C.A.R.: il valore della memoria per le sfide del futuro

Anticipando i lavori del Convegno nazionale che avrà luogo, a Rimini, il 9 novembre, il Presidente Alfonso Gifuni fa il punto sul lavoro svolto dalla Confederazione degli Autodemolitori Riuniti – C.A.R. negli ultimi 20 anni e si prepara alle nuove sfide che attendono la categoria.

Nei giorni in cui si tiene la Fiera Ecomondo, torna, a Rimini, il consueto appuntamento con il Convegno nazionale della Confederazione degli Autodemolitori Riuniti – C.A.R., che si terrà il 9 novembre a partire dalle ore 18.00 presso il Grand Hotel.

È l’occasione, per il Presidente Alfonso Gifuni, per fare memoria di un percorso pluriennale, nato proprio sotto l’egida di Ecomondo e proseguito nel tempo, sempre con un obiettivo chiaro: adoperarsi quotidianamente per affrontare e risolvere le problematiche della categoria dei professionisti dell’autodemolizione traghettando il comparto nel futuro.

Presidente, con quale bagaglio la C.A.R. si sta preparando alla prossima trasferta riminese?
“Mi piace la figura del “bagaglio”, perché una preparazione ottimale prima del viaggio è già una garanzia di tranquillità, E così, mentre si levano nuove sfide all’orizzonte, per non cadere nella sfiducia, giova fare memoria delle battaglie vinte finora. Voglio ricordarne solo alcune, rappresentative di un lavoro svolto sempre nell’ottica della qualificazione e della dignità dell’autodemolitore”.

La prima, in ordine temporale è quella del confronto con ACI, il PRA e la Motorizzazione Civile per il collegamento telematico. Una battaglia molto impegnativa sviluppata in oltre venti anni di azioni per giungere, finalmente, solo lo scorso anno, ad un Decreto che ci riconosce il collegamento telematico per la radiazione dei veicoli dal PRA, anche se, va detto, ci troviamo ancora in una fase transitoria. È paradossale, perché la radiazione delle targhe ci è stata affidata sin dal ’97 dal Decreto Ronchi“.

La seconda, estremamente importante, è stata quella, sempre con ACI, per una sua Circolare che, al di fuori di ogni logica, nel 2009, ci informava dello stop alla radiazione dei veicoli radiati da fermo amministrativo e che l’onere della verifica della sussistenza del fermo sarebbe stato in capo all’autodemolitore… un fatto di estrema gravità perché la legge prevede che tale onere ricada sull’ultimo detentore del veicolo al quale è stato notificato il fermo“.

Eppure, a causa di questa Circolare alcuni autodemolitori hanno dovuto subire anche dei processi quando è stato demolito un veicolo risultante gravato da fermo amministrativo. Come C.A.R. abbiamo impiegato quattro anni in azioni, interrogazioni, richieste di chiarimenti al Ministero dei Trasporti, alla Motorizzazione Civile all’ACI, fino ad ottenere il riconoscimento dell’errore“.

Ancora un altro fronte di scontro acceso è stato quello nei confronti dei frantumatori allorquando una Associazione di categoria ha proposto un emendamento alla norma in sede di Tavolo tecnico ministeriale tesa ad ottenere che la selezione dei materiali, al fine del raggiungimento delle quantità previste dalla legge, si potesse fare nel post frantumato; una ipotesi gravissima, che tendeva a bypassare la figura del demolitore e che abbiamo avversato sin da subito dimostrando, nei fatti, che la scomposizione analitica del veicolo, così come avviene nei nostri impianti, consente il conseguimento di una percentuale di recupero nettamente superiore a qualsiasi selezione post frantumato“.

Infine, sempre per rimanere in argomento, mi piace ricordare come in sede di Commissione bicamerale ecomafie ci siamo ritrovati, quasi per caso a scoprire che, sempre i frantumatori ci avevano denunciato perché nel loro fluff di frantumazione s’era riscontrato un tasso di idrocarburi ai limiti previsti dalla legge“.

