Industria automobilistica, territori e transizione ecologica: serve programma di sostegno

Dall’Alleanza delle Regioni Automotive, di cui fanno parte 9 Regioni italiane, le proposte a sostegno dell’industria automobilistica; obiettivi: sostegno nella transizione e salvaguardia del lavoro.

Affrontare con successo gli obiettivi comunitari della transizione ecologica, ovvero la graduale eliminazione dei motori endotermici, ma anche una auspicabile e maggiore digitalizzazione di imprese e dell’intero settore sono le sfide che attendono nel breve futuro il settore automotive europeo e tutto l’indotto collegato.

Lo scenario è noto: il complesso che ruota dentro e attorno all’industria automobilistica europea si trova non solo di fronte ad una crisi sistemica fra le più forti che il settore abbia mai affrontato negli ultimi decenni.
A questo si aggiunge l’incertezza data dal fatto che gli ambiziosi obiettivi europei di decarbonizzazione previsti dal Pacchetto Fit for 55 richiedono un contributo significativo da parte del settore del trasporto su strada ed esercitano quindi un impatto su tutte le regioni automotive in Europa.

L’industria delle auto rappresenta pur sempre circa 7,5 milioni di posti di lavoro nei settori della produzione automobilistica e dei servizi automobilistici, pari ad oltre il 6% dell’occupazione complessiva in Europa e pertanto, seppur la strada verso veicoli digitalizzati e a zero emissioni sia già tracciata, non si può negare che questa avrà un forte impatto sugli ecosistemi automobilistici regionali e sulle strutture socioeconomiche.

Con l’obiettivo di garantire che la transizione nel settore automobilistico sia equa, abbia successo e non lasci indietro nessuna regione, sostenendo nel contempo pienamente gli obiettivi climatici dell’UE, è stata lanciata lo scorso giugno dal Comitato europeo delle regioni l’iniziativa denominata Alleanza delle regioni automotive, rete politica di regioni con una solida industria automobilistica e relativo indotto di cui attualmente fanno parte 29 regioni, fra cui 9 italiane (Abruzzo, Lombardia, Molise, Piemonte, Toscana, Umbria, Veneto, Basilicata ed Emilia-Romagna).

Ora, alla sua prima riunione politica, svoltasi il 17 novembre a Lipsia, l’ARA, ha adottato una strategia a breve e medio termine e ha discusso con il commissario europeo al lavoro Nicolas Schmit le esigenze di sostegno delle regioni con una solida industria automotive.

Le regioni hanno espresso le preoccupazioni del settore automobilistico dei rispettivi territori. Sulla base dei requisiti previsti per le autovetture a zero emissioni, ai fini del conseguimento degli obiettivi climatici dell’UE e dei relativi cambiamenti nell’industria automobilistica, l’Alleanza chiede l’istituzione di un meccanismo europeo a sostegno di una transizione giusta ed equa delle regioni basate sull’industria automobilistica e sul relativo indotto, in modo di ridurre al minimo gli effetti dirompenti sull’occupazione e migliorare le capacità e le opportunità di una riqualificazione tecnologica, preservando la competitività mondiale nella ricerca e nell’innovazione.

L’industria automobilistica non solo è nata qui in Sassonia ma è anche una tecnologia fondamentale per la Germania”, ha dichiarato in apertura dei lavori Michael Kretschmer, presidente della regione Sassonia. “Grazie alle eccellenti competenze e allo spirito d’innovazione, la Sassonia si sta trasformando in un centro per l’elettromobilità. I cambiamenti strutturali e gli obiettivi climatici significano cambiamenti per la Sassonia e per la sua industria automobilistica, motivo per cui sono grato all’Alleanza delle regioni automotive che rende possibile questo scambio che ci consente di gestire assieme e con successo questa trasformazione”.

I futuri lavori dell’Alleanza delle regioni automotive si concentreranno sulla valutazione dell’impatto regionale della trasformazione dell’industria automobilistica e del relativo indotto, sul sostegno alla riqualificazione e al miglioramento delle competenze della forza lavoro regionale nonché sulla diffusione di combustibili alternativi.

Sulla base della dichiarazione in 10 punti dell’Alleanza, adottata durante la sessione plenaria del Comitato europeo delle regioni (CdR) dello scorso giugno, l’Alleanza sostiene l’impegno a ridurre drasticamente le emissioni di gas a effetto serra prodotte dal trasporto su strada e sollecita l’adozione di un quadro di transizione giusta per garantire la coesione economica e sociale in ogni regione automotive d’Europa. A tal fine, il quadro deve includere misure di sostegno al bilancio e alle politiche e condurre a una pianificazione congiunta della transizione a livello regionale.

Questa richiesta fondamentale deve essere soddisfatta mediante valutazioni d’impatto territoriale che affrontino le sfide e le opportunità comuni per le regioni, gli OEM (costruttori di apparecchiature originali) e in particolare le PMI attive nell’industria della catena di approvvigionamento del settore automobilistico; inoltre dovrebbero essere sostenuti la riqualificazione e il miglioramento delle competenze della forza lavoro regionale e dovrebbero essere monitorate l’offerta e la domanda di competenze pertinenti.

Ulteriori richieste dell’Alleanza sono lo sviluppo di un solido quadro di ricerca per la trasformazione industriale e l’innovazione nell’industria automobilistica europea, che offra flessibilità negli orientamenti in materia di aiuti di Stato, per consentire alle regioni automotive di guidare e gestire tale trasformazione e sostenere le regioni nella realizzazione di stazioni di rifornimento e ricarica accessibili al pubblico. In tal modo verrà promossa la diffusione di veicoli a zero emissioni e verranno concentrati i fondi d’investimento pubblici e privati disponibili sulle varie soluzioni tecnologiche (ad esempio elettrificazione, tecnologie a idrogeno e carburanti sintetici) per garantire la competitività e l’innovazione dell’industria automobilistica europea.

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