Mercato auto Italia: giugno positivo, ma in rallentamento rispetto ai mesi precedenti.

+9,2% (138.927 unità) lo scorso mese e +23% nel semestre, ma i dati pre-pandemia sono distanti: gli appelli della filiera automotive nazionale.

Ammontano a 138.927 le immatricolazioni di giugno, secondo i dati pubblicati il giorno 3 dal Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti; variazione percentuale positiva del +9,2% se si considerano le 127.232 unità registrate nel giugno dello scorso anno.

Il consuntivo del primo semestre dell’anno ha segnato, quindi, una crescita del 23% dei volumi complessivi nazionali, pari a 841.343 unità rispetto all’analogo periodo 2022.

Tuttavia, il dato di giugno, ancorché positivo, fa drizzare le antenne agli analisti del mercato dal momento che arriva dopo otto mesi consecutivi di rialzi a due cifre con le punte di marzo e aprile, rispettivamente del +40,78 e del +29,21%; senza contare che rispetto allo stesso semestre pre-pandemia, mancano all’appello 242.000 vetture e pertanto la realtà “parla” di una flessione del 22,3% rispetto alla performance del mercato auto nazionale al 2019.

Ovviamente – ricordano le Associazioni dell’industria automobilistica – nei mesi estivi si assiste ad una fisiologica tendenza al ribasso con il calo della domanda, tuttavia, un certo peso sul risultato, non proprio entusiasmante, lo hanno avuto certamente il perdurare dell’attesa circa la rimodulazione degli incentivi; così come l’ombra della spirale inflazionistica che ha determinato un aumento dei prezzi (e v’è chi teme che questi subiranno ulteriori incrementi).

Implementazione della rete di ricarica e necessità di incentivi alla rottamazione per conseguire un più rapido rinnovamento del parco auto circolante, anche senza puntare subito ai nuovi modelli elettrici, così come un intervento da tempo richiesto sulla fiscalità delle auto e delle flotte aziendali, sarebbero spinte ulteriori in termini di aumento della fiducia da parte dei consumatori che si tradurrebbero in un aumento della domanda.

Per tutte queste questioni ancora “in ballo”, dall’UNRAE, il presidente Michele Crisci, auspica “una rapida convocazione dell’atteso Tavolo Automotive, che garantisca un confronto autentico, e non a posteriori, con tutti gli attori della filiera”, anche perché: “la riconversione della filiera automotive italiana è fondamentale per salvaguardare PIL e occupazione, ma dobbiamo ricordare che il 60% della componentistica italiana viene esportato, quindi forse dovremmo partire da lì e ricordare il ruolo chiave che le Case Estere rivestono per la filiera italiana, a monte e a valle”.

Servono una pluralità di strumenti e tecnologie per disegnare una transizione percorribile e sostenibile ed è importante che industria e politica lavorino insieme, improntando le rispettive azioni ad un dialogo aperto e leale”, così Roberto Vavassori, da poco eletto alla presidenza di ANFIA.

Ribadisco – ha proseguito – che la filiera guarda con grande favore all’ipotizzato ‘Accordo per la transizione e il rilancio industriale della filiera automotive’ in definizione da parte del Governo con la collaborazione dei diversi Ministeri coinvolti e coordinato nella sua esecuzione dal Ministero delle Imprese e del Made in Italy”.

Il punto di vista dei concessionari sui risultati di giugno e sulle urgenze da risolvere è sintetizzato dalle parole di Adolfo De Stefani Cosentino, Presidente di Federauto che ha rimarcato come: “Il rilancio e la competitività dell’intera filiera automotive italiana, con la tutela dei livelli produttivi ed occupazionali, restano temi centrali nel dibattito politico, evidenziando ancora una volta l’importanza economica del settore ma i piani concreti per colmare il divario in tema di elettrificazione rispetto agli altri Paesi del continente europeo così come le altre misure, in una logica di neutralità tecnologica, di sostegno alla sostituzione del parco circolante auto devono trovare una risposta veloce e una rapida operativa”.

Rileviamo – ha concluso – che nell’ambito dei lavori parlamentari sul disegno di legge delega per la riforma del sistema fiscale sono saltate tutte le misure proposte che andavano nella direzione di una defiscalizzazione dell’auto aziendale, sia in termini di detraibilità IVA che di deducibilità dei costi di acquisto e di utilizzo. Su questo ultimo tema strategico per la transizione attendiamo quindi di conoscere le decisioni del Governo”.

I prossimi mesi saranno dunque decisivi; intanto dal Centro Studi Promotor fanno sapere che, dati alla mano, il mercato auto italiano è destinato a crescere fino a 1.619.543 immatricolazioni al 2023, tuttavia un tale risultato non sarebbe comunque sufficiente a ridurre l’età media del parco circolante con evidenti ricadute in termini di sicurezza stradale e impatto sull’ambiente.

Foto di tookapic da Pixabay

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