Tecnologia SCR: la Commissione Ue multa un cartello di Case automobilistiche

Per la prima volta si è riconosciuto un comportamento anticoncorrenziale nell’evitare deliberatamente di competere sull’efficienza di un sistema tecnologico.

Ammonta a 875.189.000 € il totale della multa che la Commissione europea ha comminato ad alcune Case automobilistiche colpevoli di aver violato le norme Ue in materia di concorrenza, in questo caso, riferita al fatto che le società colpite dal provvedimento avevano colluso illegalmente per favorire un cartello nel settore delle tecnologie per la pulizia delle emissioni delle auto diesel.

La decisione, rappresenta, in se, una sua unicità dal momento che, per la prima volta, si è rilevato che la collusione sullo sviluppo tecnico equivale ad un comportamento anticoncorrenziale e come tale contrario alle norme Ue.

In sostanza, Daimler, BMW e il Gruppo Volkswagen (Volkswagen, Audi e Porsche) nel periodo compreso fra il 25 giugno 2009 e il 1° ottobre 2014, hanno messo in atto una serie di riunioni tecniche regolari con lo scopo di discutere lo sviluppo della tecnologia di riduzione catalitica selettiva (SCRSelective Catalytic Reduction) che elimina le emissioni nocive di ossido di azoto (NOx) dalle autovetture diesel attraverso l’iniezione di urea (AdBlue) nello scarico flusso di gas.

Durante questi incontri, detti soggetti hanno collaborato per evitare la concorrenza sulla pulizia migliore di quanto richiesto dalla legge nonostante la tecnologia pertinente fosse disponibile; in particolare:
dimensioni e gamma dei serbatoi di AdBlue;
– un’intesa comune sul consumo medio stimato di AdBlue;
– scambio di informazioni commercialmente sensibili su questi elementi
.

Non solo, le Case hanno poi rimosso l’incertezza sulla loro futura condotta di mercato in merito alla pulizia delle emissioni di NOx al di là e al di sopra dei requisiti legali (il cosiddetto “sovradempimento”) e le gamme di ricarica di AdBlue.

Nel fissare le singole ammende la Commissione ha tenuto conto degli orientamenti 2006 sulle ammende, così come del valore delle vendite delle parti di autovetture diesel dotate di sistemi SCR nel Spazio Economico Europeo nel 2013 (ultimo anno completo dell’infrazione), della gravità dell’infrazione e della posizione geografica.

Dalla Commissione Ue, hanno fatto, inoltre, sapere che una ulteriore riduzione è stata applicata a tutte le parti in quanto si tratta della prima decisione di divieto di cartello basata esclusivamente su una restrizione dello sviluppo tecnico e non sulla fissazione dei prezzi, sulla ripartizione del mercato o sull’assegnazione dei clienti.

Inoltre, siccome Daimler ha rivelato l’esistenza del cartello, ha potuto beneficiare della piena immunità evitando così un esborso di circa 727 milioni di € e, analogamente, tenendo conto della tempistica della cooperazione alle indagini e delle prove fornite dal Gruppo Volkswagen, lo stesso gruppo ha potuto beneficiare di una riduzione sull’ammenda del 45% che comunque, nel suo caso ammonta a 502.362.000 €, mentre per BMW a 373.827.000 €.

Tutti i tre soggetti, comunque hanno visto applicare uno sconto di liquidazione del 10% in considerazione del riconoscimento della loro partecipazione al cartello e della loro responsabilità in tale violazione.

La chiusura dell’indagine su questa tipologia di cartello e le ammende comminate, fanno sapere da Bruxelles: “è un esempio di come le forze dell’ordine sulla concorrenza possono contribuire al Green Deal mantenendo i nostri mercati efficienti, equi e innovativi. L’innovazione è la chiave per l’Europa per raggiungere i suoi ambiziosi obiettivi del Green Deal e una concorrenza vivace è la chiave per il successo di tale innovazione”.

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