Particolato da sistemi frenanti: l’UNECE adotta un regolamento innovativo.

Per la prima volta si introduce una metodologia di misurazione delle emissioni di particolato dai sistemi frenanti di automobili e furgoni.

In data 21 giugno il Forum mondiale per l’armonizzazione dei regolamenti sui veicoli (WP.29), ospitato dall’UNECECommissione Economica per l’Europa delle Nazioni Unite, ha adottato un regolamento rivoluzionario per la misurazione delle emissioni di particolato derivanti dai sistemi di frenata di auto e veicoli commerciali leggeri in condizioni di laboratorio ripetibili e riproducibili.

Questo è il primo strumento di regolamentazione al mondo che prende in esame le emissioni di particolato non proveniente dallo scarico di automobili e furgoni.

Il regolamento è stato sviluppato dal gruppo di lavoro sull’inquinamento e l’energia – GRPE (uno dei 6 organi sussidiari del Forum mondiale che concentra il proprio lavoro sulla definizione delle procedure di misurazione dei gas di scarico, dell’efficienza energetica e della potenza per tutte le modalità di trasporto terrestre al fine di limitare i danni ambientali e che sarà responsabile dello sviluppo del GTR delle Nazioni Unite sui test delle emissioni di guida reali) dell’UNECE e da un gruppo dedicato al programma di misurazione delle particelle (PMP), che prescrive procedure e condizioni di prova per i sistemi di frenatura.

Orbene, Dopo aver conseguito un forte riduzione delle emissioni di particolato, sia fino che ultrafino, dallo scarico grazie all’adozione di normative internazionali e nazionali sui veicoli sempre più stringenti, oggi, paradossalmente, le fonti diverse dai gas di scarico rappresentano circa l’80% delle emissioni di particolato derivanti dall’uso dei veicoli.

Tali emissioni derivano dall’usura del manto stradale, dal rotolamento degli pneumatici, dall’usura dei sistemi frenanti e dalla risospensione della polvere stradale.

È comprensibile come l’azione sul pedale del freno inneschi un progressivo attrito tra il disco e le pastiglie, attrito che genera calore e rallenta il veicolo, tuttavia, nel corso del processo piccole parti dei suddetti elementi vengono abrase ed emesse in atmosfera sotto forma di particelle che possono essere respirate ed avere quindi un impatto sulla salute umana così come sull’ambiente e la biodiversità.

Queste emissioni sono drasticamente ridotte, sottolinea l’UNCECE, nel caso dei veicoli elettrici, che sono dotati di un sistema di frenata rigenerativa che ricarica la batteria durante il rallentamento e che produce meno particolato.

Il regolamento tecnico globale delle Nazioni Unite n. 24 è stato adottato da Australia, Cina, Unione Europea, India, Giappone, Norvegia, Federazione Russa, Sudafrica e Regno Unito. I soggetti che hanno adottato o adotteranno la proposta si impegnano a recepirla nella propria legislazione nazionale o regionale.
I limiti di emissione per le particelle dei freni saranno definiti dai Paesi che applicano il nuovo regolamento tecnico.

Per ciò che concerne l’Unione europea, il regolamento sarà utilizzato per misurare le particelle dei freni nell’ambito della prevista proposta legislativa Euro7, che determinerà i limiti di emissione.

Il Gruppo di lavoro sull’inquinamento e l’energia, che ha preparato il progetto di regolamento, sta attualmente sviluppando una metodologia simile per i sistemi di frenatura dei veicoli pesanti.

Contestualmente, annuncia l’UNECE, si sta lavorando anche ad una procedura ad hoc per misurare l’abrasione degli pneumatici (che ricordiamo essere un’altra importante fonte di emissioni non di scarico), con una bozza di regolamento prevista per il 2025. 

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