Transizione elettrica e accesso a soluzioni di ricarica presso le proprietà private

ACEA, Transport & Environment e AVERE hanno redatto una lettera congiunta agli eurodeputati della Commissione per l’industria del Parlamento europeo chiedendo obiettivi ambiziosi nella revisione della direttiva sul rendimento energetico degli edifici per aumentare i punti di ricarica a livello domestico.

Il passaggio graduale alla mobilità elettrica si gioverà certamente del rafforzamento delle reti di ricarica veloci lungo le grandi infrastrutture viarie, ma una più puntuale diffusione dei punti di ricarica può essere realizzata anche attraverso il rafforzamento degli stessi su proprietà private. Servono, però, norme chiare e obiettivi ambiziosi se si vorrà stimolare il mercato e ottenere la fiducia dei consumatori.

È in quest’ottica che si sono mosse le tre maggiori Associazioni europee che, a vario titolo, rappresentano le parti interessate dell’intero ecosistema della mobilità elettrica in Europa: ACEA – che rappresenta i produttori di autoveicoli, AVEREThe European Association for Electromobility e Transport & EnvironmentFederazione Europea dei Trasporti e dell’Ambiente nel redigere una lettera congiunta indirizzata ai membri della Commissione Industria (ITRE) del Parlamento Europeo per spronarli a per modificare il rendimento energetico degli edifici direttiva (EPBD) fissando obiettivi ambiziosi e tempestivi per sostenere una transizione agevole verso veicoli elettrici (EV) attraverso soluzioni di ricarica facilmente accessibili su proprietà private.

Lo scenario attuale, illustrano i tre soggetti, vede un obiettivo ambizioso di azzeramento delle emissioni di CO2 al 2035 sia per le auto nuove che per i veicoli commerciali leggeri, ma tale obiettivo non può essere demandato al solo segmento automotive o al solo mondo dei trasporti; occorrono, cioè: “atti legislativi pertinenti” in grado di supportare e promuovere tutti i fattori abilitanti la transizione all’elettrico, in primo luogo l’ampia diffusione delle infrastrutture di ricarica.

Tuttavia, ricordano i firmatari: “Oggi, la stragrande maggioranza delle ricariche di veicoli elettrici avviene a casa, negli spazi di lavoro o altri luoghi non pubblici. Gli edifici privati svolgono quindi un ruolo essenziale nella transizione alla mobilità elettrica”.

In questo senso, una grande opportunità, suggeriscono, può essere la revisione in atto della Direttiva EPBD, quella sul rendimento energetico degli edifici, il cui iter di aggiornamento potrebbe essere uno strumento per i colegislatori europei e i cittadini di compartecipazione al passaggio verso la rivoluzione elettrica nei trasporti di persone e merci.

In ballo ci sono le questioni relative ai precablaggi per ridurre i costi di installazione delle “scatole di ricarica” e l’obiettivo di far sui che tutti gli edifici siano adattati e conformi alla ricarica dei veicoli elettrici.
Le tre Associazioni, pertanto, invitano i membri della Commissione ITRE del Parlamento Ue a: 

1 – fornire definizioni chiare: in particolare per quanto riguarda il precablaggio che dovrebbe essere definito come: “tutte le misure che sono necessarie per abilitare gli impianti tecnici ed elettrici all’installazione installazione di punti di connessione accessibili e capacità di alimentazione sufficiente, inclusi sistema di gestione dinamica del carico, necessario per la successiva ricarica dei veicoli elettrici, inclusi ma non limitati a precablaggio e preconduzione, percorsi dei cavi, spazio per trasformatori e contatori elettrici, nonché capacità di rete ed eventuale revisione del quadro elettrico“;

2 – stabilire obiettivi di precablaggio ambiziosi per edifici residenziali e non residenziali nuovi e ristrutturati.
I tre sottoscrittori rimarcano che il precablaggio è un fattore dal costo contenuto, soprattutto se realizzato durante la fase di costruzione, in quanto riduce considerevolmente il costo per la successiva installazione; pertanto, obiettivi ambiziosi in merito dovrebbero essere inclusi nella direttiva EPBD a garanzia che l’installazione dei caricatori negli edifici sia rapida e senza soluzione di continuità per i cittadini.

In particolare, le tre Associazioni richiedono ai parlamentari Ue di fissare obiettivi di precablaggio che crescano in linea con la risposta del mercato degli EV, considerando la previsione entro il 2030, della circolazione di almeno 30 milioni di EV sulle strade europee.
Ovviamente, occorre prevedere che anche gli edifici esistenti siano presi in considerazione in modo che l’andamento del precablaggio negli edifici a più unità va di pari passo con l’andamento del mercato degli EV;

3 – stabilire ambiziosi obiettivi di precablaggio per gli edifici non residenziali esistenti e piani di sviluppo per edifici residenziali esistenti.
La tre Associazioni rimarcano che agli attuali tassi di ristrutturazione la maggior parte del parco immobiliare dell’UE non rientrerà in nessun requisito della direttiva sul rendimento energetico degli edifici.

Orbene, al fine di evitare accessi discriminanti alle opportunità di ricarica private, gli edifici esistenti devono essere inclusi nel campo di applicazione della direttiva EPBD e gli Stati membri dovrebbero essere incoraggiati a sostenere la diffusione di infrastrutture di ricarica private stabilendo un obiettivo indicativo per la capacità di tariffazione privata nel loro parco immobiliare in linea con l’andamento della domanda di veicoli elettrici;

4 – Stabilire un effettivo diritto alla spina
L’obiettivo è quello di addivenire ad una direttiva EPBD in grado di facilitare la rimozione degli ostacoli amministrativi all’installazione di stazioni di ricarica negli edifici; incoraggiare lo snellimento delle procedure autorizzative e di installazione e la fissazione di un tempo massimo quadro per l’omologazione dei punti di ricarica (a spese del richiedente).
Per gli edifici che non hanno garage privato, dovrebbe essere consentita l’installazione del punto di ricarica vicino all’abitazione del proprietario del mezzo.

5 – Includere i veicoli pesanti nel quadro.
L’elettrificazione del trasporto sta coinvolgendo sempre più anche i segmenti dei veicoli pesanti il cui mercato, seppur a velocità più ridotta, è in espansione e abbisognerà di adeguate opportunità di ricarica.

Secondo le tre Associazioni la futura direttiva EPBD dovrebbe aprire la strada alla copertura dei depositi e hub logistici. Ciò consentirebbe agli Stati membri di intervenire sui parcheggi per i veicoli pesanti facilitando la diffusione di autocarri e autobus elettrici a batteria.

A questo punto la “palla” passa ai colegislatori comunitari e ci auguriamo che effettivamente questa opportunità possa essere colta appieno in vista degli ambiziosi obiettivi di decarbonizzazione e riduzione delle emissioni climalteranti con un occhio, altresì, alle imprese e ai cittadini.

Condividi con:

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *