Mercato auto Italia: in aprile ancora un crollo a due cifre -32,98%

Prosegue il trend negativo delle immatricolazioni che sconta il protrarsi dell’attesa dell’entrata in vigore degli incentivi, mentre perdurano vecchi fattori di crisi e contemporaneamente se ne affacciano di nuovi 

Il mese di aprile ha segnato un altro ennesimo crollo del mercato nazionale dell’auto che ha perso quasi il -33% (-32,98%) nel confronto con aprile 2021, pari a 97.339 unità immatricolate, contro le 145.243 di allora.

Sono i dati diffusi ieri dal Ministero delle Infrastrutture e della mobilità sostenibili e prontamente commentati dai protagonisti dell’automotive nazionale.
Significa che rispetto al quarto mese dello scorso anno mancano all’appello 48.000 auto, fatto che porta il risultato di aprile alla poco felice posizione di secondo record negativo in 12 mesi.

E se si dovesse confrontare il consuntivo dello scorso mese con quello dell’ultimo aprile precedente la pandemia (2019), il calo è ancora più evidente: -44,4%, mentre il risultato del primo quadrimestre ha segnato –26,5% sul periodo gennaio-aprile 2021 (pari a 435.674 immatricolazioni) e -38,9% sull’analogo periodo pre-pandemia.

In calo tutte le alimentazioni con diesel e benzina che continuano a perdere numeri e quote di mercato, mentre anche le alimentazioni alternative risentono dei contraccolpi del mercato con un conseguente aumento delle emissioni medie di CO2 rispetto alla rilevazione del mese precedente.

A questo punto, le previsioni per il 2022 del Centro Studi Promotor sono tutt’altro che rosee: “Proiettando il risultato dei primi quattro mesi del 2022 sull’intero anno – affermano da Bologna nel commentare i risultati del mercato auto nazionale – si ottiene una previsione di 1.117.044 unità, un livello da anni ’60 del secolo scorso”.

Solo poco più ottimista la stima annuale che arriva dall’UNRAE, nella cui nota di commento ai dati nazionali si legge: “Con l’instabilità che sta caratterizzando il quadro economico, e i molteplici fattori di rischio del mercato che si accavallano da mesi, è difficile fare previsioni attendibili, tuttavia con i dati del primo quadrimestre UNRAE stima che nel 2022 il mercato si possa collocare intorno a 1.400.000 immatricolazioni, che porterebbero a un calo del 4% sul 2021 e del 27% sui numeri del periodo pre-pandemico”.

A gravare sull’andamento inesorabile verso la zona rossa, secondo Paolo Scudieri, Presidente di ANFIA: “pesa sempre più l’attesa dell’effettiva entrata in vigore degli incentivi all’acquisto di veicoli – auto e moto – elettrici, ibridi e a basse emissioni definiti dal Dpcm firmato lo scorso 6 aprile (…), da cui ancora ci separano la registrazione della Corte dei conti, la pubblicazione in Gazzetta Ufficiale e l’aggiornamento della piattaforma web dell’Ecobonus. Per evitare ulteriori danni al mercato, è’ necessario accelerare il più possibile questo processo, così da stimolare la ripresa della domanda, già fortemente penalizzata dai rallentamenti nell’approvvigionamento di materie prime e componenti e, quindi, dei processi produttivi”.

Opinione ripresa anche dal Presidente UNRAE, Michele Crisci che ha auspicato, inoltre: “che le FAQ e la piattaforma Invitalia siano pronte a partire dal giorno stesso della pubblicazione del DPCM in Gazzetta Ufficiale”, augurandosi poi “che quanto prima si possa discutere come modificare l’originario impianto degli incentivi, includendo nei benefici anche le persone giuridiche, categoria sempre più rilevante nel mercato della mobilità e, quindi, motore della transizione energetica. La loro esclusione dagli incentivi, sommata a un trattamento fiscale che già penalizza le imprese italiane e ne riduce la competitività nell’ambito europeo, sicuramente non aiuta il percorso di decarbonizzazione del Paese”.

Si allude qui, al crescente interesse con il quale i consumatori italiani stanno approcciando il mercato del noleggio delle quattro ruote ove, tra, l’altro, il segmento delle auto elettriche copre una quota del 6% del mercato totale.
Ragion per cui UNRAE, rimarcando l’unità di intenti con tutta la filiera nazionale automotive: “ribadisce dunque la proposta di elevare la percentuale di detraibilità dell’Iva per le auto aziendali in uso promiscuo, attualmente al 40%, e di portarla al 100% sui motori con emissioni di CO2 da 0 a 20 g/Km, all’80% da 21 a 60 g/Km, al 50% da 61 a 135 g/Km”.

Ma tornando alle problematiche che affliggono il mercato nazionale dell’auto da Federauto, il Presidente Adolfo De Stefani Cosentino ammette il peso ulteriore provocato dall’aumento generale dei prezzi a partire dal costo dei carburanti, (nonostante le misure introdotte dal Consiglio dei Ministri), nonché le incertezze e la paura innescati dal confitto in Ucraina e la perdurante carenza di materiali e componenti per la produzione degli autoveicoli.

Ragionando sulla necessità di velocizzare le risorse messe in campo dal Governo, il Presidente della federazione dei concessionari italiani ha poi commentato: “Resta l’amaro in bocca per l’abbassamento delle soglie di prezzo massimo degli autoveicoli incentivabili e soprattutto per l’esclusione delle aziende dal godimento dei contributi statali, in quanto proprio le imprese sono capaci di promuovere il rinnovo del vetusto parco circolante italiano e dunque accelerare la transizione ecologica sostenibile e spingere sull’ampliamento delle infrastrutture di ricarica elettrica a maggiore potenza sulle strade a scorrimento veloce”.

Infine, ha concluso: “sottolineiamo l’urgenza di reintrodurre con strumenti normativi anche l’acquisto in leasing per i veicoli commerciali e di rivedere l’attuale termine dei 180 giorni per completare le pratiche di prenotazione degli ecobonus, poiché con gli attuali tempi di consegna, molto allungati nel tempo di fatto è a rischio il riconoscimento dei bonus tanto attesi e con essi la già difficile transizione verso l’elettrico e le tecnologie compatibili con la riduzione delle emissioni di CO2”.

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