Carmen Di Penta, Direttore Generale di Marevivo – con questa edizione di PFU Zero sulle coste italiane una serie di importanti obiettivi come il coinvolgimento sempre più attivo delle Istituzioni locali e delle Capitanerie di Porto di tutta Italia. Grazie, inoltre, ai protocolli di intesa siglati con alcune isole minori, abbiamo attivato canali preferenziali di raccolta e gestione degli PFU in difesa del mare. Alla quinta edizione di questo progetto abbiamo potuto constatare, con orgoglio, che ci sono sempre meno PFU abbandonati in mare, come il caso di Marina di Ravenna, a testimonianza di come questa operazione di recupero funzioni e aiuti a sensibilizzare sul problema dei rifiuti”.

In cinque anni, Ecotyre e Marevivo hanno effettuato 40 interventi per rimuovere gli pneumatici fuori uso dai fondali e dai litorali delle isole minori e delle coste italiane.

Nei porti di solito si usano i copertoni come parabordi su barche e moli per poi gettarli in mare, dopo anni di incuria e usura.
Proprio per questo motivo nel 2018 gli interventi si sono concentrati in acque portuali di 6 località e complessivamente sono stati avviati al riciclo circa 3.200 kg di pneumatici: a Messina (600 kg), a Trani (400 kg), a Gaeta (1.500 kg), a Marina di Ravenna (record, una sola gomma), a Porto Venere (600 kg) e ad Asinara (circa 100 kg).

Inoltre, EcoTyre e Marevivo hanno firmato dei protocolli di intesa con i comuni di Lampedusa, Pantelleria e Ustica che consentono il ritiro regolare dei PFU presso i gommisti delle isole e il trasporto a impianti di recupero.
Il progetto PFU Zero nei primi anni ha avuto un focus particolare proprio sulle isole minori perché in questi luoghi, oltre alle gomme abbandonate in acqua, è presente quotidianamente un problema logistico per il trasferimento dei rifiuti sul continente.

“Cinque anni fa, quando a Sestriere abbiamo iniziato il progetto PFU Zero – spiega Enrico Ambrogio, Presidente del Consorzio EcoTyre – credo che abbiamo avuto una buona intuizione. La strada che abbiamo percorso ci ha portato dalle Alpi alle isole minori e in giro per le coste Italiane, individuando e intervenendo su decine di depositi di PFU abbandonati. Il problema non è ancora del tutto risolto ma queste discariche sono sempre più rare, grazie anche al lavoro di sensibilizzazione che accompagna queste iniziative e al sito www.pfuzero.ecotyre.it dove è possibile segnalare depositi di PFU abbandonati, sui quali faremo le opportune verifiche e se possibile interverremo”.

Uno degli obiettivi principali del progetto PFU Zero è l’attività di sensibilizzazione e di informazione alla cittadinanza.
Grazie alla mascotte Gummy, sono stati coinvolti negli anni migliaia di ragazzi a cui, attraverso il gioco, è stata spiegata come funziona la corretta filiera di gestione degli PFU e quanto sia importante la salvaguardia del mare e dei suoi abitanti.

I PFU infatti sono una tipologia di rifiuto cosiddetta ‘permanente’: se lasciata in natura e in mare, necessita di centinaia di anni per degradarsi completamente.

In realtà, gli pneumatici fuori uso sono un prodotto completamente riciclabile perché composti da acciaio, fibre tessili e gomma, che una volta triturata può dar vita a pavimentazioni antiurto – come quelle delle piste di atletica o dei parchi gioco dei bambini – asfalti ad alta aderenza o centinaia di altri prodotti green.


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