SISTRI: soppresso dal 1° gennaio 2019

Soppresso dal 1° gennaio 2019 come da approvato Decreto Semplificazioni del 12 dicembre, il Sistri sarà sostituito in futuro da un nuovo sistema di tracciabilità dei rifiuti meno oneroso e più efficace.

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Il Sistri è morto, ne dà il mesto annuncio il Consiglio dei Ministri che in data 12 dicembre ha approvato il Decreto Semplificazioni, ovvero “Decreto in materia di semplificazione e sostegno per cittadini, imprese e pubblica amministrazione“, che di fatto sopprime il noto sistema di tracciamento telematico dei rifiuti.

Sembra concludersi così la triste parabola di un progetto mai compiutamente nato, in verità, eppure da subito inviso alle imprese ed alle Associazioni che, in più, è costato allo Stato in 9 anni di “vita sospesa” la discreta cifra di 141 milioni di Euro!

Il numero emerge in dettaglio dai dati forniti dal Ministero dell’Ambiente, secondo il quale, per il Sistri nel periodo 2010 (anno della sua istituzione) al 2014 sono stati fatturati ben 290 milioni di euro di cui ne sono stati pagati effettivamente 90. Successivamente, dal 2015 al 2018, sono stati fatturati 66 milioni di euro di cui pagati 51. Con l’intervenuta soppressione del sistema, l’affidamento in corso, che prevedeva 260 milioni in 5 anni, viene quindi sospeso.

Ma non è tutto, altre ombre gravano sul SISTRI perché non solo milioni di euro è costato allo Stato ma anche una scomoda inchiesta sulla società che avrebbe dovuto gestirlo e il cui contratto di affidamento era stato secretato.
Senza contare i denari spesi dalle aziende private in termini di adeguamento tecnologico e contributi) obbligate ad aderirvi.

La soppressione, dopo anni di polemiche e rinvii era già stata annunciata qualche settimana fa dal Ministro dell’Ambiente Sergio Costa che ne aveva stigmatizzato la triste parabola definendolo: “uno dei più grandi sprechi nella gestione dei rifiuti speciali“.

Va da sé che, in assoluto il Sistema non era una cattiva idea dal momento che era stato pensato per garantire l’informatizzazione della tracciabilità dei rifiuti speciali con l’obiettivo di organizzare in maniera precisa e telematica la rilevazione dei dati relativi ai flussi di rifiuti e infatti, lo stesso Ministro Costa ha sottolineato che il suo scopo era “assolutamente condivisibile, e anzi, necessario“.

Peccato che in questi anni le imprese obbligate ad aderire si sono accollate le spese di iscrizione, l’acquisto di software e hardware, la spesa per la formazione del personale addetto e l’aggiornamento dei mezzi in un contesto caratterizzato dall’assoluta oscurità di norme, sanzioni, sospensioni, rinvii, morti annunciate e revenants. Insomma un bell’aggravio di pensieri per chi si trova a fare attività d’impresa in un Paese che non brilla per semplificazioni burocratiche.

Dunque si abbassa definitivamente la pietra tombale su questa iniziativa?
Non del tutto, perché il Sistri sarà sostituito da un altro sistema di tracciamento dei rifiuti, una sorta di “Sistri 2.0” gestito direttamente dal Ministero dell’Ambiente a costi molti più contenuti (circa 3 milioni l’anno).

Fino alla sua piena operatività – ha annunciato il Ministro in una nota – i titolari soggetti alla tracciabilità dovranno continuare a usare il medesimo sistema utilizzato ora, quello cartaceo“.
L’obiettivo – ha spiegato il Ministro, è quello di – arrivare almeno al 90% risparmiando soldi e tempo per le aziende. Si deve entrare in una sorta di Sistri 2.0 che digitalizzi l’intera tracciabilità dei rifiuti e i documenti fiscali, superando in tal modo il doppio binario cartaceo/digitale e il registro di carico e scarico“.

Resta da vedere, a questo punto, cosa risorgerà dalle ceneri di questa strana Fenice.

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