Agli italiani usare l’auto propria piace ancora molto, nonostante tutto
Il dato, interessante, emerge dalla prima edizione dell’Osservatorio “L’auto che vorrei”, frutto del lavoro congiunto Fleet&Mobility e IPSOS.
Nonostante una narrazione diffusa che ne vorrebbe una riduzione sulle strade, ancorché motivata da precise urgenze ambientali, sociali e logistiche (si pensi alla congestione del traffico veicolare proprio nei centri urbani), guidare l’auto per spostamenti e incombenze varie è ancora un piacere diffuso tra gli italiani.
Ben l’82% di un campione di automobilisti intervistato (quattro su cinque), ha affermato che “usare l’auto è piacevole”; perché, nonostante le sfide quotidiane rappresentate dal traffico e dalla spesso snervante ricerca di parcheggi; la comodità e il senso di protezione che la propria auto trasmette è più alto delle incognite rappresentate dalle alternative.
Il dato interessante, non solo questo, ovviamente, emerge dalla prima edizione dell’Osservatorio “L’auto che vorrei”, frutto di una collaborazione fra Fleet&Mobility – Centro Studi che opera nel settore automotive con la missione di ricercare, elaborare e diffondere la conoscenza, facilitando le relazioni tra i diversi operatori e favorendo la crescita sana dei mercati) e IPSOS – società fra le più quotate nel settore delle ricerche di mercato, analisi di opinione e consulenza strategica.
Lo studio, indaga quali spese devono affrontare le famiglie italiane, non soltanto quelle collegate alle quattro ruote, e quale priorità viene assegnata all’auto; inoltre, esamina anche quale l’impatto hanno le diverse esperienze d’uso sulle decisioni di acquisto.
Ma torniamo ai numeri e alla fotografia della realtà che questi offrono.
Che agli italiani l’auto privata piacesse molto non è una novità, del resto abbiamo il parco circolante fra i più massicci (e anziani, ci sarebbe da aggiungere) in rapporto alla popolazione in confronto con altri Paesi Ue. E piace al tal punto che il 77% del campione rappresentativo dei possessori di automobile ha affermato che l’auto li fa sentire comodi e protetti, nonostante, come già anticipato, le sfide quotidiano legate al traffico e alla ricerca di parcheggi.
Nelle città, quasi la metà del campione intervistato (47%) ha dichiarato di non usare altro mezzo di trasporto se non la propria auto, mentre il 77% non vi rinuncerebbe certo per una alternativa pubblica a quattro ruote come il taxi, che, peraltro appare più costosa nell’immediato.
Non solo, sempre nei contesti urbani, peraltro già sovraccarichi con evidenti conseguenze in termini di inquinamento atmosferico e acustico (dei quali il traffico veicolare è fra i maggiori responsabili), più della metà degli intervistati, il 59% non sarebbe contento se venisse ulteriormente limitato l’uso dell’auto propria.
Che l’auto rappresenti ancora il senso di libertà e di indipendenza è dimostrato dal fatto che l’88% la apprezza per i viaggi fuori città e l’85% per “gite e viaggi brevi”. A riprova di ciò una buona fetta di intervistati prevede un calo di qualità nella vita in caso di rinuncia all’auto (44%), mentre per il 29% il peggioramento, pur tale, sarebbe in misura minore.
Fra le tendenze del mercato che compaiono nello studio, emerge che gli intervistati, i quali rappresentano un campione rappresentativo degli automobilisti nazionali, guidano, in media, un’auto acquistata nel 2018, in sostituzione della precedente acquistata nel 2009 e il 22% ipotizza come “probabile” l’acquisto di un’auto cinese in futuro.
Il noleggio a lungo termine non sembra, ancora, una alternativa diffusa, né particolarmente accattivante, proprio a causa del forte senso di “proprietà” che lega l’automobilista al proprio mezzo; non a caso, ancora sul 58% degli intervistati pesa l’immagine dell’auto quale veicolo della propria personalità.