Come è cambiata la mobilità nazionale ai tempi del Covid-19

Dal report trimestrale dell’Osservatorio sulle tendenze di mobilità durante l’emergenza sanitaria emerge un sostanziale miglioramento generale in tutte le modalità di trasporto nel 2021 rispetto al 2020, ma, rispetto al 2019, ci sono differenze fra le varie modalità.

 

È una fotografia in chiaroscuro quella che emerge dal Report trimestrale dell’Osservatorio sulle tendenze di mobilità predisposto dalla Struttura Tecnica di Missione per l’indirizzo strategico, lo sviluppo delle infrastrutture e l’alta sorveglianza (STM) del Ministero delle Infrastrutture e della Mobilità Sostenibili e riferito al IV trimestre 2021, diramato dal MIMS a fine gennaio.

In chiaroscuro perché, se è facilmente comprensibile che tutte le modalità di trasporto abbiano avuto un aumento nelle rispettive performance nel 2021, rispetto al 2020, dai dati raccolti è emersa una varietà delle tendenze rispetto all’ultimo anno “normale” per quanto concerne il traffico passeggeri su strada e ferroviario ancora in calo, mentre, viceversa, il traffico di veicoli pesanti, ha superato i livelli pre-pandemici.

Il Report contiene le analisi realizzate sulla base dai dati messi a disposizione dagli operatori multimodali nazionali, dalle Direzioni Generali del MIMS e da quelli dei database open source dei principali player nazionali e internazionali della mobilità con l’obiettivo di monitorare l’evoluzione e le esigenze del settore dei trasporti e della logistica, anche per pianificare in modo sempre più efficace gli investimenti nelle infrastrutture e nei servizi di trasporto.

Infatti, si può facilmente intuire come il manifestarsi della pandemia all’inizio del 2020 abbia determinato diversi effetti negativi in tutti i settori sociali ed economici del Paese, modificando comportamenti a vari livelli e impattando particolarmente sulla mobilità in generale e sui settori del trasporto e della logistica tanto nel breve, quanto nel lungo periodo.

Si pensi, ad esempio, come le misure di contenimento e di stop alla circolazione hanno influito sulla mobilità privata e come, d’altro canto, l’esigenza di evitare assembramenti e affollamenti sui mezzi pubblici abbiano ridotto il ricorso al TPL favorendo, alle sospirate riaperture, l’utilizzo del mezzo proprio.

Pertanto, dall’analisi condotta sui dati raccolti si possono osservare gli impatti che la pandemia e le relative misure di contenimento hanno prodotto sulla domanda di spostamento tanto di persone, quanto di merci e sulle diverse modalità di trasporto.

In questo articolo, in effetti, ci concentreremo più sugli andamenti riferiti al trasporto stradale, ma per una analisi più completa, si rimanda alla lettura dell’intero Report direttamente dal sito del MIMS.

Ebbene, per ciò che concerne il trasporto stradale, a dicembre 2021 i traffici dei veicoli leggeri su rete Anas sono stati inferiori del 6% rispetto a quelli dello stesso periodo del 2019 (alla fine del terzo trimestre 2021 era stato rilevato un calo del 2%), mentre quelli registrati sulla rete delle Autostrade in concessione sono stati inferiori del 9% rispetto ai livelli di domanda del 2019 (al terzo trimestre 2021 s’era registrata una crescita del 6%).

Allo stesso tempo, i traffici dei veicoli pesanti su rete Anas hanno superato del 5% quelli del 2019 (la variazione percentuale registrata al terzo trimestre era dell’1%), mentre sulla rete delle Autostrade in concessione si è registrato un aumento del 10% rispetto ai livelli della domanda del 2019 (nella penultima rilevazione di settembre 2021 l’aumento era del 2%).

Se però si considerano i dati riferiti all’interno 2021 e si confrontano con i valori pre-pandemia (2019) si può osservare che i traffici dei veicoli leggeri su rete Anas sono stati inferiori del 10% rispetto a quelli del 2019, mentre quelli sulla rete delle Autostrade in concessione hanno mostrato una riduzione del 15%.
Per i veicoli pesanti sia su rete Anas che sulla rete delle Autostrade in concessione, i valori delle performance sono quasi allineati con quelli pre-pandemici.

Infine, uno sguardo alle tendenze della mobilità negli ambienti urbani riferito all’ultimo mese dell’anno e confrontato con le tendenze registrate nel bimestre gennaio-febbraio 2020 (quando ancora, cioè, gli effetti della pandemia non erano così evidenti e diffusi), mostra le seguenti evidenze:

– aumentata del 5% la permanenza nei dintorni dei luoghi di residenza;
– aumentati del 21% gli spostamenti per acquisti di prima necessità (es. alimentari, mercati, farmacie e parafarmacie);
– aumentati dell’8% gli spostamenti verso luoghi quali, ad esempio, piazze, parchi, giardini pubblici spiagge, porti turistici;
– diminuiti dell’8% gli spostamenti verso luoghi quali ristoranti, bar, centri commerciali, parchi a tema, musei, biblioteche e cinema.

Condividi con:

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *