Auto ecologiche: ANFIA fa il punto della situazione in Europa

690.000 auto ad alimentazione alternativa immatricolate nel 2016, pari al 4,6% del mercato complessivo, 1 veicolo su 72 è elettrico.

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È stato pubblicato il Focus 2016 sul mercato europeo dei veicoli ad alimentazione alternativa, realizzato dall’Area Studi e Statistiche ANFIA.

Nel 2015 i Paesi dell’Unione europea allargata e dell’EFTA avevano registrato complessivamente oltre 640.000 nuove immatricolazioni di autovetture ad alimentazione alternativa, in crescita del 22% rispetto al 2014.
Nel 2016 il mercato delle auto ad alimentazione alternativa ha registrato un incremento del 6,7% con quasi 690.000 immatricolazioni.

Nell’Ue allargata il mercato ad alimentazione alternativa ha registrato andamenti molto differenti per tipo di trazione: cresce il peso delle auto elettriche, che passa in un anno dal 29,2% del 2015 al 30,1% 2016, con un incremento in termini di volumi del 9,7%.
Solo 1 auto ogni 72 immatricolate è elettrica in UE/EFTA: il rapporto è di 1 ogni 87 nell’area dei Paesi UE15 e di 1 ogni 9 nell’EFTA, con il record in Norvegia di 1 ogni 3,4.
Nell’UE15 sono Olanda e Svezia ad avere il rapporto più favorevole rispettivamente 1 ogni 17 e 1 ogni 28.

Le auto ibride sono le più vendute (+28,8%), con una quota del 44,2%, mentre il mercato delle auto a gas diminuisce del 19,6% con una quota del 25,7%, a causa soprattutto della contrazione delle vendite del mercato italiano, il più consistente delle auto alimentate a GPL e a metano.

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L’Italia contribuisce con il 27% di tutte le auto ecofriendly immatricolate in UE-EFTA nel 2016, anche se nel 2015 era al 32,8%.
Il 78,5% del mercato italiano a trazione alternativa sono auto a Gas (GPL e Metano), mentre la media europea è del 25,7%, che scende al 6,2% se si esclude l’Italia.
La mobilità sostenibile in Italia si fonda sulle competenze consolidate nei sistemi di alimentazione a metano e a GPL e nei sistemi di propulsione, tanto che la filiera industriale italiana del metano per autotrazione è riconosciuta come leader mondiale, rappresentando circa 20.000 occupati, 50 PMI e un fatturato di 1,7 miliardi di euro.
Il restante 21,5% del mercato a trazione alternativa italiano comprende l’1,5% di auto elettriche e il 20% di auto ibride.

Il ritardo italiano rispetto al mercato dei veicoli elettrici è dovuto, oltre ai costi per l’acquisto dell’auto elettrica, alla scarsa diffusione della rete di rifornimento e alla maggiore percentuale di popolazione extra-urbana, che è meno propensa all’utilizzo di auto ad alimentazione elettrica per la minore autonomia.
In Italia le auto ad alimentazione alternativa hanno contribuito ad abbassare ancora il livello medio di emissione di CO2 delle nuove auto vendute a 115,3 g/km nel 2015 e a 112,8 g/km nel 2016.

Nel Regno Unito delle quasi 89.000 nuove vetture ad alimentazione alternativa immatricolate nel 2016, il 58,5% sono ibride e il 41,5% elettriche.
Il governo del Regno Unito ha promosso la riduzione delle emissioni di CO2 del settore attraverso un programma di incentivazione, che sarà mantenuto fino a marzo 2018.

In Francia sono state immatricolate, nel 2016, 81.600 autovetture ad alimentazione alternativa (+1,1% sul 2015), il 62% delle quali sono ibride, il 36% elettriche, il 2% a gas e biofuel.
Il “superbonus” in vigore dal 1° aprile 2015 consente, a chi decide di rottamare un veicolo diesel con oltre 14 anni di anzianità, di beneficiare di un incentivo fino a 3.700 Euro per l’acquisto di un veicolo elettrico (oltre i 6.300 euro del bonus previsti per l’acquisto di un veicolo elettrico). In pratica per le auto a trazione elettrica, cioè che emettono meno di 20 g/km di CO2, l’incentivo arriva fino a 10.000 euro.

In Germania sono state immatricolate, nel 2016, 65.700 autovetture ad alimentazione alternativa, di cui il 38% elettriche, il 52% ibride, il 10% a gas e le emissioni medie di CO2 di tutte le vetture nuove immatricolate nel 2016 è di 127,4 g/km.
A seguito di un accordo tra Governo e case costruttrici per agevolare l’acquisto di auto elettriche e ibride plug-in, chi compra un veicolo 100% elettrico riceverà uno sconto di 4.000 euro, che scendono a 3.000 per l’ibrido plug-in. Tuttavia, la misura non ha dato finora i risultati sperati, in quanto il mercato delle auto elettriche nel 2016 è cresciuto del 7%, ma nell’ultimo trimestre dell’anno ha invece registrato un calo del 6%.

Segue il mercato della Norvegia che, con poco più di 62.000 immatricolazioni auto a trazione alternativa, di cui il 39% elettriche, il 33% ibride plug-in (che insieme rappresentano il 72% del mercato “green”) e il 28% ibride, ha il primato del più basso livello medio di emissioni di CO2 delle nuove auto vendute, pari a 93 g / km (-7 g / km sui livelli del 2015).
Ogni 100 vetture nuove vendute in Norvegia circa 29 sono a basse emissioni, di queste 15,7 sono a zero emissioni e 13,4 sono ibride plug-in. Ogni 3,4 auto nuove vendute 1 è elettrica.

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I fattori di maggior interesse all’acquisto di un’auto elettrica per i consumatori europei sono:
– contributo alla salvaguardia dell’ambiente;
– benefici derivanti dal poter circolare con un’auto elettrica nelle corsie preferenziali destinate agli autobus;
– vantaggi fiscali;
– permessi di parcheggio nelle aree centrali delle città (per esempio ad Amsterdam);
– sussidi governativi come l’esenzione dalla tassa di acquisto, IVA, costi di pedaggio stradale, imposta di registro e tassa annuale di circolazione (per esempio in Norvegia).
Non solo i privati, anche le società di leasing e di car sharing cominciano ad arricchire le proprie flotte con auto elettriche con soluzioni di mobilità per tutti i tipi di aziende.

Ma veniamo alle questioni ambientali ancora irrisolte.

Resta ancora da affrontare il problem shifting della produzione: produrre auto elettriche in fabbriche energivore bruciando petrolio sposterebbe solo il problema.
È necessario rendere energeticamente sostenibile l’intera catena produttiva usando solo energia rinnovabile e produrre energia elettrica per la ricarica delle auto solo da fonti rinnovabili.

Un altro problema ancora aperto è lo smaltimento delle batterie dei veicoli elettrici, per le quali si sta studiando gli elementi essenziali per consentirne il riutilizzo, come la presenza di una garanzia che copra la “seconda vita” fuori del veicolo originario, un design pensato già all’inizio per facilitare la rigenerazione e il reimpiego del dispositivo.
Infine i costi del rigenerato rispetto il nuovo dipenderanno da quanto caleranno esattamente i prezzi delle batterie nuove, ma l’industria automobilistica è ancora divisa sulla questione.

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Nonostante gli sforzi dei governi e delle case costruttrici, il futuro elettrico sembra lontano.

Negli ultimi 3 anni, infatti, pur essendo cresciuti molto i volumi delle vendite di auto elettriche ed ibride in Ue (escluso EFTA), la loro incidenza sul totale mercato nel 2016 ha conquistato “solo” il 3% del mercato che sale al 4,2%, se si aggiungono le auto a gas.


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