Infrastrutture per combustibili alternativi: c’è l’accordo fra Parlamento e Consiglio Ue

Nel prossimo futuro aumenteranno le stazioni di ricarica e di rifornimento per carburanti alternativi tanto nelle città quanto nelle strade extraurbane.

La decarbonizzazione dei trasporti passa non solo da una rivoluzione del parco circolante in chiave di propulsioni in grado di minimizzare o azzerare le emissioni, ma anche da una necessaria disponibilità delle infrastrutture di ricarica, conditio sine qua non, per consolidare la fiducia dei consumatori verso i nuovi autoveicoli alimentati elettricamente o a celle a combustione (idrogeno).

Nel complesso mosaico verso la realizzazione piena di quella strategia di crescita a lungo termine che mira a rendere l’Europa climaticamente neutra al 2050 e che risponde al nome di Green Deal Europeo, nella giornata di ieri, accanto all’adozione del Regolamento sulle emissioni di CO2 per autovetture e furgoni nuovi è stato posto un ulteriore tassello che rappresenta un passo importante nell’adozione del pacchetto Fit for 55.

In sostanza è stato raggiunto un accordo provvisorio fra i negoziatori del Parlamento Ue e del consiglio europeo che aggiorna le norme comunitarie sulle infrastrutture per i combustibili alternativi (Regolamento AFIR), con l’obiettivo per aumentare il numero di stazioni di ricarica elettrica e di rifornimento di idrogeno accessibili al pubblico, in particolare lungo i principali corridoi e hub di trasporto dell’Unione europea. Si tratta di un accordo storico che consentirà la transizione verso il trasporto a emissioni zero e contribuirà al nostro obiettivo di ridurre le emissioni nette di gas serra di almeno il 55% entro il 2030.

Dobbiamo decarbonizzare il settore dei trasporti, che è ancora responsabile di un’enorme massa di emissioni – ha ricordato Ismail Ertug, relatore del PE – I carburanti alternativi e sostenibili e la realizzazione delle infrastrutture adeguate sono fondamentali nella transizione verso un’Europa climaticamente neutra. Le nuove norme contribuiranno a realizzare senza ulteriori indugi l’infrastruttura per i carburanti alternativi e garantiranno che guidare e ricaricare un’auto di nuova generazione sia semplice e conveniente come un’auto che dipende dalla benzina”.

Giova ricordare, infatti, che i trasporti sono stati responsabili di circa ¼ delle emissioni totali di CO2 dell’UE nel 2019, di cui il 71,7% proveniva dal trasporto su strada (dati dell’Agenzia Europea dell’Ambiente).

Dunque, il nuovo regolamento per la realizzazione di infrastrutture per i combustibili alternativi (AFIR) fissa obiettivi obbligatori per la realizzazione di infrastrutture di ricarica elettrica e di rifornimento di idrogeno per il settore stradale, per la fornitura di elettricità da terra nei porti marittimi e per vie navigabili interne e per la fornitura di elettricità agli aeromobili stazionari.

Nel rendere disponibile un minimo di infrastrutture di ricarica e rifornimento in tutta l’UE, il regolamento porrà fine alle incertezze dei consumatori circa le difficoltà di ricaricare o rifornire un veicolo; incertezze che, comprensibilmente, limitano parecchio la domanda di nuovi mezzi.

Non solo, il Regolamento è certamente prodromico ad una maggiore opportunità e facilità di ricarica, ma anche  ad una maggiore trasparenza dei prezzi, opzioni di pagamento minimo comuni in tutta l’Unione e informazioni coerenti per i cittadini europei.
Per quanto concerne il trasporto stradale, questi i principali obiettivi di implementazione.

Infrastrutture di ricarica per auto e furgoni
Queste dovranno crescere allo stesso ritmo della diffusione dei veicoli. A tal fine, per ogni auto elettrica a batteria immatricolata in un determinato Stato membro, deve essere fornita una potenza di 1,3 kW da un’infrastruttura di ricarica accessibile al pubblico.
Inoltre, ogni 60 Km lungo la rete transeuropea di trasporto (TEN-T), dal 2025 in poi dovranno essere installate stazioni di ricarica rapida di almeno 150 kW.

Stazioni di ricarica per veicoli pesanti
Dal 2025 in poi, con la previsione di raggiungere la copertura di rete entro il 2030, dovranno essere installate stazioni di ricarica per veicoli pesanti con una potenza minima di 350 kW ogni 60 km lungo la rete centrale TEN-T e ogni 100 km sulla più ampia rete globale TEN-T.

Inoltre, tali stazioni di ricarica dovranno essere installate in aree di parcheggio sicure e protette per la ricarica notturna e nei nodi urbani per i veicoli di consegna.

Infrastrutture di rifornimento idrogeno
A partire dal 2030, in tutti i nodi urbani e, lungo la rete centrale TEN-T, ogni 200 Km, dovranno essere installate infrastrutture di rifornimento di idrogeno in grado di servire sia auto che camion, garantendo una rete sufficientemente densa da consentire ai veicoli a idrogeno di circolare in tutta l’UE.

Gli operatori delle stazioni di ricarica elettrica e di rifornimento di idrogeno dovranno garantire la piena trasparenza dei prezzi, offrire metodi ei pagamento comuni come carta di debito o di credito e rendere disponibili i dati rilevanti, come quelli sul posto, attraverso mezzi elettronici, garantendo così la piena informazione ai clienti.

La transizione verso la mobilità a emissioni zero deve essere supportata dalla giusta infrastruttura, pronta per te quando ne hai bisogno, dove ne hai bisogno”, così Frans Timmermans, Vicepresidente esecutivo per il Green Deal europeo.
“Elettrico o meno, vogliamo che ogni automobilista in Europa sia certo di poter viaggiare in sicurezza in tutto il continente. Con questo accordo ci assicuriamo che ci siano opzioni sufficienti e di facile utilizzo disponibili in tutta Europa, sia per le auto che per i veicoli pesanti”.

L’accordo odierno ci fa compiere un ulteriore passo avanti nel percorso verso la decarbonizzazione della mobilità in Europa – gli ha fatto eco Adina Vălean, Commissario per i Trasportigarantirà che i cittadini e le società di trasporto e logistica possano fare affidamento su una solida rete per le infrastrutture di ricarica e rifornimento sulle nostre strade, nei nostri porti e aeroporti, in tutta l’Unione europea. In molte di queste tecnologie, l’Europa detiene la leadership tecnologica e tali investimenti ci aiuteranno ulteriormente a creare posti di lavoro in Europa.

A questo punto l’accordo raggiunto dovrà essere formalmente approvato dai due co-legislatori, non prima di un passaggio dal Comitato dei rappresentanti permanenti del Consiglio e dalla Commissione di Trasporti e del Turismo del PE. Una volta completato questo processo le nuove norme saranno pubblicate nella Gazzetta ufficiale dell’Unione europea ed entreranno in vigore dopo un periodo transitorio di 6 mesi.

Foto di Felix Müller da Pixabay

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