Ancora un calo in ottobre per il mercato auto nazionale: -35,7% su ottobre 2020

Anche i segnali di ripresa del cumulato 2021 (+12,7%) nascondono una variazione percentuale negativa rispetto ai livelli pre-pandemia. Il mondo automotive chiede misure a lungo termine e non iniziative a singhiozzo.

Non accenna a diminuire (dopo i risultati negativi di luglio -19,4%; agosto, -27,3%, e settembre, -32,7%) la spirale al ribasso del mercato auto nazionale che, secondo i dati diffusi il 2 novembre dal Ministero delle Infrastrutture, ha chiuso il mese di ottobre con 101.015 nuove immatricolazioni: un calo del –35,7% rispetto alle 157.188 del decimo mese 2020.
Un confronto che si fa ancora più impietoso se si guarda alla variazione percentuale rispetto al pre-pandemia: -35,9% su ottobre 2019.

E se è pur vero che il cumulato da inizio 2021 fa intravedere segnali di ripresa pari ad una crescita del 12,7% rispetto all’analogo periodo 2020, è altrettanto evidente che il confronto con l’ultimo anno prima della pandemia evidenzia, comunque, un calo delle vendite del 22%.

In un contesto di forte incertezza nel quale perdurano i problemi legati all’approvvigionamento di materie prime, componenti elettronici in primis, che continua a determinare un rallentamento delle consegne, le proiezioni per il prossimo futuro non sono delle più rosee: UNRAE stima la chiusura del 2021 “con un volume complessivo non superiore a 1.500.000 unità, pari a 417.000 auto in meno del 2019, un calo del 21,7%”, mentre dal Centro Studi Promotor si spingono a prevedere la chiusura dell’anno con 1.432.000 immatricolazioni e quindi con un calo sui livelli precedenti la pandemia del 25,3%.

Prosegue il calo delle auto ad alimentazione tradizionale, benzina e diesel (soprattutto quest’ultimo), che pure detengono ancora significative quote di mercato, viceversa, continua l’ascesa dei veicoli a basse e a bassissime emissioni spinte dall’opportunità offerta dalle misure di incentivazione.

Tutti concordi gli attori della filiera automotive nazionale nel valutare positivamente l’utilità del rifinanziamento di 100 milioni di € del Fondo automotive per l’acquisto di auto a basse e bassissime emissioni così come indicato nel DL fiscale (21 ottobre); tuttavia, altrettanta unità di pensiero si rileva, da parte degli stessi, nel valutare l’estemporaneità dei vari provvedimenti varati dal Governo e la necessità di una strategia di sostegno al mercato più a lungo termine.

È fondamentale – ha dichiarato Paolo Scudieri, Presidente di ANFIA – che nella Legge di Bilancio 2022, anche in considerazione degli impegni che l’Italia sottoscriverà a conclusione della COP26 attualmente in corso a Glasgow, sia prevista una misura di respiro almeno triennale per sostenere il mercato delle autovetture e dei veicoli commerciali leggeri a basse emissioni, nel quadro di un piano di accompagnamento della transizione energetica e produttiva del nostro settore”.

Una misura che dovrebbe accelerare la diffusione dei veicoli elettrici “senza tralasciare il contributo positivo dato dalle tecnologie all’avanguardia dei motori termici per l’abbattimento delle emissioni”, come ha dichiarato Adolfo De Stefani Consentino, Presidente di Federauto. “Il settore è agli esordi di una svolta cruciale – ha proseguito – e per non lasciare indietro nessuno, la transizione ecologica deve passare anche attraverso un adeguato e programmato sostegno alla domanda e un piano di rottamazione per il rinnovo del parco auto più vecchio, insicuro, inquinante e climalterante”.

Ancora più critico l’intervento di Michele Crisci, Presidente UNRAE che, nel comunicato Stampa di commento ai dati del mercato auto nazionale forniti dal Ministero ha affermato: “In questa situazione suscita forte sconcerto l’assenza nella bozza di Legge di Bilancio di qualsiasi misura per l’automotive, nonostante alcuni Ministri e Viceministri abbiano assicurato un imminente piano triennale di sostegni. Noi continuiamo a contare sulla manovra finanziaria come strumento idoneo per un intervento strategico di medio periodo secondo le tre direttrici indicate da UNRAE: rifinanziamento dell’Ecobonus; revisione della fiscalità, in particolare per la categoria delle auto aziendali; un piano per lo sviluppo capillare ed omogeneo sul territorio delle infrastrutture di ricarica, con stazioni ad alta potenza nelle autostrade”.

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