Emissioni del trasporto merci: aumentate in Ue quelle dei mezzi pesanti

L’aumento della domanda è responsabile, secondo i dati dell’Agenzia Europea dell’Ambiente, delle maggiori emissioni imputate al segmento dei mezzi pesanti; +29% dal 1990 al 2019.

I veicoli pesanti, in Europa, sono responsabili di circa 1/4 delle emissioni di CO2 riferite al trasporto su strada e, in controtendenza a quanto avvenuto per le emissioni complessive di anidride carbonica negli ultimi 10 anni, le emissioni di gas serra dei veicoli pesanti sono aumentate di circa il 29% dal 1990 al 2019.

Lo afferma l’Agenzia Europea dell’Ambiente nel suo ultimo briefing dedicato:Ridurre le emissioni di gas serra dei veicoli pesanti in Europache presenta dati e analisi completi sulle emissioni di gas serra di autocarri, autobus e pullman nel trasporto stradale europeo.
Non solo, i dati rilevati evidenziano un aumento delle emissioni dal 2014 in poi con l’unica eccezione del 2020, allorquando gli stop provocati dalla pandemia causarono un brusco calo del traffico veicolare.

Né è valso, in questo torno di tempo, il miglioramento progressivo dell’efficienza dei trasporti; sia in termini di logistica che in termini di prestazioni dei veicoli, dal momento che tali benefici sono stati ampiamente superati dall’aumento della domanda di trasporto merci: cresciuta di quasi il 25% nel periodo 2000-2019.

Sempre nello stesso periodo, il trasporto merci su camion è cresciuto del 31% a fronte di aumento molto minore (5%) dei trasporti su vie navigabili interne e rete ferroviaria al punto che nel periodo preso in esame, la quota di merci trasportate su camion è aumentata dal 72% nel 2000 al 76,4% nel 2019, mentre è diminuita quella delle merci trasportate su rotaia e su vie navigabili interne.

Tuttavia, se l’aumento della domanda ha innescato una crescita delle emissioni va anche detto che tale crescita è stata, almeno in parte limitata, grazie al miglioramento in termini di consumi e di efficienza energetica; ad esempio, scrive l’AEA, sempre nel decennio preso in esame il consumo di energia per tonnellata-chilometro trasportata è diminuito di quasi il 15%.

Un altro fattore di limite all’aumento di emissioni conseguenti alla crescita della domanda di trasporto con mezzi pesati è stato il maggior ricorso dei vettori di trasporto all’adozione di combustibili da biomassa sui quali, però, pesa la voce “materia prima” in termini di produzione agricola e utilizzo del suolo.

Ora, gli Stati membri dell’UE si sono impegnati in un obiettivo ambizioso, quello di raggiungere la neutralità climatica entro il 2050 e, contestualmente, il Green Deal europeo mira a una riduzione del 90% delle emissioni di gas serra dovute ai trasporti, rispetto al livello del 1990.

Quali strategie perseguire, dunque, per invertire la tendenza delle emissioni dei trasporti su strada?
Secondo l’AEA occorrerà un combinato disposto di azioni volte a:
– ridurre il numero di viaggi e la loro durata;
– spostare l’attività di trasporto verso modalità più efficienti;
– migliorare le tecnologie dei veicoli e dei carburanti per renderle più efficienti.

Modalità di trasporto più efficienti, significa, ovviamente, un progressivo passaggio del trasporto merci dalla strada a nave e rotaia, mentre anche per il trasporto passeggeri sarà dirimente il passaggio dall’auto a mezzi di trasporto pubblico (ferrovia, autobus, pullman), purché i mezzi di trasporto su gomma degli ambienti urbani siano sempre più a zero emissioni.

Per quanto concerne, invece il trasporto merci su strada è chiaro che il passaggio a veicoli anche pesanti ad alimentazione alternativa come batterie elettriche o celle a combustibile (idrogeno) e l’utilizzo di nuove tecnologie offriranno un contributo fondamentale alla riduzione delle emissioni.
Si consideri, però, che attualmente, la maggior parte dei camion è alimentata a diesel e nel periodo di riferimento 2019/2020, solo una manciata di camion elettrici e ibridi sono stati immatricolati nell’UE.

La predisposizione e l’attuazione da parte dei diversi Paesi dell’Ue di infrastrutture di rifornimento e incentivi adeguati diventa, a questo punto fondamentale per favorire la transizione verso mezzi pesanti più green.

Una strada ulteriore potrebbe essere quella di incentivare i produttori a garantire la maggiore efficienza dei mezzi venduti. A questo proposito, ricorda l’Agenzia Europea dell’Ambiente, dal 2009 e dal 2011 sono in vigore rispettivamente i regolamenti che impongono obiettivi per le prestazioni in materia di emissioni di CO2 delle autovetture nuove e dei furgoni. Sul fronte normativo, per i veicoli pesanti l’UE ha già introdotto standard di emissione di CO2 per i nuovi veicoli pesanti con il Regolamento (UE) 2019/1242 del Parlamento Europeo e del Consiglio del 20 giugno 2019 che stabilisce standard di prestazione in materia di emissioni di CO2 per i veicoli pesanti nuovi e modifica i regolamenti (CE) n. 595/2009 e (UE) 2018/956 del Parlamento europeo e del Consiglio e la direttiva 96/53/CE del Consiglio.

Tali standard prevedono che le emissioni medie di CO2 della flotta dell’UE di alcuni tipi di nuovi veicoli pesanti siano ridotte del 15% dal 2025 in poi e del 30% dal 2030 in poi. Entrambi i target, ricorda l’AEA, sono determinati rispetto alle emissioni di CO2 di riferimento calcolate a partire dai dati 2019/2020.

Attualmente, gli standard di prestazione delle emissioni riguardano i camion di grandi dimensioni; entro l’anno è previsto che Commissione debba esaminare l’efficacia degli obiettivi e degli incentivi valutando, al contempo, la possibilità di proporre un’estensione degli obiettivi ad altri tipi di veicoli, come autobus, pullman, rimorchi e autocarri più piccoli, e di introdurre obiettivi vincolanti per il 2035 e il 2040.

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