Sicurezza stradale: in maggio la Settimana di sensibilizzazione delle Nazioni Unite.

Il tema di quest’anno: Streets for Life, tende alla promozione del limite di velocità di 30 Km/h nelle strade urbane per ridurre incidenti e vittime sulle strade.

Dal 17 al 23 maggio prossimo si celebra la Settimana della sicurezza stradale delle Nazioni Unite che quest’anno avrà come finalità la promozione del limite di velocità di 30 Km/h nelle zone urbane sintetizzato nello slogan: Streets for life e nella campagna di sensibilizzazione #Love30 indirizzata a che tale limite diventi la norma per città, paesi e villaggi in tutto il mondo.

Gli incidenti stradali rappresentano un rilevante problema di sanità e sviluppo. Circa 3.700 tra padri, madri, fratelli, sorelle, figli, figlie, amici e colleghi muoiono ogni giorno sulle strade del mondo”, aveva dichiarato António Guterres, Segretario Generale ONU nel Messaggio per la Giornata Mondiale in Memoria delle Vittime di Incidenti Stradali, lo scorso 15 novembre.
Gli incidenti stradali – aveva aggiunto – costituiscono la causa principale di morte per bambini e ragazzi tra 5 e 29 anni; il 90 per cento delle vittime vive in Paesi a basso o medio reddito”.

Nell’accogliere con evidente piacere la risoluzione dell’Assemblea Generale n. 74/299 “Migliorare la sicurezza stradale globale” che, nello scorso agosto ha proclamando il Decennio di azione per la sicurezza stradale 2021-2030, con l’ambizioso obiettivo di prevenire almeno il 50% dei decessi e dei feriti dovuti al traffico stradale entro il 2030, Guterres aveva ulteriormente sottolineato che: “La sicurezza deve essere al centro dei nostri sistemi di mobilità”.

Ebbene, in occasione della prossima iniziativa di maggio, l’ONU ricorda che affrontare il rischio di morte nel traffico stradale è fondamentale per raggiungere gli obiettivi di sviluppo sostenibile, in particolare quelli che riguardano la sicurezza sanitaria, le città sostenibili, la povertà e la riduzione delle disuguaglianze tra e all’interno dei paesi. Non solo, le politiche che affrontano l’impatto del traffico stradale e creano ambienti per opzioni di trasporto sicure, sostenibili e inclusive, sbloccano anche azioni per la protezione del clima e anche l’uguaglianza di genere.

In questo quadro, urge un cambio di paradigma nell’approccio alla progettazione delle strade e altrettanto nella gestione della velocità in cui le persone e il traffico veicolare si mescolano dal momento che, un limite a 30 Km/h contribuisce notevolmente a ridurre le morti da incidente stradale proteggendo soprattutto gli utenti deboli della strada: pedoni, ciclisti, bambini, anziani e persone con disabilità.

Alcuni studi suggeriscono che la riduzione di velocità sulle strade urbane ha un’incidenza evidente sul calo delle vittime fino al 6% per ogni miglio orario ridotto, mentre l’Organizzazione Mondiale della Sanità ha concluso che un aumento della velocità media di 1 Km/h comporta un rischio di incidente superiore del 3% e un parallelo aumento del 4-5 % di vittime.

Per contro, le Nazioni Unite hanno raccolto prove in tutto il mondo a dimostrazione della tesi che la riduzione della velocità sulle strade urbane influisca decisamente sulla riduzione del rischio di lesioni gravi ed incidenti mortali.
In Tanzania gli infortuni stradali sono calati fin al 26%, mentre nella città di Toronto (Canada) la riduzione del limite di velocità da 40 a 30 Km/h già nel 2015 ha prodotto una riduzione degli incidenti stradali del 28% nonché ad una riduzione di 2/3 delle lesioni gravi e mortali.

La capitale della Colombia, Bogotà, grazie all’inclusione di zone urbane con limite a 30 Km/h ha visto calare del 32% le vittime del traffico, mentre in Europa, nel Regno Unito, uno studio condotto nella città di Londra ha rilevato alla riduzione del limite di velocità a 20 miglia orarie corrispondeva un calo delle vittime stradali pari al 42%, così come a Bristol l’introduzione dello stesso limite londinese aveva portato tra il 2008 e il 2016 ad una diminuzione del 63% delle lesioni mortali.

Recentemente, sempre in Europa, ETSCEuropean Transport Safety Council nel commentare il lancio della Settimana della sicurezza stradale delle Nazioni Unite ha rimarcato che Parigi ha già annunciato per il prossimo anno un piano di applicazione nell’area cittadina del limite di 30 Km/h, mentre la regione di Bruxelles ha già introdotto in gennaio il cambiamento nei suoi confini urbani e la città di Leuven si appronta a fare altrettanto nei prossimi mesi.

Un altro esempio virtuoso in questo senso a livello UE, ricordano dall’ETSC, arriva dalla città spagnola di Bilbao, la prima città a passare ad un limite di velocità di 30 Km/h su tutte le strade riducendo inquinamento atmosferico e collisioni (pur tenendo conto delle variazioni dei livelli di traffico causate dai blocchi alla circolazione dovuti alla pandemia).

Certo, la riduzione dei limiti di velocità sulle strade urbane deve passare attraverso un superamento, non sempre facile, dei limiti culturali nell’approccio alla guida, ma non solo, l’auspicabile modifica delle normative dovrebbe procedere di pari passo con una rimodulazione, ancorché parziale, delle infrastrutture viarie che comporterà, certamente, investimenti per le città.

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