Vittime della strada: l’obiettivo Ue di dimezzarne il numero al 2030 è ancora distante

Secondo i dati preliminari sugli incidenti mortali 2023 diffusi dalla Commissione Ue, pochi Paesi sono sulla buona strada per raggiungere l’obiettivo al 2030 e l’ancor più ambizioso azzeramento delle vittime della strada al 2050.

Ammontano a circa 20.400 le persone che, lo scorso anno, hanno perso la vita in incidenti stradali in Europa.
Lo ha reso noto, la scorsa settimana, la Commissione Europa nel diffondere i dati preliminari (quelli definitivi saranno disponibili nel prossimo autunno) sulle vittime stradali 2023 e dai quali emerge, per ora, una riduzione di appena l’1% rispetto al 2022.

Le stime riguardano l’intero anno e tutte le tipologie di strade e si riferiscono a decessi entro 30 giorni, ma per Spagna, Paesi Bassi Portogallo e Svizzera, si basano su dati ancora parziali.

Ebbene, ciò che balza subito all’occhio è che, sostanzialmente, si è assistito ad uno stallo dei progressi nella riduzione del numero di vittime della strada in troppi Paesi membri; certo, se si prende in considerazione l’anno di riferimento (2019) la variazione percentuale delle vittime è del -10%, pari a circa 2.360 persone.

Tuttavia, pochi Stati membri sono sulla buona strada per raggiungere l’obiettivo dell’UE e delle Nazioni Unite di dimezzare il numero di decessi stradali entro il 2030 stabilito nel Piano d’azione strategico della Commissione sulla sicurezza stradale e nel quadro politico dell’UE per la sicurezza stradale 2021-2030, che ha anche stabilito piani di sicurezza stradale con l’ulteriore e più ambizioso obiettivo azzerare le vittime della strada entro il 2050.

Infatti, la “fotografia” scattata dalla Commissione mostra un’immagine molto contrastata proprio fra i vasi Paesi membri: dall’anno di riferimento il numero di vittime della strada è diminuito poco in Spagna, Francia e Italia, mentre è aumentato in Irlanda, Lettonia, Paesi Bassi, Slovacchia e Svezia.

Negli ultimi quattro anni, invece, pur considerando la parzialità dei dati, sembra che Belgio, Cechia, Danimarca, Ungheria e Polonia siano sulla buona strada per raggiungere l’obiettivo di riduzione del 50% di morti e feriti gravi su strada entro il 2030.

Nel 2023 la classifica generale dei tassi di mortalità dei Paesi Ue non è cambiata in modo significativo; ancora una volta le strade più sicure sono in Svezia (con 22 decessi per milione di abitanti) e in Danimarca (con 27 decessi per milione di abitanti); mentre, all’opposto, Bulgaria e Romania hanno registrato i tassi di mortalità più elevati nel 2023 (rispettivamente 82 e 81 decessi per milione di abitanti), contro una media Ue di 46 decessi per milione di abitanti.

Fonte: Commissione Ue (Banca dati EU CARE sugli incidenti stradali e le fonti nazionali; I dati sulla popolazione provengono da Eurostat)


A livello di minor sicurezza, i dati 2022 (essendo quelli del 2023 non ancora disponibili) danno in testa alla classifica le strade rurali con il 52% delle vittime; al secondo posto le strade urbane (38%) e le autostrade (9%).

Gli utenti della bicicletta vittime della strada, più di 2.000 nel 2022, non accennano a diminuire nell’ultimo decennio e questo desta preoccupazioni dal momento che le strategie di decarbonizzazione puntano molto sull’uso della bicicletta nelle aree urbane anche se perdura la mancanza di infrastrutture adeguate e persistono i comportamenti pericolosi e scorretti alla guida dei mezzi a motore come l’eccesso di velocità, la distrazione e la guida sotto l’effetto di alcol e sostanze stupefacenti.

Proseguendo nella disamina dei dati la Commissione afferma che agli uomini spetta il triste primato di vittime della strada (tre morti su quattro sulla strada, pari al 77%) e sono le persone di età superiore ai 65 anni quelle che corrono un rischio maggiore, perché rappresentando il 21% della popolazione Ue detengono la quota del 29% di tutte le vittime stradali.
I giovani di età compresa tra 18 e 24 anni (7% della popolazione), rappresentano il 12% delle vittime della strada.

Anche la tipologia di mezzo utilizzato ha, ovviamente, il suo valore statistico: la maggioranza dei decessi (45%) vede in testa gli occupanti delle auto, tanto conducenti che passeggeri, mentre i pedoni hanno rappresentato il 18%; i conducenti di motociclette e ciclomotori il 19% e i ciclisti il ​​10%.

Tuttavia, va specificato che i modelli cambiano significativamente a seconda dell’età; ad esempio, tra gli over 65, i pedoni rappresentano il 29% dei decessi, mentre i ciclisti il ​​17%.

Comprensibilmente nelle aree urbane quasi il 70% delle vittime della strada si riscontra tra i cosiddetti “utenti deboli” (pedoni, ciclisti e utenti di veicoli a due ruote), tanto più allorquando gli incidenti li coinvolgono con automobili e camion.
Di qui, scrivono da Bruxelles, la necessità di migliorare la protezione degli utenti vulnerabili.

Nonostante ancora nello scorso marzo 2023 la Commissione abbia presentato un pacchetto di proposte volte ad affrontare il problema della sicurezza stradale, tra cui requisiti aggiornati per le patenti di guida e una migliore applicazione transfrontaliera delle norme sulla circolazione stradale (ne avevamo parlato in questo articolo), è evidente che c’è ancora parecchio da fare, soprattutto a livello locale, nei singoli Paesi membri, se si vuole realmente stoppare questa spirale di decessi sulle strade europee.

Foto di Alexa da Pixabay

 

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