Mercato auto nazionale: l’anno si apre in negativo a -19,7%

Oltre 26.000 veicoli venduti in meno rispetto a gennaio 2021 quando ancora c’era il sostegno degli incentivi. La filiera nazionale chiede interventi e misure urgenti e lungimiranti a sostegno di produzione, transizione e occupazione.

Con una chiusura d’anno che ha segnato una leggera crescita del 5,5% rispetto al 2020, del tutto inefficace a coprire la perdita del -23,9% sul consuntivo dell’ultimo anno pre-pandemia (come si può evincere dal precedente articolo dell’11 gennaio scorso), il mercato auto nazionale, si è aperto, a gennaio, in perfetta continuità con i mesi precedenti considerando che, nel mese di dicembre si era già al sesto mese consecutivo di contrazione.

Ebbene, secondo i dati diramati il 1° febbraio dal Ministero delle Infrastrutture e della mobilità sostenibili, il primo mese dell’anno ha visto totalizzate 107.814 immatricolazioni contro le 134.198 di gennaio 2021, evidenziando un calo del -19,7% che scende ulteriormente al -30% se si considerano i dati attuali con quelli di gennaio 2020, quando le immatricolazioni mensili erano state ben 155.880.
E se si osservano i dati riferiti a gennaio 2019 la differenza in negativo è ancora più marcata: -34,8%.

Compatta la filiera automotive nel richiedere misure ed interventi strategici e lungimiranti al Governo.
Dell’urgenza di definire ed avviare un piano di politica industriale dedicato alla transizione della filiera automotive, in mancanza del quale si metterebbe a rischio non solo la tenuta del mercato, ma soprattutto la sopravvivenza di oltre 70.000 posti di lavoro, ne ha parlato, Paolo Scudieri, Presidente di ANFIA nel comunicato con in quale l’Associazione Nazionale Filiera Industria Automobilistica  ha commento i dati diffusi dal MIBS.

Diventa ogni giorno più concreto il rischio che – ha proseguito – in assenza di strumenti che accompagnino la riconversione, molte aziende si trovino costrette a rimodulare investimenti e piani produttivi sul nostro territorio, a danno della sopravvivenza di un settore trainante dell’economia italiana e, quindi, della competitività dell’intero sistema Paese. Alle misure di politica industriale occorre, inoltre, affiancare interventi strutturali per sostenere la domanda di autovetture elettrificate e veicoli commerciali a basso impatto ambientale, nella logica di trainare la produzione e instradare le scelte d’acquisto di consumatori e imprese nella direzione degli obiettivi di decarbonizzazione della mobilità in via di definizione a livello europeo, come, peraltro, stanno facendo tutti i maggiori Paesi UE, lasciandoci in ultima posizione in questo sfidante percorso”.

Dal canto suo, UNRAE, per bocca del Presidente, Michele Crisci, ha sottolineato la necessità di: “dare rapida attuazione ai piani previsti dal PNRR per le reti di infrastrutture dei veicoli elettrici, con un cronoprogramma puntuale su come investire le risorse stanziate”, puntando non solo sui “progetti del Ministero dello sviluppo economico a sostegno dell’acquisto di veicoli a basse emissioni, per non bloccare il processo di elettrificazione nel nostro Paese, ma anche sull’urgenza di “allineare la fiscalità italiana dei veicoli aziendali a quella dei principali major market europei per rendere competitive le imprese italiane”.

Infine, un commento di natura economica è arrivato dal Centro Studi Promotor che ha rimarcato come l’andamento attuale del settore e l’eventuale proiezione dei dati di gennaio sull’interno 2022: “rischia di essere in netto contrasto con quello dell’economia”, considerando la doppia velocità con la quale il PIL nazionale è cresciuto nel 2021 del 6,5%, mentre il mercato dell’auto solo del 5,5% (ma sappiamo che tale crescita è sostanzialmente apparente).

Se, dunque, per l’anno in corso ci si attende una crescita ulteriore del PIL nazionale, lo stesso non si può dire nel mercato automobilistico (che pur vale il 12% del Prodotto Interno Lordo italiano) a meno che non si inverta la tendenza con interventi immediati capaci di far ripartire il mercato auto nell’ottica della transizione ecologica, svecchiando il parco auto circolante e tutelando al contempo l’occupazione.

A questo proposito, sempre il 1° febbraio presso il Ministero dello Sviluppo Economico si è svolta una riunione con i rappresentanti di Confindustria, Anfia e le imprese della filiera automotive alla presenza del Ministro Giancarlo Giorgetti, incontro che è stato anche occasione per fare una ricognizione sugli strumenti e risorse messe a disposizione del Mise per sostenere una filiera strategica del sistema produttivo del paese, con l’obiettivo di garantire l’equilibrio tra esigenze economiche ambientali e sociali.

Nonostante le difficoltà – ha dichiarato il Ministro Giorgetti – sono ottimista sul fatto che nelle prossime settimane insieme con il Mef presenteremo delle proposte per incentivi al settore dell’automotive”.

Per tornare alla situazione del mercato auto nazionale, se si guardano i dati dal punto di vista delle alimentazioni (per un maggior approfondimento specifico a livello di mercato europeo si vedano i dati ACEA riferiti all’ultimo trimestre 2021 pubblicati qui), anche in gennaio, in Italia, si è assistito ad una riduzione delle quote di mercato di autoveicoli alimentati a combustibili tradizionali, benzina e diesel che continuano a perdere terreno a favore delle auto ad alimentazione alternativa le cui quote di mercato aumentano in tutte i segmenti e fra le quali, in particolare, le vetture ibride risultano le preferite.

Interessante, poi, notare che al primo mese dell’anno il mercato dell’auto usata ha segnato, rispetto a gennaio 2021, una crescita del +34,3% pari a 348.137 trasferimenti di proprietà al lordo delle minivolture.

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