Di qui la denuncia che tale fenomeno fosse la conferma della mancata o inadatta bonifica del veicolo da parte dei demolitori. In realtà, poi, abbiamo dimostrato che tale fatto nascondeva pratiche di acquisto vantaggiose da parte di taluni, che sapevano benissimo da dove provenivano quei pacchi di rottame inquinati, acquistati, magari ad un prezzo inferiore e, quindi, con un concorso di responsabilità, sempre e comunque, da parte di specifici soggetti che non potevano valere come parametro per tutta la categoria“.

Risultati importanti e che confermano quanto il settore del fine vita dei veicoli sia sempre sotto la lente.
“Siamo una delle categorie professionali più attenzionate in Italia dal punto di vista delle prescrizioni ambientali e non è un caso che i nostri imprenditori operino da tempo in sincrono con le norme avendo conseguito una elevata eccellenza dal punto di vista infrastrutturale delle attrezzature e della gestione degli impianti; un traguardo, questo, che la nostra Associazione può ben vantare come una medaglia al merito dell’ottimo lavoro fatto nel tempo”.

La base associativa deve capire che la nostra capacità di rappresentare gli interessi delle imprese è frutto di un lavoro di costituzione di una struttura sindacale libera, che fa squadra, che si confronta con le Istituzioni e con i partner della filiera da pari e con pari dignità“.

E veniamo ad oggi, su cosa verteranno i lavori della convention a Rimini?
“L’oggetto del confronto saranno le ulteriori difficoltà che la filiera sta vivendo per l’intervento a gamba tesa che le Case automobilistiche, soprattutto Stellantis stanno facendo sulla questione del fine vita dei veicoli attraverso pressioni sui legislatori di Strasburgo e di Bruxelles nel mentre è in itinere la redazione del Regolamento che costituirà la norma di riferimento per il futuro del settore”.

Anche la forma stessa scelta dai co-legislatori europei; un Regolamento, appunto, in luogo di una Direttiva, ci è sembrata piuttosto inquietante, perché un Regolamento europeo è direttamente esecutivo, mentre una Direttiva subisce l’applicazione dopo la sua trasposizione nei vari Stati“.

In questo quadro siamo fortemente preoccupati di ciò che stanno scrivendo. Una prima bozza notificata in luglio è già stata oggetto di nostre osservazioni che, guarda caso, vanno nella direzione di rettificare quegli aspetti per noi problematici e che costituivano i presupposti coi quali le Case automobilistiche si erano già presentate in Europa“.

Il fatto è che queste vorrebbero candidarsi a recuperare materiali, metalli e quant’altro, riqualificando anche la ricambistica usata al fine del reimpiego, come se questo già non avvenisse. O meglio, in Italia, avviene già da tempo, e lo abbiamo adeguatamente descritto in un documento analitico, grazie ad una regolamentazione precisa che dal Decreto Ronchi in poi ci ha consentito di arrivare a livelli di recupero vicinissimi agli obiettivi europei della Direttiva 2000/53/CE“.

Ci può già anticipare qualcosa del Programma?
“Per la fase convegnistica vera e propria posso anticipare fin d’ora che avremo la presenza di UNRAE e Stellantis, di una rappresentanza delle Forze dell’Ordine con le quali siamo ogni giorno in sincronia operativa, dei rappresentanti dell’Albo Gestori Ambientali e di CNA nella cui galassia siamo compresi come Associazione”.

Poi, naturalmente, abbiamo l’ambizione di avere anche qualche alto rappresentante del Governo, salvo obblighi istituzionali concomitanti. Su questo punto, devo dire il dialogo con gli organismi nazionali è serrato, proprio sul tema del redigendo Regolamento sul fine vita dei veicoli perché il Paese deve attrezzarsi per evitare che possano essere scritte norme sovranazionali che poi avrebbero effetti deflagranti nel Paese in termini di concorrenza“.

Ovviamente il nostro convegno, come da tradizione, avrà anche una sua anticipazione operativa in termini di aggiornamento sul nostro gestionale GESTCAR, da parte di Ecodat per quanto concerne l’applicazione del collegamento telematico e del registro informatico“.

Foto di copertina: un momento del Convegno nazionale C.A.R. dello scorso giugno a Lecce

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