Veicoli a fine vita: dalla Commissione Ue la proposta di regolamento

Obiettivi: migliorare la progettazione dei veicoli per favorirne il trattamento e il riciclo; utilizzare più materiali da riciclo, migliorare la raccolta e il recupero dei materiali, nonché la governance del fine vita dei veicoli.

In data 13 luglio la Commissione europea ha licenziato la Proposta di regolamento sui requisiti di circolarità per la progettazione dei veicoli e sulla gestione dei veicoli fuori uso, provvedimento atteso da tempo dalla filiera automotive, in specie coloro che si occupano del fine vita dei veicoli.

Tale Regolamento, qual ora dovesse concludere positivamente l’iter legislativo ordinario che prevede l’esame da parte del Parlamento Europeo e del Consiglio, andrà a sostituire le attuali direttive: la 2000/53/CE del Parlamento europeo e del Consiglio, del 18 settembre 2000, relativa ai veicoli fuori uso e la 2005/64/CE del Parlamento europeo e del Consiglio, del 26 ottobre 2005, relativa all’omologazione dei veicoli a motore in relazione alla loro riutilizzabilità, riciclabilità e recuperabilità (che modificava la precedente direttiva 70/156/CEE del Consiglio).

La proposta di Regolamento, che si pone in linea con l’obiettivo del Green Deal europeo e del piano d’azione per l’economia circolare di realizzare un’industria automobilistica più sostenibile e resiliente, è strettamente collegata e sostiene l’attuazione di diverse importanti iniziative legislative, tra cui la legge sulle materie prime critiche , il regolamento sulle batterie , la direttiva quadro sui rifiuti, la direttiva RAEE e il regolamento sulla progettazione ecocompatibile per i prodotti sostenibili.

Tutti in Europa dovrebbero essere in grado di spostarsi da A a B nel modo più sostenibile possibile”, ha dichiarato Frans Timmermans, Vicepresidente esecutivo per il Green Deal europeo. “Nei prossimi anni arriveranno sul mercato sempre più auto a emissioni zero, aumentando la domanda di materiali primari di valore. La nostra proposta odierna ci assicurerà di riciclare e riutilizzare il maggior numero possibile di questi materiali, dando nuova vita ai componenti delle nostre auto e riducendo notevolmente l’impatto ambientale del nostro trasporto su strada”.

La nostra nuova proposta sosterrà la transizione dell’ecosistema industriale automobilistico verso la circolarità, stimolerà l’industria del riciclaggio creando oltre 22.000 posti di lavoro e migliorerà il funzionamento del mercato unico”, così Thierry Breton, Commissario per il Mercato interno che ha poi proseguito: “Migliorare il riciclo e la circolarità, in particolare recuperando materie prime più critiche, contribuirà a creare catene di approvvigionamento più resilienti e a ridurre l’esposizione alla volatilità dei prezzi”.

Ogni anno, ricorda la Commissione oltre sei milioni di veicoli in Europa giungono alla fine del loro ciclo di vita e una gestione inadeguata di questi si traduce in perdita di valore e inquinamento.
In quest’ottica la proposta contiene misure per rafforzare la circolarità del settore automobilistico, coprendo l’intero ciclo di vita del prodotto auto dalla progettazione, alla produzione, sino al trattamento a fine vita dei veicoli.

Con questa proposta i decisori di Bruxelles intendono, da un lato migliorare l’accesso alle risorse per l’economia dell’UE; dall’altro, contribuire agli obiettivi ambientali e climatici dell’UE, rafforzando, nel contempo, il mercato unico e contribuendo ad affrontare le sfide associate alla trasformazione in corso dell’industria automobilistica.

Si prevede che le azioni proposte genereranno entrate nette per 1,8 miliardi € entro il 2035, con ulteriori posti di lavoro creati e maggiori flussi di entrate per l’industria della gestione dei rifiuti e del riciclaggio. Inoltre, contribuiranno a migliorare la sicurezza stradale nei Paesi terzi impedendo l’esportazione di veicoli non idonei alla circolazione e riducendo l’inquinamento nocivo ei rischi per la salute nei paesi che importano veicoli usati dall’UE.

