Mercato auto 2019: prospettive di crescita scarsa

Secondo l’associazione dei produttori europei pesano la mancanza di infrastrutture di ricarica per la diffusione dei nuovi veicoli elettrici e le incerte prospettive di mercato derivanti dall’uscita eventuale del Regno Unito dall’Ue in assenza o meno di accordo.

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Si prevede una stagnazione ai livelli del 2018 (in termini di unità vendute) per il mercato auto 2019 con risultati che si attesteranno sui 15 milioni di nuove immatricolazioni.

Ad affermarlo è l’Associazione dei costruttori automobilistici europei – ACEA, nel corso di una Conferenza Stampa che ha avuto luogo a Parigi nella giornata di ieri, mercoledì 13 febbraio.

Durante l’evento, l’ACEA ha avuto modo di presentare un’analisi di mercato per l’anno appena iniziato a partire dai dati raccolti nell’ultimo periodo. Ebbene, a fronte di un quinquennio di crescita, dove però il ritmo della stessa è rallentato progressivamente sino ad arrivare ad appena uno 0,1% nel 2018 a fronte di un ben più polposo 9,3% del 2015), per l’anno in corso ACEA vede un mercato europeo stabile con un tasso di crescita inferiore all’1%.

Alla luce di questa previsione di crescita piuttosto traballante, dovremo compiere ogni sforzo per salvaguardare la competitività del nostro settore, tenendo presente alcune delle principali sfide future” ha dichiarato il presidente di ACEA Carlos Tavares alludendo sia al raggiungimento degli obiettivi al 2020 e post 2020 delle emissioni di CO2 per le auto, così come alle tragiche prospettive di una Brexit senza accordo e “all’onnipresente minaccia dei dazi sulle importazioni di auto USA“.

Sul primo punto nodale, quello relativo alla riduzione di emissioni di anidride carbonica, i dati dell’ACEA non sono incoraggianti: pur considerando il calo progressivo delle vendite di auto alimentate a gasolio, peraltro compensato dalle vendite di quelle a benzina, lo scorso anno è stato il secondo consecutivo che ha visto, di fatto aumentare, le emissioni climalteranti dei nuovi autoveicoli.

In questo scenario, secondo i costruttori europei, il raggiungimento degli obiettivi UE di riduzione delle emissioni provocate dalle auto obiettivi futuri in materia di CO2 richiederà una crescita significativa delle vendite di auto elettriche e di altri autoveicoli a propulsione alternativa rispetto ai ritmi attuali, considerando, però che i consumatori rimangono tutt’ora scettici dati gli alti costi di listino e le difficoltà rappresentate dalla mancanza di una diffusa rete di ricarica sulle strade dell’UE.

E in effetti, a ben guardare, sottolinea ACEA, nel 2018 solo il 2% delle auto nuove vendute è rappresentato da veicoli a ricarica elettrica. A questo punto, per rendere raggiungibili gli ambiziosi obiettivi di riduzione fissati dall’UE: “stiamo sollecitando i responsabili politici a garantire che tutte le giuste condizioni di attivazione siano in atto, in particolare facendo gli investimenti indispensabili nelle infrastrutture”, ha dichiarato Tavares.

Sulla prospettiva spinosa di una hard Brexit, ovvero l’uscita del Regno Unito in assenza di accordo con l’Unione Europea, che, allo stato attuale, non solo non è del tutto esclusa ma sembra più probabile che mai, il Presidente ACEA ha sottolineato come i produttori di auto sono già ora costretti a prendere decisioni scomode e misure di contingenza che prevedono sia la pianificazione di chiusure temporanee, sia lo spostamento della produzione verso altri Paesi così come la progressiva riduzione dei relativi investimenti nel Regno Unito.

Il dramma, tuttavia, è che nessuna di queste misure potrà realisticamente compensare tutti i gap derivanti dal ritiro del Regno Unito dal mercato europeo e dall’introduzione, nel caso, delle regole del WTO.

Pertanto, da Parigi, la voce dei produttori è unanime nel chiedere ad entrambe le parti un raddoppio degli sforzi “per concludere con successo un accordo di ritiro in queste cruciali settimane finali“.

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