Mercato auto Europa: settembre ancora in rosso: -25,2%

Ancora un risultato negativo al nono mese dell’anno che con appena 972.723 immatricolazioni nel mercato Ue + Paesi EFTA + Regno Unito, ha registrato i volumi più bassi per il mese di settembre dal 1995.

Prosegue anche nel mese di settembre, dopo le scarse performance dei mesi estivi di luglio e di agosto, la parabola discendente del mercato europeo dell’auto che, secondo l’ultima rilevazione a cura della Associazione Europea dei Costruttori di AutoveicoliACEA, ha registrato nella sola Ue una variazione percentuale negativa del –23,1% rispetto a settembre 2020, pari a 718.598 unità immatricolate.

Il dato delle immatricolazioni registrate lo scorso mese, secondo ACEA, è il più basso mai registrato dal 1995 per il nono mese dell’anno. Nel complesso dell’area del vecchio Continente (Ue + Paesi EFTA + Regno Unito), il calo è stato ancora più evidente: -25,2%, pari a 972.723 nuove unità immatricolate.

Guardando al consuntivo dell’anno al terzo trimestre i dati europei vedono il mercato dell’area Ue segnare una variazione positiva del 6,6% rispetto all’analogo periodo 2020 (pari a 7.526.613 unità immatricolate contro le precedenti 7.057.927) che sale al +6,9% nel complesso dei mercati Ue + EFTA + Regno Unito (pari a 9.161.918 unità).

Al nono mese dell’anno il segno meno campeggia di fronte al risultato di quasi tutti i Paesi Ue (ad eccezione dei soli Cipro ed Estonia che comunque rappresentano mercati piuttosto ristretti), mentre i quattro principali key market hanno registrato tutti pesanti cali a due cifre: Italia, -32,7%; Germania, -25,7%; Francia, -20,5%; Spagna, -15,7%.

Se si guarda, invece, al consuntivo dell’anno, finora il mercato ha fatto registrare una sensibile ripresa (ma solo rispetto allo scorso, tragico, anno) con quasi tutti i singoli Paesi che hanno dato un contributo positivo all’aumento della domanda ad eccezione di Belgio, Danimarca, Germania, Lituania, Paesi Bassi, Slovenia; mentre nel resto dei principali mercati è l’Italia ad aver cumulato il risultato migliore (+20,6%) distaccando di molto Francia (+8%) e Spagna (+8,8%).

Guardando alle diverse alimentazioni, malgrado diesel e benzina continuino ad avere le maggiori quote del mercato, queste si sono significativamente ridotte dall’inizio dell’anno; mentre, al contrario, aumenta la rappresentatività le vetture a basse e a bassissime emissioni ibride e totalmente elettriche (seppure le quote relative sono ancora piuttosto basse).

Nel commentare i dati italiani che hanno visto lo scorso mese immatricolate 105.175 unità (-32,7% rispetto a settembre 2020) e 1.165.491 immatricolazioni complessive da gennaio a settembre, dall’ANFIAAssociazione Nazionale Imprese Filiera Automobilistica, il Presidente Paolo Scudieri ha affermato che: “apprezziamo l’attenzione mostrata dal Governo verso il settore in occasione del Decreto legge fiscale (NdR: approvato dal Consiglio dei Ministri in data 15 ottobre)… soprattutto in riferimento al rifinanziamento degli incentivi per il mercato del nuovo, in attesa di condividere e definire, per la Legge di Bilancio 2022, un piano triennale che renda strutturali le misure di sostegno alla domanda, indispensabili per accompagnare la filiera industriale nella transizione ecologica. Di fronte alla possibilità di un’ulteriore accelerazione di questa transizione – ipotizzata dalla Commissione europea con le proposte del pacchetto normativo Fit for 55, che rischia di mettere al bando i motori ‘tradizionali’ a partire dal 2035 – pur confermando l’impegno della filiera produttiva per il raggiungimento degli obiettivi di decarbonizzazione perseguiti, riteniamo essenziale assicurarle un percorso realisticamente realizzabile e un’attenuazione degli impatti sociali ed occupazionali”.

Come ANFIA – ha concluso – proponiamo quindi di fissare un target al 2030 del -45% e di prevedere la definizione dei target al 2035 e al 2040 in occasione della revisione del 2028, così da poterne valutare la fattibilità secondo lo stato di avanzamento della rete infrastrutturale e della risposta del mercato e secondo il livello di penetrazione della quota rinnovabile nel mix energetico europeo”.

Il mercato italiano, ancora su livelli di oltre il 20% inferiori rispetto al pre-Covid, rimane purtroppo attestato alla quarta posizione in Europa, dopo aver occupato per anni la seconda e poi la terza. La penetrazione dell’auto ricaricabile cresce anche in Italia, ma lo fa su volumi in caduta libera, e il gap verso gli altri principali mercati resta molto ampio anche in termini percentuali”. Così Andrea Cardinali, Direttore Generale dell’UNRAE – Unione Nazionale Rappresentanti Autoveicoli Esteri.

In questa situazione, il supporto alla domanda di vetture a basse, bassissime e zero emissioni rimane indispensabile per portare avanti la transizione ecologica già avviata… Prendiamo atto in queste ore dell’ulteriore rifinanziamento degli incentivi per autovetture nuove e usate e per veicoli commerciali, inserito nel DL fiscale che, però, visti gli stanziamenti, non arriverà a fine anno e, quindi, ancora una volta si dimostrerà insufficiente”.

Auspichiamo, invece, che la prossima Legge di Bilancio possa costituire l’occasione per prevedere fondi strutturali triennali, evitando i continui “stop & go”. Una misura così formulata fornirebbe ad operatori, consumatori e aziende clienti (in qualunque settore) regole chiare, certe e stabili per poter pianificare le loro scelte. Inoltre, un solido piano di sostegno consentirebbe di raggiungere gli ambiziosissimi obiettivi europei di decarbonizzazione, e di disinnescare quella bomba ecologica che è il nostro parco circolante. Questo vale non solo per gli incentivi ma anche per le infrastrutture di ricarica pubbliche, fortemente arretrate rispetto ai partner europei: serve un chiaro programma per lo sviluppo di una rete di potenza adeguata, capillare in area urbana ed extraurbana, omogenea sul territorio, con colonnine HPC in sede autostradale”. 

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