Dal punto di vista ambientale si prevede che il regolamento proposto, apporterà una riduzione annua di 12,3 milioni di tonnellate di emissioni di CO2 entro il 2035, una migliore valorizzazione del 5,4 milioni di tonnellate di materialiun maggiore recupero di materie prime critiche.

Notevoli anche i vantaggi dal punto di vista energetico: risparmi energetici a lungo termine nella fase di produzione, e minore dipendenza dalle materie prime importate, senza contare la promozione di modelli di business sostenibili e circolari.

Se il futuro della mobilità è elettrico, va da se che il settore automobilistico diventerà il più grande consumatore di materie prime critiche utilizzate nei magneti permanenti dei motori elettrici nel Vecchio continente, di qui la necessità di migliorare la resilienza dell’UE contro le interruzioni della catena di approvvigionamento e ridurre la sua dipendenza dalle importazioni di materie prime critiche.
Pertanto la proposta di regolamento si concentra su diversi elementi chiave per migliorare la qualità nella catena di progettazione, raccolta e riciclaggio:

– Design circolare: per migliorare le fasi di smontaggio e trattamento dei veicoli sin dalla fase di progettazione, in questo senso le case automobilistiche dovranno fornire istruzioni chiare e dettagliate per i demolitori su come sostituire e rimuovere parti e componenti durante l’uso e la fase di fine vita di un veicolo.

– Utilizzo di materiale riciclato: il 25% della plastica utilizzata per costruire un nuovo veicolo dovrà provenire dal riciclaggio, di cui il 25% dovrà essere riciclato da veicoli fuori uso.

– Maggior recupero e riciclo: le misure porteranno a recuperare più materie prime e di migliore qualità, comprese le materie prime critiche, la plastica, l’acciaio e l’alluminio. Il 30% della plastica dei veicoli fuori uso dovrebbe essere riciclato. Ulteriori misure sosterranno il mercato del riutilizzo, della rigenerazione e del rinnovo di parti e componenti di un veicolo. Gli Stati membri sono incoraggiati a fornire incentivi alle officine e alle officine per sostenere la vendita di pezzi di ricambio.

– Migliorare la governance: le nuove norme rafforzeranno la responsabilità del produttore istituendo regimi nazionali di responsabilità estesa del produttore in base a requisiti uniformi. Questi regimi mireranno a fornire un finanziamento adeguato per le operazioni obbligatorie di trattamento dei rifiuti, a incentivare i riciclatori a migliorare la qualità dei materiali riciclati dai veicoli fuori uso, promuovendo così una maggiore cooperazione tra operatori del trattamento e produttori.

– Migliorare la raccolta: per porre fine alla scomparsa dei veicoli, la proposta prevede una migliore applicazione delle norme vigenti aumentando la trasparenza. Ciò significa più ispezioni, tracciamento digitale dei veicoli fuori uso in tutta l’UE, una migliore separazione delle auto vecchie da quelle fuori uso, più sanzioni per infrazioni e divieto di esportazione di veicoli usati non idonei alla circolazione.

– Ampliamento del target: l’ambito di queste misure sarà gradualmente ampliato per includere nuove categorie come motocicli, camion e autobus, garantendo una copertura più completa.

L’industria automobilistica svolge un ruolo importante nell’accelerare la transizione verso l’economia circolare – ha affermato Virginijus Sinkevičius, Commissario per l’ambiente, gli oceani e la pesca – Basandoci sull’approccio del ciclo di vita che abbiamo concordato per le batterie, oggi proponiamo regole per rendere i veicoli circolari fin dalla progettazione e per garantire che alla fine del loro ciclo di vita i veicoli siano una fonte di preziosi pezzi di ricambio, materie prime critiche e altre risorse chiave come plastica riciclata di alta qualità e acciaio. Questo nuovo approccio renderà l’industria automobilistica europea più sostenibile e resiliente, ridurrà la dipendenza dalle materie prime primarie e dall’energia, stimolerà il settore del riciclaggio dell’UE e migliorerà i mercati dei pezzi di ricambio usati e dei materiali secondari.

A questo punto parte l’iter legislativo ordinario e sul testo dovranno esprimersi Palamento Europeo e Consiglio prima che il regolamento diventi effettivo e possa trovare applicazione negli Stati membri. 

Foto di Dimitris Vetsikas da Pixabay

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