LE IMPRESE DI AUTODEMOLIZIONE IN PRIMA LINEA AD ECOMONDO

Per discutere le novità normative, illustrare lo stato dell’arte del settore e promuovere una nuova cultura della dignità d’impresa in vista degli obiettivi di riciclaggio che l’Europa ci impone

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Si rinnova anche quest’anno il tradizionale appuntamento di ECOMONDO, Fiera Internazionale del Recupero di Materia ed Energia e dello Sviluppo Sostenibile (Fiera di Rimini: 9-12 novembre p.v.).
Anche per la 15° edizione l’ente organizzatore ha voluto dedicare un ampio spazio delle strutture fieristich e alla Filiera ELV ed ai soggetti protagonisti del Comparto: dai Produttori ai Riciclatori finali.
Anello imprescindibile della catena è rappresentato, ovviamente, dagli Autodemolitori che, proprio in Italia, portano seco una tradizione di know how che parte dall’attività artigianale di cinquant’anni fa ed approda, oggi, all’impresa tecnologicamente avanzata e doverosamente attenta agli impatti ambientali. La Confederazione degli Autodemolitori Riuniti – CAR, che proprio ad ECOMONDO ha mosso i primi passi qualche anno fa ed oggi è soggetto interlocutore di Enti, Istituzioni e gruppi di imprese, ha inteso, anche quest’anno, promuovere la partecipazione della base associativa investendo, non solo su uno spazio espositivo e di accoglienza-confronto ove promuovere i propri risultati, ma anche sulla promozione di un evento convegnistico nella tradizione di quanto consolidato nelle ultime edizioni della kermesse riminese. Tanti sono gli argomenti sul tavolo della discussione, molti di questi di non facile risoluzione. Per saperne di più abbiamo rivolto alcune domande al Presidente CAR, Alfonso Gifuni.

Presidente, in che misura la Confederazione degli Autodemolitori Riuniti – CAR, sarà presente alla 15° edizione di ECOMONDO?
Anche quest’anno CAR ha inteso legare la propria immagine alla manifestazione fieristica più interessante sul territorio nazionale nel quadro del recupero di materia, energia e sviluppo sostenibile. Proprio ad ECOMONDO la nostra Confederazione ha mosso i primi passi e da allora in questo spazio di privilegiata visibilità e vicinanza degli stakeholders istituzionali e privati, è riuscita a raccogliere attenzione e consensi guadagnandosi la partecipazione massiccia di Enti, Imprese, rappresentanze istituzionali e territoriali in occasione delle convention organizzate. Abbiamo quindi rinnovato la nostra presenza all’interno del Pad A5, quello che la Fiera di Rimini dedica espressamente al comparto End Life Vehicle e, come da consolidata tradizione, promuoveremo ed animeremo un incontro pubblico che avrà luogo nello spazio più prestigioso di ECOMONDO.

Qual è il tema sul quale proporrete un confronto ed una riflessione?
Il Convegno verterà su un tema molto delicato e facilmente comprensibile per quanti operano nel settore ambientale in generale ed in quello del trattamento e recupero dei rifiuti in particolare, ovvero: l’equa applicazione della norma di riferimento e le relative sanzioni. Già lo scorso anno avevamo proposto una seria riflessione sul tema analogo raccogliendo la partecipazione di numerose imprese del settore dell’autodemolizione, del Ministero dello Sviluppo Economico (rappresentato dal Sottosegretario On. Bartolomeo Giachino) e degli Organi di controllo, oltre alla presenza autorevole dell’Avv. Rastrelli e dei vertici CAR. In quell’occasione avevamo fatto il punto sulla distinzione doverosa fra reati colposi e reati dolosi portando all’attenzione degli organi competenti l’enorme difficoltà delle imprese che si vedono commutare sanzioni penali anche per reati di tipo amministrativo indipendenti dalla volontà di delinquere (eclatante è il caso di sbagli su formulari o registri dovuti a disattenzione o distrazione dell’operatore). Ebbene, recependo il ragionamento espresso durante il Convengo riminese del 2010, abbiamo voluto chiedere al Legislatore di depenalizzare i meri errori e punire, altresì, le vere responsabilità allorquando queste venissero riscontrate in maniera manifesta. Vero è che paghiamo lo scotto di una normativa incredibilmente complessa e nata per perseguire le ecomafie, tuttavia, applicata indistintamente su tutte le imprese ne complica fortemente la vita. A questo punto, crediamo, è necessario uno sforzo congiunto fra tutti gli attori della vicenda, affinché la norma sia più analitica e precisa distinguendo, agli effetti del diritto penale, quelle responsabilità che non siano intenzionali. Quest’anno, dopo aver prodotto un documento specifico che ha raccolto la viva attenzione nei Ministeri competenti, continueremo a riflettere su questa linea alla luce delle novità normative introdotte questa estate.

