Mercato auto Italia, a marzo forte crescita a due cifre: +40,8%

Segnale positivo per il settore che, tuttavia, sconta ancora una lunga distanza dai numeri pre-pandemia. 

Sono 168.294 le nuove unità immatricolate nel mese di marzo da poco concluso, un numero che ha fatto segnare un entusiasmante balzo in avanti del +40,8% per il mercato auto italiano che, da mesi, sta vivendo una sostanziale ripresa.

Il dato, ovviamente positivo, tuttavia, è anche frutto del confronto con la registrazione di marzo 2022 che fu particolarmente drammatica (-27,9% su marzo 2021). Ad ogni modo, il 2023 ha segnato, finora una tripletta positiva portando le immatricolazioni italiane a 427.019 con un incremento percentuale del +26,2% rispetto al primo trimestre 2022.
Va rimarcato, però che i numeri seppur positivi, nascondono ancora una certa distanza da quelli pre-pandemia: -20,6% rispetto al primo trimestre 2019.

Concordi i protagonisti di spicco dell’automotive nazionale nel salutare con entusiasmo i risultati di marzo e del primo trimestre dell’anno. Un incremento del 40,8% fa certamente piacere – ha dichiarato Gian Primo Quagliano, presidente del Centro Studi Promotorma non si può dimenticare che per il mercato automobilistico italiano rimangono grandi problemi da risolvere. In primis quelli legati alla transizione energetica”.

Il riferimento è al segmento delle auto elettriche, la cui quota di mercato non eguaglia quelle dei principali mercati europei: “E questo nonostante siano disponibili dal 10 gennaio 190 milioni per incentivi all’acquisto di auto elettriche, che, alla data di oggi, sono stati utilizzati solo per il 10,3%”.

Secondo il Centro Studi Promotor il flop della misura di incentivazione risiede nei “lacci e lacciuoli previsti per usufruire degli incentivi” che, a questo punto, andrebbero snelliti.

Dello stesso avviso Paolo Scudieri, Presidente ANFIAAssociazione Nazionale Filiera Industria Automobilistica che, nel comunicato stampa di commento ai dati di marzo rimarca la necessità di rimodulare velocemente le misure di incentivazione vigenti per: “aiutare a mantenere costante questo trend positivo, in modo da invertire la tendenza registrata lo scorso anno… chiediamo, quindi, che parte delle risorse avanzate dalla campagna di incentivazione 2022 vengano reinvestite nella fascia 0-20 g/km di CO2 degli incentivi 2023, aumentandone l’importo unitario. Inoltre, è importante l’apertura alle persone giuridiche per le fasce 0-20 e 21-60 e il rialzo dell’incentivo al 100% anziché al 50% per le società di noleggio”.

Con l’ultimo ok del Consiglio Ue allo stop alla vendita dei motori endotermici dal 2035 (esclusi quelli alimentati da combustibili di sintesi come proposto dalla Germania), s’è chiuso un pesante capitolo di incertezze e, ora si aprono nuove prospettive.

C’è bisogno di lavorare in modo coordinato, con una strategia pragmatica, per raggiungere gli obiettivi di un processo che è già in atto e va governato – ha dichiarato Michele Crisci, presidente UNRAEUnione Nazionale Rappresentati Autoveicoli Esteril’industria automobilistica è pronta a fare la sua parte e a supportare le istituzioni per raggiungere l’obiettivo delle zero emissioni al 2035; ma nel frattempo continua a diventare sempre più ampio il gap che ci separa dagli altri Major Markets europei in termini di diffusione di auto con la spina e, se non ci impegniamo a recuperare velocemente, la nostra industria rischia moltissimo e il nostro mercato il declassamento”.

Sul fronte dei punti nodali da risolvere e delle proposte per supportare il mercato auto italiano nel cammino verso la transizione il CSP si concentra su problema dei prezzi attuali delle autovetture e di quelle elettriche in particolare, considerando la previsione di ulteriori rincari segnalata dai concessionari; mentre dall’ANFIA rimarca il problema della carenza infrastrutturale relativa ai  punti di ricarica pubblici e privati e UNRAE sottolinea la necessità di rivedere la fiscalità per le auto aziendali, modulando detraibilità Iva e deducibilità dei costi in base alle emissioni di CO2, per ridare competitività alle imprese italiane in tutti i settori e, allo stesso tempo, ottenere i benefici ambientali delle vetture a zero o basse emissioni.

Foto di Mauricio A. da Pixabay

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