Mercato auto Italia: dicembre chiude in positivo sfiorando il +19%

Ma poco più di 1,5 milioni di auto immatricolate nell’anno non sono sufficienti colmare il gap del -18,3% sul 2019. Urge aumentare le vendite per sostenere il mercato e svecchiare il parco circolante, ma intanto si profila la stagnazione e anche la transizione green ne soffre.

 

L’ultimo mese dell’anno si è chiuso con un nuovo risultato positivo per il mercato auto nazionale: +5,9% rispetto a dicembre 2022, una crescita indotta dalle 111.136 autovetture immatricolate nel mese e che ha portato il consuntivo annuale a 1.566.448 unità immatricolate, un balzo in avanti a due cifre (+18,96%) sul 2022.

Tuttavia, se si guardano i dati dell’ultimo anno “normale” pre-pandemia, lo scorso dicembre ha chiuso con un calo del –20,9% rispetto a dicembre 2019, mentre il 2023 è “sotto” del –18,3%.

Non solo, lo scorso mese, rispetto a dicembre 2022 ha avuto due giorni lavorativi in meno e ha comunque evidenziato un rallentamento rispetto alla chiusura di allora (+21%).

Calano le immatricolazioni del nuovo, dunque, tuttavia, come rimarcano dal Centro Studi Promotor, non calano le auto in circolazione. Se si guarda ai numeri del quadriennio 2020-2023 si osserva che: “Le auto circolanti sono passate da 39.545.232 del 2019 a 40.839.063 del 2023 con la conseguenza che il tasso di motorizzazione privata del Paese è salito a 69 autovetture per ogni 100 abitanti, un livello record in ambito mondiale”.

Secondo Roberto Vavassori, Presidente ANFIAAssociazione Nazionale Filiera Industria Automobilistica: “per garantire un fisiologico rinnovo del parco circolante – caratterizzato, a fine 2022, da un’età media di 12 anni e 6 mesi e da una quota di oltre il 50% di vetture ante-Euro 5 – è necessario raggiungere almeno 1,8 milioni di auto immatricolate ogni anno. Nella direzione del ricambio del parco vanno anche le misure del Tavolo Sviluppo Automotive, con l’obiettivo di raggiungere quanto prima e in maniera sostenibile il target di 1 milione di autoveicoli leggeri prodotti nel nostro Paese”.

Ma è soprattutto la questione relativa all’annuncio della rimodulazione degli incentivi a tenere sotto scacco il mercato e i produttori.

Se dall’ANFIA confermano parere favorevole a: “…una rimodulazione dello schema di incentivazione che renda più attrattive, anche dal punto di vista del contributo economico all’acquisto, le misure a sostegno delle vendite di auto ricaricabili (BEV e PHEV), in linea con gli obiettivi di decarbonizzazione fissati dall’Unione Europea e in modo tale da recuperare il ritardo dell’Italia sulla quota di mercato delle vetture elettriche – appena il 4% contro il 15% circa degli altri maggiori mercati europei. Fondamentale, inoltre, l’apertura degli incentivi a tutte le persone giuridiche, ad eccezione dei concessionari”; dall’UNRAEUnione Nazionale Rappresentanti Autoveicoli Esteri, la preoccupazione esternata dal Presidente, Michele Crisci è quella che: “Alla luce dei tempi burocratici di approvazione e ratifica da parte delle istituzioni coinvolte e della necessità di aggiornare la Piattaforma Invitalia, è molto forte e preoccupante il rischio che i nuovi incentivi non siano operativi in tempi brevi, situazione che porterebbe a un ulteriore rallentamento o alla paralisi del mercato”.

La strada degli incentivi per sostenere e rilanciare il mercato nazionale auto, dunque, non è l’unica da percorrere: “I Decreti attuativi della Delega Fiscale rappresentano un’occasione immediata per prevedere una revisione del regime fiscale delle auto aziendali in uso promiscuo, agendo su detraibilità IVA e deducibilità dei costi in funzione delle emissioni di CO2 e riducendo il periodo di ammortamento a 3 anni”, ha commentato Michele Crisci.

Ciò favorirebbe – ha concluso – il rilancio di un settore utile anche ad un accelerato rinnovo del parco, considerato il veloce ricambio dei veicoli aziendali”.

In ballo non c’è solo una questione di mercato perché la transizione energetica della mobilità si gioca necessariamente su questo terreno; non è un caso che il segmento delle BEV stenta ad aumentare in Italia come, al contrario, avviene nei maggiori mercati europei (per maggiore approfondimento si legga qui).

Il risultato del ritardo nazionale sul punto è ben evidenziato in un passaggio del comunicato stampa di commento ai dati di dicembre da parte di UNRAE e che sottolinea: “conseguenze negative sulle emissioni medie di CO2 che, contrariamente al trend di riduzione imposto dalle norme europee, sono addirittura cresciute nell’intero 2023 a 119,5 g/Km (+0,7%)”.

Date le premesse l’anno che s’è appena aperto non sembra offrire larghi orizzonti per il mercato auto.

Secondo Gian Primo Quagliano, presidente del Centro Studi Promotor: “la ripresa dall’agosto 2022 si sta esaurendo e… il mercato dell’auto sta entrando in una sostanziale e non breve stagnazione con la prospettiva per il 2024 di un volume di immatricolazioni allineato a quello del 2023 e, cioè, di un volume di immatricolazioni di 1.573.000 unità, livello, questo, che il Centro Studi Promotor ha determinato grazie anche alla partecipazione dei concessionari alla sua inchiesta congiunturale mensile.  Da questa inchiesta risulta, tra l’altro, che in dicembre i concessionari hanno previsto a larghissima maggioranza che nel prossimo futuro le vendite di auto si manterranno sui livelli del 2023”.

Foto di 24278850 da Pixabay

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