Può anticipare qualcosa del Carnet dei Relatori?
Avremo ospiti: il Prefetto Sante Giuffrè, coordinatore delle Forze di Polizia presso il Ministero dell’Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare; il Sottosegretario al Ministero dello Sviluppo Economico e dei Trasporti, Bartolomeo Giachino, già più volte nostro gradito ospite; poi sarà la volta del nostro Consulente, Avv. Sergio Rastrelli, al quale sarà affidata una nota di studio sulla normativa vigente. Avremo, ovviamente, la presenza dei rappresentati degli altri soggetti della filiera ELV ed infine, toccherà a me raccogliere le fila del discorso e “rilanciare la palla” alle istituzioni preposte. Dico che l’appuntamento 2011 ad ECOMONDO vuole essere un completamento del discorso sulle sanzioni iniziato lo scorso anno, affinché si risolva questa situazione incresciosa che tocca quasi tutte le imprese italiane del settore rifiuti.

Non credo, tuttavia, che questo tema, per quanto urgente, sia l’unico punto nodale sul quale riflettere a Rimini. Quali sono le altre questioni che animano il vostro dialogo quotidiano nella filiera?
Effettivamente vi sono altre questioni che attendono una risoluzione urgente: il ritiro degli pneumatici a fine vita (PFU) e l’annosa e spinosa questione legata all’accesso alle Reti dei Produttori. Sui PFU non posso che sperare che all’avvio di ECOMONDO abbiamo la certezza che tutto il sistema sia operativo e funzionale il che significa che via sia stata un’effettiva verifica degli effetti della pubblicazione del Decreto Ministeriale e che ogni autodemolitore possa effettivamente conferire a costo “0” i PFU. Poi sarà d’uopo riflettere sui costi di questo servizio sulla cui quantificazione economica siamo deputati ad esprimere un nostro punto di vista, tant’è vero che nel Comitato di Gestione è previsto un rappresentante degli Autodemolitori. A questo proposito mi sia consentito di ricordare che CAR aveva sì segnalato una propria indicazione che però, a nostro avviso non è stata recepita in modo formalmente corretto. Quindi, allo stato attuale, non ci sentiamo degnamente rappresentati nel succitato Comitato al punto che, in via cautelativa, abbiamo già scritto ad Ecopneus ed Ecotyre esprimendo la volontà di chiarire in altre sedi tutte le questioni che pur emerse dal detto Comitato, non ci convicano del tutto. Intanto un primo passo verso la trasparenza lo abbiamo compiuto scrivendo al Ministero competente e chiedendo di verificare il preciso percorso dei fondi che servono a coprire il “costo 0” per l’autodemolitore. Molto più delicata e pesante permane la questione dell’accesso alle Reti. In questo caso la situazione di ambiguità si trascina da anni e mette in discussione la dignità stessa delle nostre imprese. Non è pensabile che altre categorie imprenditoriali della nostra filiera applichino nei confronti degli autodemolitori dinamiche di supremazia del tutto ingiustificate. In particolare, pur essendo chiaramente normato nel D. Lgs. n. 209/2003, il rapporto fra Autodemolitori e Produttori continua ad essere totalmente sbilanciato a favore di questi ultimi che di fatto applicano nei confronti delle nostre aziende dinamiche discriminatorie che hanno pesanti ripercussioni sul mercato e sulla libera concorrenza. Tutte le aziende in possesso dei requisiti di legge e delle relative autorizzazioni devono poter avere accesso alle Reti dei produttori. In caso contrario si vengono a determinare discrasie nel mercato e nei servizi stessi verso gli utenti finali perché sappiamo bene che