Novembre in stallo per il mercato auto italiano: -0,04%
Nonostante la buona performance delle BEV registrata lo scorso mese e spinta dagli incentivi, negli undici mesi del 2025 il mercato auto nazionale ha perso il -2,43%.

Un mercato auto, fermo, immobile, “congelato”. Sono queste le immagini usate dagli addetti ai lavori per descrivere i magri risultati di novembre dopo la pubblicazione dei dati relativi da parte del Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti, in data 1° dicembre.
Lo scorso mese sono state immatricolate 124.222 autovetture, 45 unità in meno rispetto a novembre 2024, pari ad una diminuzione dello 0,04%.
Contestualmente sono aumentati dell’1,09% i trasferimenti di proprietà: 475.875 a fronte dei 470.757 passaggi registrati nell’undicesimo mese dello scorso anno, confermando la performance migliore dell’usato sul nuovo.
Non a caso, se si guarda al volume globale delle vendite mensili, pari a 600.097, le vendite di auto nuove hanno pesato solo per il 20,70%, mentre l’usato ha primeggiato con il 79,30%.
Se si guarda al consuntivo gennaio-novembre la situazione del mercato auto italiano rimane negativa con 35.373 unità che mancano all’appello rispetto allo scorso anno, pari ad una flessione del 2,4%.
Ancora lontanissimo, dunque, il divario con il consuntivo dell’ultimo anno precedente la crisi pandemica: -20,2%!
Sul fronte delle alimentazioni (dati UNRAE) il mercato auto di novembre ha visto le tradizionali benzina e diesel cedere quote di mercato: in dettaglio le auto a benzina hanno perso 4,4 punti percentuali arrivando al 21% di share e le diesel si sono fermate all’8,2% (dopo una perdita di 4,4 punti percentuali).
Stabili al 42,6% le vetture ibride (13,3% le “full hybrid” e 29,3% le “mild hybrid”). L’effetto degli incentivi attivati ad ottobre s’è fatto sentire nel segmento delle auto elettriche a batteria (BEV), che, lo scorso mese, hanno raggiunto una quota del 12,2%, rispetto al 5% di ottobre.
Le auto plug-in hybrid, che non hanno goduto della spinta degli incentivi, hanno registrato una quota mensile del 7,2%, quasi in linea con quella raggiunta il mese precedente, ma in decisa crescita rispetto al 3,1% registrato a novembre dello scorso anno.
Se il buon risultato mensile delle BEV fa tirare appena un sospiro di sollievo ad un segmento che non brilla, soprattutto se paragonato ai risultati dei maggiori mercati Ue, c’è, però, un’ombra che grava sui produttori.
“Constatiamo con rammarico – rimarcano dall’Associazione Nazionale Filiera Industria Automobilistica (ANFIA) – che le quattro vetture elettriche più vendute non sono prodotte in Europa”.
“Serve una strategia europea di tutela del Made in Europe lungo tutta la catena del valore, con l’introduzione di una misura di local content che non sia limitata alle batterie”, ha dichiarato Roberto Vavassori, Presidente ANFIA.
“Il mercato continua a mostrare una sofferenza ormai cronica, che i dati di novembre confermano con chiarezza”, ha fatto eco Roberto Pietrantonio, Presidente di UNRAE.
“Bene il forte balzo delle immatricolazioni BEV grazie agli incentivi – ha proseguito – ma il timore che si tratti di un fuoco di paglia è concreto e stride con la necessità, non più rinviabile, di allineare l’Italia agli standard europei: servono misure strutturali, di medio-lungo periodo, per accompagnare davvero la transizione energetica e dare stabilità alla domanda”.
Per l’Unione Nazionale Rappresentanti Autoveicoli Esteri, persiste la necessità di intervenire sulla riforma del trattamento fiscale delle auto aziendali intervenendo per incrementare la detraibilità dell’IVA e la deducibilità dei costi, senza dimenticare la riduzione del periodo di ammortamento, se si vuole dare un impulso concreto allo sviluppo della mobilità a zero emissioni.
D’altro canto, gli operatori guardano con trepidazione alla data del prossimo 10 dicembre, allorquando la Commissione europea annuncerà una proposta legislativa sulla revisione dei regolamenti concernenti vetture e veicoli commerciali leggeri di nuova immatricolazione.
Sul tavolo ci sarebbero novità importanti su standard per le emissioni di CO2, una strategia per il consolidamento del settore delle batterie, un pacchetto di semplificazione normativa per l’industria automobilistica e una proposta dedicata all’elettrificazione delle flotte aziendali.
Tutti interventi che, adeguatamente applicati, darebbero un forte segnale di ripartenza ad un mercato europeo in affanno e alle prese con una transizione energetica che sembra non decollare.
Intanto, l’indagine mensile sul sentiment dei concessionari condotta dal Centro Studi Promotor non lascia molto spazio alla fantasia.
Gli ordinativi di novembre sono stati giudicati bassi dall’83% del target, mentre il futuro a breve termine (3-4 mesi), per il 42% degli intervistati sarà all’insegna di un calo della domanda.








