L’autodemolizione del futuro e la prossima, nuova Direttiva sui veicoli a fine vita

Nel corso del suo evento annuale l’ADA ha chiesto l’istituzione di un tavolo di lavoro con tutti gli stakeholder sul futuro del settore del fine vita dei veicoli.

Quale futuro, in Italia e in Europa, per l’impresa di autodemolizione in vista della nuova, attesa Direttiva europea sui veicoli a fine vita?
È stata la domanda al centro della discussione promossa da ADA, Associazione Demolitori di Autoveicoli con oltre 30 anni di attività, nel corso dell’evento ADA 2023 tenutosi a Roma lo scorso venerdì 26 maggio.

L’evento, organizzato nell’ambito dell’Assemblea straordinaria dei soci per l’approvazione delle modifiche statutarie si è configurato come un momento di incontro e confronto con addetti del settore e istituzioni per affrontare gli ultimi sviluppi del processo di revisione della Direttiva 2000/53/CE.

Accanto ai lavori dell’Assemblea si è svolto, dunque, un Convegno dal titolo “La Direttiva 2000/53/CE, quale futuro?” col quale l’Associazione – che aderisce ad Assoambiente – ha chiamato a raccolta il mondo dell’autodemolizione, ha visto il confronto tra operatori (oltre 100 aziende rappresentate presenti nella Capitale) ed esperti del settore sulle sfide future di un comparto pilastro dell’economia circolare.

Il domani per il nostro settore è sicuramente differente da quello che è stato fino ad oggi”, ha dichiarato in apertura dei lavori Anselmo Calò, Presidente ADA nell’evidenziare come,  oggi il futuro dell’autodemolizione dipenda da diversi fattori, primo tra i quali l’attesa Direttiva europea, la cui bozza aggiornata potrebbe arrivare nella seconda metà di luglio e che è destinata a cambiare il volto del settore del fine vita dei veicoli in Europa.

Molti interrogativi – ha proseguito – riguardano anche le crescenti attenzioni delle Case produttrici di auto per il business del reimpiego e del riciclo delle componenti e per un ciclo chiuso che porti dal fine vita alla nuova produzione. È chiaro che la nuova Direttiva o Regolamento prima della fine del 2025 non entrerà in vigore, ma bisogna prepararsi per tempo ed è per questo che abbiamo avviato con il Ministero dell’Ambiente un’interlocuzione per avviare un tavolo di lavoro con tutti gli stakeholder sul futuro del nostro settore”.

Lo “sguardo” europeo sul settore è stato portato da Henk Jan Nix – Segretario Generale EGARA, l’Associazione europea delle associazioni dei demolitori di auto che ha evidenziato come “il nuovo Regolamento europeo sui veicoli a fine vita dovrà poi essere applicato da ogni Stato. Questa normativa contiene diversi elementi innovativi, tra cui la Responsabilità Estesa del Produttore e la messa a disposizione delle officine e dei centri di raccolta di codici di accesso per riparazione e utilizzo come ricambi usati delle componenti elettroniche. Molti dubbi interpretativi riguardano tutt’ora il Regolamento sul tema batterie e in particolare la gestione e l’eventuale vendita delle batterie del veicolo”.

A cura di Olivier Gaudeau, Direttore Ingegneria e HSE presso INDRA Automobile Recycling è stata presentata la società del Gruppo Renault che può contare su un canale di ricerca e sviluppo particolarmente impegnato anche nello studio di nuove soluzioni che possano agevolare il riciclo delle diverse componenti dei veicoli.

Gaudeau si è poi soffermato sulla filiera francese di gestione dei veicoli a fine vita che oggi ha raggiunto una performance di riciclo e recupero pari al 96% del peso dei veicoli e in cui, tuttavia, resistono fenomeni opachi di fuoriuscita di veicoli dai confini nazionali, diretti verso mercati dell’est Europa.


Foto: un momento del Convegno (fonte ADA)

Sempre da INDRA Automobile Recycling, la Risk Manager e legale Anna Picard-Masi ha poi approfondito la nuova normativa francese sui veicoli a fine vita che entrerà in vigore il prossimo anno e che verosimilmente il nuovo regolamento europeo potrebbe ripercorrere in parte.

Ebbene, tale normativa segna una stretta contro il l’abbandono e il trattamento abusivo delle vetture in centri non autorizzati, sostiene l’ecodesign e l’eco progettazione e fissa sistemi in grado di garantire la tracciabilità dei veicoli e l’eliminazione della filiera illegale.

Tra le diverse, nuove, previsioni, ad esempio, la legge impone alle officine di proporre sempre due preventivi di riparazione, prevedendone uno con il pezzo nuovo originale e uno con il pezzo di ricambio usato proveniente dal mercato certificato.

Sul fronte normativo la Francia ha compiuto un deciso passo in avanti”, è intervenuto così Luca De Vita, Area Relazioni Istituzionali Area Tecnica e Affari Regolamentari di ANFIA nel corso del talk condotto dal Presidente ADA. Ma l’Italia con la nuova normativa europea in arrivo si prepara a diventare un modello. In futuro il trattamento delle batterie dell’auto richiederà nuove capacità professionali, che avvicineranno gli operatori della demolizione a componentisti del futuro”.

All’intervento del rappresentante dell’Associazione Nazionale Filiera Industria Automobilistica ha fatto eco quello di Alessandro Levizzar, Circular Economy Expert di Stellantis: “Il costruttore nazionale ha l’obiettivo di decuplicare i ricavi su tutta l’area del recycling, abbattere le emissioni di CO2 del 75% entro il 2030 e abbatterle totalmente entro il 2038. Per questo sarà necessaria una nuova e più stretta collaborazione con i network dei demolitori per garantire un flusso circolare dei pezzi riciclati verso la nuova produzione. A Mirafiori abbiamo costituito un laboratorio di remanifacturing, un’attività circoscritta alle vetture sperimentali del Gruppo (circa 2.000 veicoli l’anno), per meglio capire e valutare tutte le attività di riparazione, riuso e riciclo”.

L’ultimo intervento dei produttori è stato affidato ad Antonio Cernicchiaro, vice Direttore Generale UNRAE – Unione Nazionale Rappresentanti Autoveicoli Esteri che ha rimarcato come: “Si è scatenata la tempesta perfetta sull’industria dell’auto, tra FIT for 55, transizione elettrica ed euro7, con l’Italia ancora in ritardo sul fronte di questo storico passaggio”.
Di qui la certezza che: “Siamo pronti, appena uscirà la Direttiva, ad essere protagonisti di un tavolo di dialogo tra produttori e autodemolitori per adeguarci velocemente alle nuove prescrizioni”.

L’evento si è chiuso con l’auspicio da parte di tutti i partecipanti di una rapida convocazione del tavolo di confronto con le istituzioni.

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