Come si evolve il prezzo delle auto elettriche e cosa ci aspetta nel 2025
Nell’ambito della manifestazione “From 100% to 5%”, la più grande prova comparativa europea su strada che misura l’efficienza delle auto elettriche, si è tenuto, a Roma, un talk tra stakeholders automotive sul futuro del comparto e la transizione elettrica nella mobilità.
Il segmento delle auto elettriche nel mondo, sta rallentando e se dal 2019 al 2023 si è registrato un balzo da 1,4 a 7,4, milioni di unità, nei dodici mesi successivi questa tipologia di veicoli ha visto un aumento di solo 1 milione e 200.000 unità.
È uno dei dati emersi quest’oggi dalla presentazione, a Roma, dello studio: “Il prezzo giusto dell’auto elettrica” a cura di Jato Dynamics nell’ambito del Talk: “Che auto compriamo nel 2025”, evento collaterale alla quinta edizione di “From 100% to 5%”, la più grande prova comparativa europea per misurare l’efficienza delle auto elettriche organizzata da Motor1.com e InsideEVs.
I risultati del test, che ha visto “in pista” sul Grande Raccordo Anulare 12 vetture elettriche selezionate tra i modelli più interessanti e accessibili sul mercato, con prezzi di listino tra 25.000 e 40.000 € con l’obiettivo di verificare i loro risultati dinamici e far emergere la crescente accessibilità economica degli EV e i loro vantaggi in termini di costi di gestione, saranno resi noti il prossimo 10 febbraio.
La manifestazione, al di là della presa sul largo pubblico (la partenza è stata effettuata Piazza San Pietro) è stata occasione per un confronto tra i rappresentanti delle Associazioni automotive sui temi strategici della transizione elettrica.
Il confronto è stato introdotto dall’intervento di Felipe Munoz – Senior analyst Jato Dynamics, che ha illustrato i principali dati del report annuale che analizza e confronta l’evoluzione dei prezzi delle auto elettriche in Europa, Stati Uniti e Cina evidenziando il gap fra la performance del Dragone e quelle di Europa e USA.
Ebbene, per tornare ai numeri, dal white paper di Jato Dynamics emerge che il 51% dei veicoli è realizzato da costruttori cinesi, il 22% da brand americani e solo il 18% da marchi europei.
Sul versante del prezzo lo studio evidenzia come negli ultimi anni il prezzo medio delle BEV in tutto il mondo sia diminuito mentre, nello stesso tempo, si è registrato un aumento medio dei prezzi di listino delle vetture con motore endotermico.
Se nell’Eurozona il prezzo medio al dettaglio delle auto a batteria è diminuito del 15% tra il 2018 e il 2024 (mentre quello delle vetture diesel o a benzina è cresciuto del 7%), in USA la riduzione è stata ancor più significativa: -25%.
Ma questo non si è verificato in Italia, dove la quota delle immatricolazioni di BEV resta piuttosto bassa e decisamente al di sotto della media europea. In questo caso, anche complice il perdurare dell’assenza di prodotto nei segmenti A e B, il prezzo medio al dettaglio delle auto elettriche è aumentato del 14% in sei anni, ma occorre considerare anche che oggi vi è una maggior disponibilità di veicoli più costosi.
Nel proseguire la focalizzazione sui segmenti auto A e B, dallo studio, emerge evidente la “forbice” tra l’offerta di modelli tradizionali endotermici (passati da 42 a 22 unità in soli sei anni) e quella di BEV, passate dagli 8 modelli disponibili nel 2018, ai 13 dello scorso anno, mentre quest’anno la svolta attesa sembra ancora più vicina con l’ingresso sul mercato italiano di diversi modelli nei segmenti A e B, con un costo di listino inferiore ai 30.000 €.
E ancora, sul tema del prezzo, dalla presentazione è emerso che le vetture elettriche sul mercato italiano risultano più costose del 25% (nel 2023 la percentuale era del 36%) rispetto a quelle “endotermiche”.
Ma quello che fa riflettere è il confronto fra Paesi diversi su offerta e riduzione dei prezzi delle auto elettriche; il costo medio di una BEV, oggi, in Italia, è superiore del 126% rispetto a quello di una vettura acquistata in Cina. Va un po’ meglio nel Regno Unito dove, sempre nel confronto col Dragone, una BEV costa mediamente il 122% in più.
“La varietà di offerta è la linfa del mercato: stimola l’interesse, la competizione e il miglioramento dei prodotti”, ha dichiarato Alessandro Lago direttore di Motor1 e InsideEVs e ideatore dell’iniziativa.
“Nel 2025, l’auto elettrica potrebbe beneficiare di condizioni favorevoli, ma resta il rischio che i pregiudizi, alimentati dal dibattito pubblico, rallentino la sua diffusione. Iniziative come questa sono cruciali per fare chiarezza, offrendo alle persone informazioni obiettive, critiche e costruttive, fondamentali per un dialogo consapevole e per abbattere le barriere culturali verso questa tecnologia”.
“In Italia il 20% circa delle aziende della componentistica ha già investito nella produzione di componenti per veicoli elettrici”, così Gianmarco Giorda – Direttore Generale di ANFIA, Associazione Nazionale Filiera industria Automobilistica.
“Occorre però lavorare – ha proseguito – per salvaguardare e accrescere la competitività della nostra filiera in un dominio tecnologico in cui, ad oggi, l’UE non è il player più forte. In Italia, è importante introdurre un credito d’imposta per la ricerca e l’innovazione e mettere in campo azioni per attrarre investimenti nel Paese, così da agevolare il rinnovamento del settore”.
“UNRAE – ha dichiarato Andrea Cardinali – Direttore Generale dell’Unione Nazionale Rappresentanti Autoveicoli Esteri – da tempo propone al Governo una serie di strumenti concreti per accelerare la diffusione di veicoli a zero e bassissime emissioni: un piano di sostegno alla domanda pluriennale, almeno fino al 2027; la revisione del regime fiscale delle auto aziendali, con interventi su detraibilità dell’IVA e deducibilità dei costi, da parametrare in base alle emissioni di CO2; una politica mirata per lo sviluppo capillare di infrastrutture di ricarica elettrica”.
“Il 2025 sarà molto importante per la mobilità elettrica”, gli ha fatto eco Francesco Naso – Segretario Generale di Motus-E. “Se infatti sui segmenti più alti di mercato la parità di prezzo con l’endotermico è a portata di mano, la forbice si sta chiudendo anche sui modelli di massa, ampliando la platea di chi già oggi può ottenere un vantaggio nel total cost of ownership rispetto alle auto tradizionali. L’auspicio è che questo trend venga accompagnato da politiche di supporto stabili, anche sulle flotte aziendali, e da azioni a costo zero che valorizzino l’impegno degli operatori della ricarica, che stanno realizzando in Italia una rete tra le più avanzate d’Europa”.
Foto di copertina: fonte Motor1.com