Effetto pandemia: nel 2020 un’auto su 5 avrà più di 18 anni

Quest’anno, a causa della pandemia di Covid-19, il mercato auto toccherà il livello più basso mai registrato da inizio secolo.

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Dai numeri pubblicati periodicamente dall’Aci emerge quanto sia importante il settore automobilistico per il nostro Paese.
In Italia si contano 655 auto ogni 1000 abitanti, mentre, prendendo in considerazione tutti i veicoli, il rapporto sale a 868 ogni 1000 abitanti.
Nelle città circolano, mediamente, 643 auto ogni 1000 abitanti: il valore massimo a L’Aquila (776) e Frosinone (775), il minimo, oltre Venezia (424), a Genova (469) dove sono molto usati i motocicli e Milano (501), grazie all’efficienza del TPL e alla diffusione di altre forme di mobilità.

Non solo, nel 2019 gli italiani hanno speso 155 miliardi di euro per il proprio veicolo: 49 miliardi sono stati spesi per l’acquisto, poi per carburante (39 miliardi) e manutenzione (26 miliardi).

Miliardi di euro che si trasformano in entrate per il fisco: 65 solo nel 2019, di cui oltre la metà (circa 35 miliardi) proveniente dalla vendita dei carburanti.

Con il crollo delle immatricolazioni a marzo e aprile, nel 2020 il mercato auto italiano toccherà il livello più basso mai registrato da inizio secolo, con numeri ben al di sotto degli 1,6 milioni rilevati nel 2013.

Nei prossimi mesi, infatti, molti italiani rinvieranno l’acquisto di un’auto, a causa della pesante crisi economica conseguenza del lockdown e per aspettare l’erogazione di incentivi da parte del Governo, come richiesto a gran voce da tutti gli operatori del settore per facilitare il rilancio del mercato, come gli incentivi alla rottamazione che nel 2007 fecero registrare il record di vendite e oltre 2,5 milioni di immatricolazioni.

Anche l’ambiente subirà le pesanti conseguenze dell’effetto pandemia sul settore auto: mentre la tecnologia avanza, in Italia continueremo ad avere in circolazione un’auto su 5 con più di 18 anni di classe Euro 0-1-2.

Le Regioni più penalizzate saranno quelle del Sud che, già oggi, presentano un indice trasferimenti/prime iscrizioni notevolmente più elevato rispetto alla media nazionale di 1,6 (3,6 acquisti di auto usate per ogni acquisto di auto nuove), e dove le autovetture Euro 0-1-2-3 costituiscono il 44,5%, rispetto al 32,5% della media italiana.

Agevolate dagli ecoincentivi erogati dal 2015 al 2019, oggi crollano anche le immatricolazioni delle autovetture ibride ed elettriche, soprattutto a causa del prezzo, generalmente, più elevato.
Tuttavia, a dispetto del netto calo delle auto nuove a gasolio riscontrato a partire dal 2018, le prime iscrizioni di marzo ed aprile scorso dicono che questo tipo di alimentazione potrebbe tornare ad essere il preferito dagli acquirenti.

I concessionari sono riaperti dal 4 maggio, ma le difficoltà nello smaltimento dei veicoli in stock , con il mercato in stallo, impedirà alla filiera industriale di ripartire a ritmi sostenibili, un danno che per molte imprese, già fiaccate da due mesi di azzeramento del fatturato, si ripercuoterà sull’occupazione.

In questo clima di incertezza molti sono stati gli appelli al Governo, perché colga l’occasione della drammatica situazione socio-economica determinata dalla pandemia di Covid-19 per adottare misure in grado di coniugare esigenze ambientali e commerciali con quelle industriali e di tutela dei lavoratori della filiera automotive.

In assenza di interventi mirati, infatti, una chiusura del mercato auto 2020 con 5/600.000 unità in meno rispetto all’anno precedente determinerà un mancato gettito IVA di circa 2,5 miliardi di Euro.

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