Regolamento Euro 7; accordo raggiunto fra Parlamento e Consiglio UE

Sostanzialmente mantenuto l’accordo di compromesso con il Consiglio Ue dello scorso dicembre: per auto e furgoni restano i limiti Euro 6 e le attuali condizioni di prova. Per autobus e autocarri saranno applicati limiti più rigorosi per le emissioni di gas di scarico misurate in laboratorio e in condizioni di guida reali, pur mantenendo le attuali condizioni di prova Euro VI.

Nella seduta di ieri i deputati del Parlamento europeo hanno votato a favore e adottando l’accordo raggiunto con il Consiglio Ue relativamente al Regolamento Euro 7.

Tale accordo, la cui adozione provvisoria era stata formalizzato lo scorso 18 dicembre, stabilisce le norme in materia di emissioni dei veicoli, non solo quelle allo scarico, ma anche quelle derivanti dal rotolamento/usura degli pneumatici e dall’abrasione dei freni e mira a ridurre ulteriormente le emissioni di inquinanti atmosferici dal trasporto su strada.

Per le auto e i veicoli commerciali leggeri, saranno mantenute le attuali condizioni di prova Euro 6 e i limiti delle emissioni di gas di scarico. Per gli autobus e gli autocarri saranno applicati limiti più rigorosi per le emissioni di gas di scarico misurate in laboratorio e in condizioni di guida reali, pur mantenendo le attuali condizioni di prova Euro VI.

Per la prima volta, le norme dell’UE includeranno i limiti delle emissioni di particelle di freno (PM10) per le automobili e i furgoni e i requisiti minimi di prestazione per la durata delle batterie nelle auto elettriche e ibride.

Per ciascun veicolo sarà messo a disposizione un passaporto che conterrà informazioni sulle sue prestazioni ambientali al momento dell’immatricolazione (come limiti di emissione di inquinanti, emissioni di CO2, consumo di carburante ed energia elettrica, autonomia elettrica, durata della batteria).

Gli utenti dei veicoli avranno inoltre accesso a informazioni aggiornate sul consumo di carburante, sulla salute delle batterie, sulle emissioni inquinanti e su altre informazioni pertinenti generate dai sistemi di bordo e dai monitor.

Abbiamo raggiunto con successo un equilibrio tra gli obiettivi ambientali e gli interessi vitali dei produttori”, ha dichiarato relatore Alexandr Vondra. “Vogliamo garantire l’accessibilità economica delle nuove auto più piccole con motori a combustione interna per i clienti interni e allo stesso tempo consentire all’industria automobilistica di prepararsi alla trasformazione prevista del settore”.

Soddisfazione, ma anche qualche puntualizzazione è arrivata dall’Associazione europea dei Produttori automobilistici, ACEA, il cui Direttore Generale,  Sigrid de Vries ha dichiarato in una Nota stampa: “Il voto di oggi sull’Euro 7 ha focalizzato l’attenzione dove conta di più: sulle sfide orientate al futuro come le emissioni dei freni dei veicoli per auto e furgoni e i requisiti delle batterie dei veicoli elettrici”.

Ma attenzione – ha proseguito – l’Euro 7 continua a restringere le emissioni di scarico e le procedure di test. In particolare, i produttori di autocarri e autobus dovranno far fronte a regole significativamente più rigorose, poiché devono già affrontare una strada in salita per raggiungere gli obiettivi di decarbonizzazione del 2030 che si avvicinano rapidamente in assenza di condizioni abilitanti vitali”.

Sullo sfondo, il complesso quadro che l’industria automobilistica europea sta vivendo nella delicata transizione dai motori a combustione interna a quelli elettrici con le complicazioni rappresentate, da un lato, della concorrenza di Cina e USA; dall’altro, dai maggiori costi di produzione che mettono un freno alla competitività della produzione europea.

Se dei progressi in termini di riduzione delle emissioni inquinanti sono stati fatti dall’industria automotive dal primo standard Euro 1 all’attuale Euro 6 (circa il 90%) “per realizzare veramente ciò che l’Euro 7 si propone di raggiungere – scrivono da ACEA – i politici devono fare di più per sostituire i veicoli più vecchi e più inquinanti sulle strade con modelli più nuovi dotati della tecnologia di emissione più avanzata. Non si tratta solo di incentivi per stimolare l’adozione da parte del mercato dei veicoli più nuovi, ma anche di stabilire un quadro normativo olistico che mantenga la mobilità accessibile a tutti gli europei”.

Emerge, dunque, la preoccupazione circa la necessità di bilanciare le legittime e attese istanze ambientali con la competitività di una industria con occupa 12,9 milioni di europei, pari all’8,3% di tutti i posti di lavoro nel settore manifatturiero nell’UE (dati ACEA).
A questo punto il Consiglio UE dovrà approvare formalmente l’accordo prima che il regolamento possa entrare in vigore.

Foto di Erich Westendarp da Pixabay

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