in alcuni territori del Paese le auto di certe marche non arrivano negli impianti determinando un transito inutile di rifiuti pericolosi nel Paese. E stridente è il caso di un impianto di autodemolizione, in possesso della registrazione EMAS che poi è fuori da quasi tutte le Reti. Chi assicura i consumatori finali e i cittadini che le Reti rappresentano il top della categoria se arbitrariamente si decide di escludere imprese autorizzate a favore di altre, magari anche autorizzate ma che evidentemente rispondono a criteri soggettivi? Negli ultimi tre anni abbiamo intavolato una discussione a tratti difficile con ANFIA e UNRAE e, devo ammettere che se da parte dell’ANFIA c’è stata la volontà di ascoltare e tentare un approccio migliorativo al problema (che però tuttora permane), da parte dell’Associazione dei Produttori delle Case Estere è stato assolutamente inutile discutere. Si sono addirittura verificati fatti incresciosi che hanno visto rappresentati di Case estere effettuare sopralluoghi non autorizzati presso impianti di autodemolizione e chiedere anticipatamente la liberatoria firmata in cui si accetta l’esito dell’esame unilateralmente valutato, qualunque esso sia. Fenomeni come questi sono inaccettabili e ci hanno spinto a produrre un documento in cui rileviamo che UNRAE non ha la capacità di rappresentare le Case estere dal momento che con noi, si era precedentemente impegnata a risolvere la questione. In conclusione, la volontà della nostra Confederazione è quella di andare avanti e coinvolgere nel dibattito fino ai più alti rappresentanti dei dicasteri perché qui non è solo in gioco la sopravvivenza delle imprese e la libertà imprenditoriale, bensì la garanzia di un lavoro ambientalmente corretto che ha effetti sull’economia, il territorio, la salute dei cittadini.

Un’ultima questione riguarda il SISTRI che, di fatto, è giunto alla sua settima proroga ma che, per le aziende interessate, non sembra aver risolto i problemi a più voci sollevati.
Guarda, il SISTRI rappresenta uno spaccato dell’italianità paradossale. Non mi fermerò mai di palesare il mio apprezzamento per l’idea stessa di un sistema telematico di tracciabilità dei rifiuti, non fosse altro perché in questo modo si andrebbero ad individuare le anomalie del comparto a favore delle imprese virtuose. Tuttavia, allo stesso tempo, non posso non sottolineare le “colpe gravi” che il Sistema ha portato con sé fin dall’inizio: sottovalutate complicazioni strutturali e mancanza di un lavoro di consultazione preventiva con tutte le categorie che avrebbero dovuto applicarlo già due anni fa. Faccio un esempio: la teleprenotazione dei veicoli in entrata complica fortemente la vita ai nostri imprenditori che sono costretti ad avere più autisti del necessario dal momento che le quattro ore della teleprenotazione rendono impossibile un carico a più puntate; oppure le caso in cui un autista viene normalmente dirottato durante il percorso per effettuare un carico ulteriore il altro luogo… Non c’è stata un’adeguata fase formativa promossa dal MATTM a favore degli operatori, cosa che, immagino, avrà ripercussioni negative in fase di partenza ancorché posposta di altri 5 mesi. Entro la metà di dicembre è prevista una ulteriore “prova generale” del Sistema, ma allo stato attuale non vedo il tentativo di risolvere alcunché, al punto che la deadline del 9 febbraio mi sembra l’ennesimo tentativo di sospendere la cosa e rimandare ad un futuro non ben definito.

 

 

 

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